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  • Laziomania: Muriqi NON è IL problema del calciomercato Lazio

    Laziomania: Muriqi NON è IL problema del calciomercato Lazio

    • Luca Capriotti
    Muriqi non è mai stato IL problema del calciomercato della Lazio. Se non partiamo da questo punto fondamentale, rischiamo di perdere un po' il focus non solo su questo calciomercato, ma anche su quello che succederà a Formello, o non succederà. Il problema, ammesso che di problemi si tratti, è Igli Tare. 

    IL "PROBLEMA" TARE - Allora, avete letto, state leggendo ovunque queste voci che escono da Formello e finiscono sui giornali: Tare che avrebbe perso potere, Tare in rotta con Sarri, Tare sottostimato da Lotito. Io credo che il legame tra Lotito e Tare - come tutti i legami di affari, potere, affetto, riconoscenza, recriminazioni e idee diverse - sia molto complicato. Davvero troppo, per derubricarlo ad un: Sarri ora sta simpaticissimo a Lotito, e dunque farà fuori Tare. Si tratta di una semplificazione, inevitabile per i giornali, ma che dobbiamo toglierci dalla testa. Muriqi è l'ultimo di alcuni acquisti sbagliati, ma è più che altro il simbolo di alcune sessioni di mercato poco proficue, o meno brillanti del solito ad essere buoni per il direttore sportivo albanese. E di un supporto a Sarri sul mercato, pur in un contesto complesso, non del tutto soddisfacente per lui e per noi. Muriqi è un falso problema.

    MURIQI FALSO PROBLEMA - Il nostro è ovviamente un attaccante con alcuni limiti e alcuni pregi: come molti giocatori, funziona se il contesto lo stima, se l'allenatore lo mette in condizione, se non ha il più grande bomber di quel club davanti. Si tratta di un giocatore normale che a Roma è andato malissimo: il suo rendimento è stato a tratti insopportabile, il suo utilizzo col contagocce, la sua esperienza è stata un fallimento. Il problema di Muriqi è il costo eccessivo: la Lazio pensava davvero che questo giocatore normale, forse perfino buono se messo in condizione, potesse in qualche modo vale 20 milioni? Come pensava di collocarlo in una rosa con il miglior bomber di sempre o quasi della Lazio, che ama giocare con pochi rivali a contendergli il posto, e predilige il centro dell'attacco? Difficile dirlo, ma è evidente che Tare che lo ha preso ha sbagliato del tutto le valutazioni.

    LA LEGGE DEL CAMPO - Il campo parla, su Muriqi ha parlato, il pallone è sempre molto trasparente e non ha amato questo ragazzone grezzo, forte fisicamente, che si è totalmente demoralizzato e demotivato e abbattuto. Piccola nota a margine: di scarsoni ne abbiamo avuti tantissimi, il problema di insultarli o dileggiarli c'è sempre stato, questo non li aiuta se indossano la nostra maglia. Un discorso che purtroppo è difficile da capire, se il cartellino addosso recita cifre astronomiche, ma vale la pena farlo sempre: questa mania di insultare i propri giocatori per il rendimento tecnico - non parliamo di impegno, rispetto, etc etc - una roba boh per un tifoso, molto più adatta ad un pay-per-view addicted. Vado allo stadio, se non mi piace quello che vedo fischio, per carità, ma durante il ritiro estivo? Davvero?

    TORNANDO A TARE - Sarri come sempre è stato chiaro, ed è altrettanto chiaro che le sue parole sul calciomercato da fare, sull'indice di liquidità, siano tutte, e sottolineo tutte, cose che possono mettere in difficoltà il potere di Igli Tare davanti all'opinione pubblica. Da qui a scalfirlo veramente - non è che Tare abbia sempre goduto di buona stampa, e i tifosi di certo non lo hanno sempre amato, anzi direi che lo apprezzano in pochi - ce ne passa. Ora il discorso su Tare per me è duplice: cosa pensiamo di lui veramente, e cosa pensa lui. Era un parvenu, uno che in questo mondo è entrato grazie a Lotito, si è fatto da solo, ha avuto un suo stile peculiare e mezzi di scouting suoi, che alla fine lo hanno premiato. La Lazio è stata sempre dove doveva stare, con poche eccezioni, il livello della rosa è cresciuto negli anni, mediamente ha fatto un lavoro importante. Io sono uno di quelli che rispetta il suo lavoro e la sua competenza, anche se non va più di moda. Non riconoscerlo è miope, ma è altrettanto miope non chiedersi cosa pensi davvero lui. 

    COSA NE PENSA TARE - Considera il suo ciclo finito? Vuole misurarsi altrove? Ha ancora le stesse motivazioni, la stessa fame, si sente ancora centrale e fondamentale per il progetto, per il suo reale lavoro di direttore sportivo e non di custode delle macchie sui muri di Formello o controllore degli steli del centro sportivo (cose che tutti i direttori fanno, ma che non sono il loro core business diciamo)? Si sente di poter incidere davvero, al netto di Lotito, al netto dell'indice, di Sarri, di mille variabili e di Muriqi che va in Inghilterra? Queste sono le vere domande, non quanto potere, come va con Sarri, etc etc. Quelle sono chiacchiere da taverna. E sapete come si risponde a queste domande? Non aspettiamoci risposte da lui, o che qualcuno davvero chieda. Le risposte le daranno le prossime due sessioni di calciomercato. I fatti, tanto cari al nostro direttore sportivo, ne quantificheranno per l'ennesima volta il valore, o daranno per l'ennesima volta voce ai suoi tanti detrattori e ai suoi pochi ma fedelissimi accoliti.

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