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  • Laziomania: ora possiamo fare un bilancio di Sarri e Mourinho?

    Laziomania: ora possiamo fare un bilancio di Sarri e Mourinho?

    • Luca Capriotti
    La Lazio si avvia verso l’ultima stagionale ad Empoli con la qualificazione alla prossima Champions League in tasca, provando a conquistare un incredibile secondo posto in classifica. Sarebbe gravissimo paragonarsi all’indicibile emozione provata dall’altra parte metaforica del Tevere. C’è ancora qualcuno, da quelle parti? Si sente solo silenzio. Fateci sapere che state bene, appena finite di vedere il video di un’aggressione ad una famiglia come unico e ultimo momento di esaltazione, e avete incensato abbastanza un allenatore carismatico, un bel po' manipolatore, e, cosa più grave di tutte nella sua narrazione, perdente

    NARRAZIONI DISTORTE - La situazione di Lazio e Roma (sì, può sembrare strano a chi abita in questa città, ma nonostante il silenzio esistono ancora) racconta tante cose, ma anche sullo stato del giornalismo e di questo ambiente. Sia Sarri sia Mourinho ci dicono molto di come la piazza romana sia permeabile, strana, manipolabile. Sarri in qualche modo ha dovuto combattere contro tante cose: la narrazione giochista vrs vittoria, le stilettate di un direttore sportivo geloso del suo potere, l’ingombrante predecessore in panchina, molto amato, molto criticato, uno di famiglia. Ha una sua narrazione, anche lui che non vuole averla: non ho gradito le sue parole sulle coppe europee, del tutto irrispettose di trofei, ma in generale di una mentalità vincente che secondo me non si può allenare a correnti alterne. Ha fatto un piccolo miracolo sportivo portando la sesta squadra per ingaggi in Champions League, nonostante l’indice di liquidità ed Igli Tare. Peccato che la mentalità vincente si costruisca ovunque. E questo è stato il vero difetto di Sarri, al netto del suo miracolo sportivo. Mourinho ha costruito una mentalità vincente, peccato che poi bisogna vincere. Se avessero vinto avrebbe avuto ragione su tutta la linea, come l’anno scorso. Ma se la mentalità vincente non è vincente, allora è solo mistificazione e illusione retorica. Se avessero vinto, avrebbe avuto ragione lui su Sarri. Se avessero vinto.

    IL REALE VALORE - Mourinho ora lo vede tutto Europa per come è: un signore di una certa età che finisce nei video motivazionali Instagram Motivazione e mindset Imprenditoriale, che non ha mai imparato a perdere, che se non vince perde ogni consistenza e ragione di essere, che ha costruito una macchina mediatica imponente a suo favore, ha plasmato la piazza a suo piacimento, l’ha mentalizzata e l’ha resa sua. La gente pensa che Mou sia la Roma. Anche noi, tanto per ricordarvi e non farvi sentire troppo superiori, pensavamo che Inzaghi fosse laziale. Forse ci scoliamo troppo calcio, o forse non sappiamo il reale valore di quello che sono questi Club, e di cosa siano tesserati professionisti che hanno mire, progetti e ambizioni spesso tossiche per la stessa salute delle società stesse. Per inciso, Mourinho dovrebbero insegnarlo ai corsi di consulenza, comunicazione, leadership, e a memoria ricordo pochissimi allenatori così in grado di aggregare una piazza così difficile. In Europa lo chiamano anti calcio, ma è un po' riduttivo. È oltre calcio: plasma menti e cuori, la gente si butterebbe di sotto per lui, e lo fa. In altre epoche avrebbe guidato rivoluzioni, anzi le avrebbe sadicamente sedate.
    Narrazioni: già si parla del nuovo gol di Turone, il fallo di mano di Fernando, il rigore ripetuto, non si parlerà più di una famiglia aggredita o di una coreografia citazionista o di arbitri insultati a favore di camera, una squadra esaltata a favore di camera (già, è quella la chiave), di una vita a favore di camera mentre il resto sostanzioso langue.
    Ha anche altri difetti: ha una panchina di agitatori strategici, monta di continuo polemiche e animosità, crea clima da battaglia perché in quel clima valgono gli uomini e non la tecnica, le idee, i concetti. Dionisiaco fino in fondo, a volte trova pane inglese per i suoi denti affilati. Chissà come giocherebbero le due squadre se si facesse una riforma sul tempo effettivo di gioco. Troverebbe il trucco, il modo, la parola giusta. Purché si vinca, tutto vale. Però poi nello sport esistono pure gli altri, anche se lui sembra trovarlo inaccettabile. E Sarri uguale. Anche Sarri porta la sua ossessione geometrica allo stremo, e sembra a volte ignorare forze, resistenze, riserve energetiche. Per lui gli altri sono solo una discromia, un fastidioso accessorio anti estetico.

    ALLA FINE - Alla fine, la narrazione anti-coppe di Sarri per me è stata un fallimento. La Lazio poteva arrivare in quella finale? Difficile dirlo, forse sì forse no. Però mollare tutto in quel modo è stato orrido, e dobbiamo dircelo. Come dobbiamo dirci che, invece, il cammino in campionato, che per me dice il vero valore di una squadra, è stato trionfante. La Lazio finirebbe in Champions Juve o non Juve, e questo per come siamo partiti, per le difficoltà incontrate e tutto il resto è una specie di grossa rivincita per il tecnico toscano. Avete sentito chiaramente come la penso sull'abbandono delle coppe, però i conti si fanno alla fine, non alla finale. Mi spiace solo una cosa: se avessero vinto, loro avrebbero ricordato per decenni la finale, mentre a noi sarebbe rimasto un ricordo sfumato di un secondo posto bello ma opacizzato. Se avessero vinto, Roma sarebbe una cagnara di schiamazzi, statue portoghesi, incenso e parate. Se avessero vinto, le mie chat del Fantacalcio mi avrebbero cercato a casa, avrebbero avuto altro di cui parlare rispetto all'arbitro, al rigore ripetuto, ai fuochi d'artificio comprati e ora da utilizzare in modi alternativi e creativi. Se avessero vinto.

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