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  • Laziomania: Radu grande scemenza, Lotito prende Alitalia ma non Wesley

    Laziomania: Radu grande scemenza, Lotito prende Alitalia ma non Wesley

    • Luca Capriotti

    Un po' di cose sparse, mentre ripenso a Stefan Radu, a 12 anni di battaglie e derby. Un buon giocatore, che ha conosciuto con Inzaghi una seconda giovinezza: duttile, intelligente, a volte parecchio sopra le righe. In un oceano in tempesta come la Lazio di Lotito è riuscito ad arrivare a 12 anni. Forse meriterebbe un addio un po' più serio di: "dai, trovati qualcosa che da noi hai finito". 

    Anzi no: nell'universo tentacolare e economicamente stabile di Lotito è forse il più grande regalo che potesse fargli, lasciarlo andare a 0. Anche Lulic probabilmente andrà a scadenza, e con lui salutiamo una parte dei senatori biancocelesti. 


    SENATORI VIA - Spesso mi sono interrogato se fosse colpa loro dei cali di tensione, dei finali amari, dei black-out che hanno caratterizzato molte Lazio in questi anni. Di certo è anche merito loro, molto merito loro, se questa Lazio può vantarsi con buona pace degli altri di essere l'unica squadra a vincere qualcosa in Italia con discreta frequenza a parte la Juventus. Perfino in maniera macroscopica: il gol di Lulic nel derby in finale di Coppa Italia è semplicemente già leggenda. Quella che tocca a pochi, pochissimi in tutta la storia centenaria della Lazio, Lulic già la vive addosso. Radu ha spesso dato segni di tifo, o quasi, per la Lazio, conquistando di fatto il cuore dei tifosi. InnamoRadu, appunto: in attesa di ufficialità e conferme, con questo scenario delineato si può dire che lasciare andare Radu così o è un segno di grande coraggio, o 'na grande scemenza? Non sono mai stato un innamorato pazzo di Radu, negli anni certe sue sfuriate non le ho mai capite. Ma è uno che sa tornare sui propri passi, è un uomo di valore e di parola, generoso e genuino. Uno dei pochi che saluta i giornalisti uscendo dallo spogliatoio con un sorriso. Se vi pare poco, non conoscete il mondo del calcio di oggi. 

    CAMBIAMENTI - La Lazio sta cambiando - è il tempo, non li vedi pure tu i capelli bianchi? - sta sostituendo alla vecchia nomenklatura dello spogliatoio un gruppo molto italiano (cit. Boris): ai vari Acerbi, Immobile, Parolo il compito di trasmettere tutto quello che c'è da trasmettere ai nuovi. Con Inzaghi ad esserne effettivamente e attivamente garante. Quando si vive il calcio e la Lazio come Inzaghi, la cosa migliore che può succedere ad un nuovo è esserne irrimediabilmente contagiato.


    LOTITO E TARE SPOILER - Un paio di note a margine: Lotito compra Alitalia, Tare non compra Wesley. Il primo è sulla bocca di tutti, spesso in maniera un po' amarognola. Paga tante cose, Lotito, in primis l'incapacità di stare simpatico a tutti, che nel politically correct attuale è un grosso problema. Poi una certa propensione a giocare su tantissimi tavoli, che lo rende al contempo pericoloso - per qualcuno - e pericolante - per qualche amicizia di troppo, affare di troppo. In casa Lazio c'è una fetta di tifosi che non lo tollererà mai, altri che lo ignorano, altri che alla fine hai visto mai lo apprezzano. Spoiler: se ad Alitalia non gli chiederanno di andare in Champions tutti gli anni, potrebbe trovarsi bene. Voglio dire una piccola cosa impopolare per qualcuno: non mi dispiace sapere che le grandi menate che ci ha fatto sul Fairplay finanziario, i bilanci, etc etc alla fine hanno risparmiato alla Lazio le grandi svendite giallorosse o le punizioni corporali UEFA che sta subendo il Milan. Lo so, vi ho ferito, amici anti-Lotitiani. Ma ho dato a Lotito quel che è di Lotito, moralizzato e coeso sì sì, macchietta per molti certo certo, però effettivamente con il potere reale. E una parte di quell'ombrello copre anche la Lazio. 

    WESLEYCRAZIA - Tare alla fine Wesley non dovrebbe farlo - manca solo la burocrazia inglese per la chiusura con l'Aston Villa - , il mercato è lungo, avrà tantissimi nomi, se ci pensate non è nemmeno iniziato e già qualcuno lo giudica. Mi limito a registrare che la Lazio con 22 milioni di sterline - quelli pagati per Wesley -  fa un intero mercato, se non riesce a cedere Milinkovic, e una neopromossa in Premier - pur con una storia affascinante - li spende per un solo giocatore. E dovrà prendere molti altri, se vorrà rimanere in Premier. Mentre alla Lazio già con quella cifra potrebbe perfino arridere una corroborante Europa League. Differenze di campionati ed economie, suppongo. 

    PIANTE - Sono abituato a giudicare il mercato di Tare alla fine della stagione dopo, registro solo che, dopo un paio di grossi abbagli presi l'anno scorso - Durmisi e Badelj su tutti, Berisha boh - il ds ha un bel po' di gatte da pelare, in entrata ma soprattutto in uscita. La Lazio fa fatica a vendere, deve farlo,  in entrata qualcosa di grosso va fatto - almeno 3 acquisti di livello, altrimenti si continua a fare le piante. 

    Esteticamente bellini, che prendono un po' di sole, a volte pure una bella rovesciata d'acqua che ristora - una bella Coppa Italia - ma sempre fermi. Le radici la Lazio le ha solide, ma se non decide di alzare i suoi rami verso l'alto, bisognerà rassegnarsi a prendere un po' di sole ogni tanto. Che d'estate andrà pure bene, ma per la Champions non basta di certo. 


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