Le bugie diverse di Conte, Marotta e Bergomi: poche storie, l’Inter deve vincere lo scudetto

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Antonio Conte, Beppe Marotta, Beppe Bergomi: il presente e la storia dell’Inter. Tutti un po’ - o forse molto - bugiardi quando si tratta di definire gli obiettivi dei nerazzurri in questa stagione. Dicono, i tre professionisti citati, che non c’è alcun obbligo di conquistare lo scudetto, perché ci sono squadre ben più attrezzate. Insomma, se l’Inter - dopo essere stata sbattuta fuori dalla Champions in un girone piuttosto facile - dovesse anche fallire l’assalto al campionato, sarebbe tutto normale, comprensibile, quasi scontato e inevitabile. Bugie.Bugie diverse, almeno nelle motivazioni.
Conte mette le mani avanti per proteggere se stesso: nel caso in cui arrivasse secondo o terzo oppure magari anche quarto, applauditemi perché vi ho riportato in Champions; se poi dovessi addirittura portarvi lo scudetto, allora costruitemi direttamente un monumento. Lui, insomma, merita sempre un elogio. A meno che non riesca a trascinare l’Inter più giù del quarto posto, impresa quasi irrealizzabile.
Marotta segue le parole di Conte perché il patto di ferro - messo assieme con lo scotch - prevede che la società scarichi l’allenatore di responsabilità. E’ quanto ha preteso Antonio, a maggior ragione da quando gli hanno detto che non si possono spendere cifre folli sul mercato: non voglio che qualcuno mi rinfacci di avere fallito la corsa allo scudetto. E il dg, uomo abituato a navigare in acque difficili per il bene comune, è fedele alla linea.
Bergomi, poi. Sulla sua onestà intellettuale non abbiamo dubbi, anzi: in questa stagione ha mostrato un tale apprezzamento nei confronti del “nemico” Milan che i tifosi rossoneri lo hanno quasi adottato come uno di loro. Parlando dell’Inter, mercoledì notte a Sky, è però andato un po’ oltre: “Non mettiamo pressione ai nerazzurri. Hanno la quarta rosa del campionato: sono migliori la Juve, il Napoli e il Milan”. Addirittura. Evidentemente l’antico affetto lo ha un po’ tradito e ha provato a mettersi a protezione del suo vecchio e primo amore, seguendo la linea Conte-Marotta. Con scarso successo. Del Piero lo ha contraddetto e sommerso di battutacce, tipo: “Non mettiamo pressione al Benevento, adesso…”.
Checché ne dicano Conte, Marotta e Bergomi, la verità è un’altra: l’Inter è costruita per vincere. Perché è fortissima e ricca di campioni. Perché questi campioni li paga (e alcuni li strapaga). Perché ha l’unico allenatore della Serie A che abbia vinto uno scudetto (pure questo dovrebbe essere un valore aggiunto, altrimenti è inutile avere ingaggiato uno dei tecnici più ambiti e costosi d’Europa). E poi perché è l’Inter, che per definizione deve competere per vincere. Non solo: la sciagurata eliminazione dalla Champions dà ai nerazzurri un vantaggio in più, essendo l’unica squadra tra le favorite a non avere intralci europei nella corsa allo scudetto. Un aiuto certamente non voluto, ma significativo.
Conte e Marotta (non Bergomi, che è un osservatore esterno) dovrebbero assumersi la responsabilità di essere obbligati a vincere. Senza fare storie, senza trovare scuse. Perché guidano l’Inter. Questa Inter.
@steagresti
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Perchè sono acquisti di oltre 4 anni fa, mentre stiamo analizzando un percorso triennale (e ti spiego il perchè ci basiamo su base triennale: ogni piani di crescita industriale si basa sui canoni 5 anni, ma al terzo anno solitamente dovrebbero già rsccogliersi i frutti e programmare il nuovo corso per evitsre che tra un piano di crescita e l'altro ci sia una zona di vuoto che annulli tutti gli sforzi fatti nei 3 anni precedenti.
Senza contare che mentre il milan dai suoi errori di mercato di due anni fa ci ha sempre rimesso con pesanti minusvalenze (-18 higuain, -12 caldara, -1 bonucci), l'inter da quegli errori di mercato ci ha ricavato comunque plusvalenze (gabigol 2mln di plusvalenza, kondogbia 4mln di plusvalenza, j mario è ancora di proprietà del club dunque bilancio sospeso).
E sempre senza dimenticare che un conto è prendere gabigol, dargli uno stipendio di 2 mln per un anno, mandarlo in prestito (stipendio pagato da altri) e farci una plusvalenza, altro conto è prendere higuain in prestito oneroso di 18 mlm, dargli 9,5 mln di stipendio e poi non onorare il prestito perdendo il valore speso per il prestito iniziale.
Spero sia chiaro del perchè non li ho considerati, ma anche considerandoli le questioni sono poco paragonaili, l'inter ha saputo limitare i danni degli errori che ha fatto, il milan ha fatto quasi 60 mln di minusvalenza nel giro di 3 anni...
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