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  • Leccemania: giocare o non giocare, non è solo questo il problema

    Leccemania: giocare o non giocare, non è solo questo il problema

    • Stefano Gennari
    Riprendendo la citazione shakespeariana si vuole evidenziare come le decisioni della politica non devono essere ridotte alla non semplice questione del giocare o meno ma a tutto ciò che ne deriva da un campionato da terminare entro agosto. Per ora la palla rimbalza, se vogliamo utilizzare una metafora calcistica, da un’istituzione all’altra senza prendere alcuna decisione o, al contrario, chi spinge per prenderla ed anche in tempi brevi.

    RITORNO IN CAMPO – Se si dovesse tornare in campo la questione sanitaria sarà sicuramente quella cruciale di cui appunto se ne discutono i protocolli e le relative precauzioni. Non ci sono state ancora però tutte le risposte al riguardo, come quella fatidica nel caso in cui un calciatore o un membro dello staff dovesse risultare positivo. Da protocollo dovrebbe mettersi in quarantena tutta la squadra, quindi si fermerebbe di nuovo il campionato e probabilmente in modo definitivo. La domanda è se vale la pena prendersi questo rischio ma la risposta può essere che potrebbe non accadere tutto ciò e che quindi il campionato possa terminare. Una cosa è certa, questo nessuno può prevederlo quindi anche il calcio, come tutti noi, potrebbe decidere di iniziare la fase di “convivenza con il virus” anche se, appunto, non è detto che arrivi sui campi di gioco. Il problema, al momento, è quello di poter iniziare i campionati poiché la calendarizzazione della Serie A dipende anche dalla possibilità di svolgere gli allenamenti e questo potrà essere fatto dal 18 maggio purché non vi sia una risalita dei contagi. Appurato ipoteticamente che il campionato possa ripartire ci si chiede allora come risolvere la questione dei contratti dei calciatori che giungeranno alla scadenza proprio durante svolgimento del campionato. Ponendo la questione a livello generale ci focalizziamo anche sul Lecce che ha giocatori in prestito nella propria rosa e il 30 giugno dovrebbero rientrare alla “base”. A seguire bisognerà capire come organizzare il calciomercato che potrebbe svolgersi in contemporanea al calcio giocato, per ovvi motivi di tempistica, e creare situazioni di disagio tra società e calciatori in trattativa. Nel decidere bisognerà mettere sul tavolo tutti i punti della questione e vedere il calcio come azienda, piuttosto che semplice gioco, porterà a riflettere ciò che vale la pena fare e ciò che è sacrificabile.

    E SE DOVESSIMO FERMARCI? – La questione in caso di sospensione del campionato è abbastanza spigolosa per il Lecce che proprio dall’ultima giornata disputata si è ritrovata nella zona rossa che porta alla retrocessione in coabitazione con il Genoa che però è davanti per la differenza reti. Nel ricercare la soluzione, in caso di congelamento della classifica si è parlato di play out, ma non sembra ancora una soluzione concreta, ma anche di far retrocedere le ultime due (quindi il Lecce sarebbe salvo) per far salire le prime della Serie B con tanto di ricorso già preventivato (o più propriamente minacciato) dal Frosinone. Se i ciociari dovessero spuntarla in questa diatriba chissà che le squadre da far retrocedere non diventino tre con tanto di danno al Lecce che si trova in diciassettesima posizione solo per la differenza reti e ancora dodici partite da disputare, tra cui gli scontri diretti con Genoa e Sampdoria, senza dimenticare che i blucerchiati hanno una partita in meno ed hanno un solo punto di vantaggio sui propri conterranei e i giallorossi stessi. Questioni di punti, pochi o pochissimi, sia in Serie A che in B che non possono pesare con tante partite dalla fine e, se gli uffici istituzionali nel decidere rischiano di scontentare più di qualcuno, allora solo il pallone potrà essere il giudice imparziale.

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