Calciomercato.com

  • L'Heidenheim rimane in Bundesliga: pochi soldi e identità, ecco l'impresa del Ferguson tedesco

    L'Heidenheim rimane in Bundesliga: pochi soldi e identità, ecco l'impresa del Ferguson tedesco

    • Federico Targetti
    Se vi siete scaldati per quello che è riuscito a costruire e mantenere il Monza negli ultimi anni in Italia, allora non potete non gioire per la salvezza dell'Heidenheim, divenuta ufficiale nel fine settimana. Si tratta di una squadra alla prima partecipazione in assoluto nella massima serie tedesca dopo quasi 80 anni di storia, con un budget miserrimo, paragonabile al ribasso solo a quello del Darmstadt retrocesso, e una rosa composta quasi esclusivamente da calciatori tedeschi, pur con varia origine. Gli unici due che non hanno la bandiera della Germania sulla carta d'identità sono austriaci. Vicino, insomma.

    IL FERGUSON TEDESCO - Heidenheim fino a pochi mesi fa era nota solo per aver dato i natali al Feldmaresciallo Rommel, che ci ricordiamo nei libri di storia come la Volpe del Deserto protagonista in negativo nella Seconda guerra mondiale, ma il condottiero di oggi è decisamente un eroe migliore. L'allenatore, Frank Schmidt, è ormai un'istituzione dalle parti della Voith Arena. Originario del posto, è dal 2007, anno della scissione dalla polisportiva locale, alla guida del club e non vuole riconoscimenti esagerati per aver portato il club dalla quarta serie alla Bundesliga. "Gli offro di fargli una statua e non la vuole, gli offro un contratto fino alla pensione e non lo vuole. Questo è Frank", dice l'ad Holger Sanwald. Schmidt è stato protagonista nel 2013 insieme a Jurgen Klopp di un documentario sui giovani allenatori tedeschi, ma non si è mai montato la testa. Dieci anni dopo, in seguito ad una promozione folle dalla Zweite Bundesliga, con una rimonta nel recupero sul Regensberg da 1-2 a 3-2, in molti hanno storto il naso perché colossi come Schalke e Hertha Berlino sono rimasti giù. Ma il piccolo Heidenheim ha saputo reggere l'urto anche nella massima serie.

    I PROTAGONISTI - E i volti della salvezza non possono che essere quelli di Kevin Muller, Lennard Maloney, Jan-Niklas Beste e Tim Kleindienst. Il primo è il portiere, balzato agli onori della cronaca suo malgrado per un liscio clamoroso provocato da un rimbalzo beffardo contro l'Eintracht Francoforte, ma a difesa dei pali del club ormai da quasi dieci anni. Il secondo, che ha scelto la nazionalità statunitense, ha in mano le redini del centrocampo, mentre il terzo, prodotto delle giovanili del Borussia Dortmund che a gennaio piaceva anche alla Fiorentina, si è confermato su grandi livelli da esterno con 7 reti e ben 13 assist. Discorso a parte per Kleindienst, 14 gol nella sua prima esperienza in Bundesliga a 28 anni: il suo cognome in tedesco vuol dire "Piccolo servizio", e rende bene l'idea della sua carriera, culminata con la doppietta al Bayern Monaco che ha insieme avviato l'Heidenheim verso la storica salvezza e il Bayer Leverkusen verso il titolo. E alla Voith Arena, lo stadio più alto della Bundes sopra il livello del mare, è partita la festa. 

    Commenti

    (1)

    Scrivi il tuo commento

    limort...
    limort...

    questo è un razzista, fa giocare quasi solo tedeschi, mentre dovrebbe essere il contrario. come d...

    • 3
    • 2

    Altre Notizie