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  • Magnifico provocatore:| Ronaldo, sberleffi e Dinho

    Magnifico provocatore:| Ronaldo, sberleffi e Dinho

    Il primo confronto è un fuori programma: Ronaldinho, indispettito dai fischi durante il riscaldamento, si piazza la palla sulla testa e la tiene in equilibro, si abbassa sulle ginocchia per essere stabile e cammina così fino a che, soddisfatto, dà un colpetto e abbandona l'esibizione. Dimostrazione di abilità, poteva andare avanti all'infinito. Dall'altra parte Ronaldo si piazza di schiena al brasiliano e fa scivolare la palla sopra la testa, con tanto di curva parabolica sulla cresta laccata, un solo giro e poi la molla. Dimostrazione di forza. Una risposta immediata, tanto per far capire che aria tira.

    Ronaldo è fisico, è potente, si prende la scena con ogni gesto. Parte con il doppio passo, che semina gli avversari e gli confonde anche le idee e infatti è solo un riscaldamento perché subito alza il ritmo e sposta la difesa a forza di progressioni. Aggredisce tutto: spazio, avversari, azioni fino a che non ferma la partita. Con calma. Tanta irruenza e poi l'azione del gol, su punizione, è al rallentatore: la studia, la pensa, la visualizza mentre se ne sta fermo, mani sui fianchi, e lascia che gli altri sbraitino per la distanza della barriera. Cristiano si concentra. Mai stato così a suo agio, tanto centrale e presente, tanto consapevole e rispettato. La diga del Milan si sfalda, il tiro di Ronaldo diventa il primo gol, anche la sua prima rete in Champions dopo le 5 segnate in campionato. La saluta a braccia larghe. Muscoli tesi e salti plastici. Mima l'urlo più che strillare davvero e se ne sta a bocca aperta, una statua. Riempire, occupare, il portoghese non ne ha mai abbastanza e si accanisce. Si mette a servire chiunque e va tanto veloce che i suoi non lo seguono e sprecano aperture perfette.

    A gioco fermo mima la locomotiva in corsa, mulina le braccia e cerca intese. È lanciato. Avere Mourinho alle spalle lo rende tranquillo, stabile. José gli porta via pure qualche marcatura: è la prima stagione senza fidanzate tradite pronte a ricordare notti bollenti in prima serata, escort innamorate o cantanti abbandonate che lanciano singoli in nome della passione che fu. Persino la storia del ragazzo padre è sparita dal primo piano, in bella vista sono rimasti solo i suoi pettorali che esplodono nella pubblicità dell'intimo appesa in formato gigante un po' ovunque. Sono gli stessi muscoli che si gonfiano sotto la maglia blanca, versione stretch, gli stessi che sfodera a fine partita.

    Ronaldinho deve piacergli poco o forse capisce che stuzzicarlo aizza il Bernabeu, perché lo punzecchia, gli gira intorno, lo cerca e lo accusa di averlo steso con un'entrata sul calcio piazzato che prova all'inizio del secondo tempo. Gli punta l'indice contro, lo indica all'arbitro. Ci prende gusto e in modo teatrale perché la curva guardi e apprezzi. Dicono che ormai possa muoversi come vuole. Non gli sono concessi ritardi agli allenamenti, ma questo non è mai stato un suo problema. Ronaldo è quello delle ore di lavoro extra in palestra, è quello fissato con le punizioni da provare e riprovare. Non c'è bisogno di chiedergli disciplina. Se la porta dietro da solo, gli serve per mantenere il fisico di cui va tanto fiero. Lui vuole altro, libertà di gestione, nessuno che giudichi la sua vita privata e che limiti gli spostamenti per gli sponsor.

     


     


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