Calciomercato.com

  • Maldini, 4 motivi per salutare il Milan: rischia di essere complice di una gestione più presuntuosa che capace

    Maldini, 4 motivi per salutare il Milan: rischia di essere complice di una gestione più presuntuosa che capace

    • Alberto Cerruti
      Alberto Cerruti
    Che cosa farà Maldini? Rimarrà per il terzo anno al Milan come dirigente, o tornerà a essere soltanto un (grande) tifoso della sua squadra del cuore? Le domande si accavallano in questa interminabile crisi senza calcio, anche perché il diretto interessato non ha mai fatto trapelare il minimo indizio, nemmeno dopo il brusco addio del suo amico ed ex compagno Boban. Proprio ripensando a questa forzata separazione, però, a costo di essere smentito e in questo caso disposto ad ammettere il mio errore, penso che Maldini saluterà Gazidis e il fondo Elliott, per almeno quattro motivi.

    Prima di tutto, perché proprio lui aveva chiamato Boban, dopo il ritorno di Leonardo a Parigi, e insieme avevano lavorato in perfetta sintonia concordando tutto, ma proprio tutto, a cominciare dal turnover nelle rispettive dichiarazioni pubbliche. Rimanere al Milan senza Boban, quindi, significherebbe tradire in un certo senso un amico, avallando indirettamente i tempi e i modi del suo clamoroso licenziamento. In secondo luogo, Maldini non potrebbe più fidarsi di un dirigente come Gazidis, che oltre a non conoscere il calcio italiano ha già mancato di rispetto anche lui, non soltanto perché aveva contattato Rangnick, ma soprattutto perché lo aveva fatto a insaputa degli uomini responsabili dell’area sportiva, Boban e lo stesso Maldini appunto.

    Il terzo motivo è legato al merito della scelta di Rangnick, che lo stesso Maldini aveva definito “un profilo non adatto al Milan”, dimostrando un’evidente divergenza di opinioni rispetto a Gazidis. Il quarto, e non meno importante, motivo riguarda il ruolo che Maldini dovrebbe ricoprire, perché con i pieni poteri affidati a Gazidis, in quanto intimo amico di Gordon Singer figlio del proprietario del fondo Elliott, l’ex capitano rossonero rimarrebbe soltanto come classica bandiera, per far credere ai tifosi che nel nuovo Milan c’è ancora posto per chi rappresenta il glorioso passato, sempre più remoto purtroppo. Con l’arrivo di nuovi manager stranieri, Maldini al massimo potrebbe essere ascoltato, ma sicuramente non avrebbe alcun potere decisionale, oltretutto senza la “spalla” di Boban. 

    E allora, visto che non è stupido e per sua fortuna non ha bisogno di soldi, anche se i soldi fanno comodo a tutti, ci chiediamo perché Maldini dovrebbe accettare di rimanere “per amore del Milan”, ma in realtà per essere strumentalizzato da chi deciderà, per esempio, se vendere o no Donnarumma. E’ vero che Maldini non se ne è andato subito insieme con Boban, per evitare di creare altri motivi di turbativa in un momento delicato della stagione. Ma ciò non significa che voglia rimanere a tutti i costi. Come stanno ripetendo tutti gli ex milanisti che osservano dall’esterno, da Albertini a Simone, con questa dirigenza il futuro è una grossa incognita. Gattuso e Boban, in tempi  diversi, lo hanno capito in fretta. E quindi se, al contrario di loro, Maldini accettasse di rimanere rischierebbe di trasformarsi in un involontario complice di una gestione che sta dimostrando di avere più presunzione che competenza. Ecco perché una sua uscita di scena, con la stessa classe con cui salutò tutti a Firenze nella sua ultima partita con la maglia del Milan nel 2009, meriterebbe soltanto applausi. In attesa, magari, di vederlo lavorare alla Fifa con Boban. Ma questo, per adesso, è un altro discorso. 

    Altre Notizie