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  • #Maldini49: tra Donnarumma, il figlio Daniel e un ritorno al Milan che non c'è

    #Maldini49: tra Donnarumma, il figlio Daniel e un ritorno al Milan che non c'è

    • Alessandro Di Gioia
    Chissà come Paolo Maldini avrebbe immaginato il suo quarantanovesimo compleanno il 31 maggio 2009, sette anni fa, nel giorno del suo effettivo ritiro con l'ultimo match disputato in maglia rossonera contro la Fiorentina. Quasi duemilaottanta giorni dopo, lo storico numero tre del Milan, l'ultimo alfiere (per ora) di una dinastia che ha intessuto la sua storia a quella del club italiano più vincente in Europa, non è ancora riuscito a riabbracciare i colori che gli tingono l'anima.

    Il Vecchio Cuore di Drago, capitano di mille battaglie in Italia e nel mondo, è in esilio: una lontananza che, se per certi versi è stata dettata dagli eventi e dai rapporti non più idilliaci con una parte della vecchia dirigenza rossonera, è diventata volontaria, quando Paolo ha scelto di propria sponte di non rientrare a far parte del Milan nemmeno con l'installazione della nuova società cinese. Scelta lecita e personale, ma che ha deluso migliaia di tifosi rossoneri, pronti a riabbracciare finalmente il proprio capitano,e magari tributargli ancora e questa volta senza intoppi la famosa standing ovation funestata da qualche becero di troppo nel giorno del suo addio a San Siro.

    Paolo, al momento, è ancora lontano. Come ormai è lontano Cesare, altra bandiera ammainata, colui che ha alzato la prima Coppa dei Campioni rossonera e italiana al cielo di Londra, nel lontano 1963. Una dinastia rossonero-dorata, che però continua con Daniel, il secondogenito, appena laureatosi campione d'Italia con l'Under 16 del Milan: un trequartista con il vizio del gol, quanto di più distante ci possa essere dal padre e dal nonno. Tranne che per le vittorie, ai quali sembra avvezzo sin dal principio della carriera.

    Quelle vittorie che i tifosi rossoneri speravano avrebbe centrato con la prima squadra anche Gigio Donnarumma, colui che era considerato fino a meno di un mese fa il "Maldini del futuro": l'affaire legato al rinnovo e a Mino Raiola ha guastato quanto di magico si era creato, forse irreparabilmente.

    E allora ci sembra giusto chiudere questa celebrazione dei 49 anni di Paolo con una frase indicativa e importante, rilasciata dall'ultimo numero 3 nell'intervista al nostro direttore Stefano Agresti, uscita proprio un paio di settimane fa su Calciomercato.com: "Donnarumma? Se me lo trovassi di fronte gli direi di scegliere in libertà ciò che ritiene meglio per sé, ciò che pensa possa farlo sentire bene. Nel caso in cui ne sia convinto, rimanga al Milan. Mettendosi però alle spalle quello che stanno dicendo ora di lui: parlano di bandiera, gli danno del traditore... Niente di tutto ciò.  Per cambiare squadra devono esserci tre componenti: un club che ti vuole, la tua società pronta a cederti, il tuo desiderio di andartene. Per quanto mi riguarda c'era la prima condizione, non so se ci fosse anche la seconda, ma la terza non c'è mai stata: ho sempre scelto di restare".

    Per amore. Un amore rosso, come il diavolo, e nero, come il terrore da incutere negli avversari.

    Buon compleanno, #Maldini49!


    @AleDigio89

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