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  • Manchester City-Inter, emozioni da Istanbul: mille trattative, kebab e un taxi in 6 a 180 km/h su una Fiat Egea

    Manchester City-Inter, emozioni da Istanbul: mille trattative, kebab e un taxi in 6 a 180 km/h su una Fiat Egea

    • Guarro, inviato a Istanbul
    Difficile spiegare Istanbul a chi non c’è mai stato, anzi, probabilmente è difficile capirla anche restandoci pochi giorni, com’è capitato a noi. Quindici milioni di abitanti e un territorio vasto 5 volte quello di Roma, a cavallo tra Europa e Asia. Istanbul è una città meravigliosa, che però richiede continue corse affannose da un punto cardinale all’altro. Non importa dove si debba andare, ma qualsiasi punto da raggiungere non sarà mai a meno di 30 minuti di taxi.

    E se dal centro vuoi raggiungere lo stadio di Ataturk, devi considerare di impiegare almeno il doppio del tempo, se non il triplo. Perché prima dovrai trattare con il tassista. Sì, a Istanbul funziona così, qualsiasi percorso va prima trattato con il conducente, che non ha alcuna intenzione di affidarsi al tassametro e il più delle volte, neanche al codice della strada. 

    Manchester City - Inter (21:00 10/06)

    All’una di notte, passeggiando da Piazza Taksim al ponte di Galata, fa un certo effetto vedere riversate per strada decine di migliaia di persone. Restituendo una socialità che molti paesi europei sembrano aver smarrito. E poi c’è la finale di Champions a trasformare ancor di più tutto in una festa. Con i ristoratori che ti invitano a sederti urlando “Come on, forza City”. Ma quando gli dici, sono italiano, sono pronti a ravvedersi immediatamente: “Grande Calhanoglu, forza Inter. Siamo interisti”. E probabilmente è davvero così, perché non si contano i turchi che per le strade della città intonano cori in favore dei nerazzurri, vestiti con le maglie del club milanese. Calhanoglu da queste parti è un idolo, per alcuni anche il migliore calciatore turco della storia. E poi ci sono molti calciatori passati dal Gala all’Inter e viceversa: Felipe Melo, Sneijder, Okan Buruk, Emre. Per finire a Mario Icardi, pronunciato proprio così. “Ma di sicuro faremo il tifo per voi, in Turchia amiamo l’Italia”. 

    A fine giornata sono quasi 20 i km percorsi a piedi, faticosi, ma indispensabili per digerire pranzo, cena e baklava, il dolce tipico a base di noci, pistacchi, mandorle, zucchero, pasta sfoglia e miele. Una bomba a orologeria pronta a minare qualsiasi vostra certezza. Istanbul è una città che sa accoglierti, che fa di tutto per farti sentire a casa. Certo, poi stasera c’è una finale che veicola emozioni, quelle che rischiano di condizionare certi ricordi. Molto più che una corsa in taxi a 180 km/h, in sei in una Fiat Egea, col tassista al cellulare.

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