Calciomercato.com

  • Mancini: 'Balotelli non farà la fine di Adriano. A Nizza può diventare grande'

    Mancini: 'Balotelli non farà la fine di Adriano. A Nizza può diventare grande'

    L'ex allenatore dell'Inter, Roberto Mancini, ha concesso una lunga intervista a L'Equipe in cui ha parlato a lungo soprattutto del futuro di Mario Balotelli: "Perché tutti hanno sempre qualcosa da dire su Mario? Credo che sia anche stancante per lui. Ma alla fine ho accettato, perché sono felice per lui che stia andando bene al Nizza. Con me si è sempre comportato bene".

    GIOCATORE FANTASTICO - "Una parola per definire Mario? Fantastico. Sia come giocatore che come ragazzo. Nel bene e nel male. Per me è un giocatore speciale, per tutto ciò che ha fatto in campo e anche fuori. Spero che capisca di avere una chance per diventare un giocatore d'alto livello. Con il Nizza deve segnare almeno venti reti in questa stagione! Per lui fare gol deve essere una cosa normale".


    IL DEBUTTO - "Ho cominciato a farlo giocare nell'Inter quando aveva diciassette anni. Visto che io ho iniziato a giocare in Serie A a sedici anni, mi piace far debuttare i giovani. Lui era davvero impressionante, ero certo che sarebbe divenuto un fuoriclasse. In campo era tranquillo e giocava con sangue freddo. Durante quella stagione, è sempre stato perfetto in allenamento e in partita. All'Inter tutti lo presero in simpatia. È diventato campione d'Italia alla sua prima stagione, ed è raro".

    NON E' FRAGILE -
    "Però, a diciassette anni, non poteva sopportare tutta quella pressione che gli è salita addosso. Una cosa che può pesare su un ragazzo sensibile come Mario. È un bravissimo ragazzo, con un cuore grande. Con me è sempre stato rispettoso". 

    NON E' IL NUOVO ADRIANO - "Non possiamo permetterci di sprecare le qualità che il Signore ci ha donato. Ricordo Adriano, che ho avuto all'Inter. Poteva diventare un crack indredibile, ma si è perso. Chi più forte tra Adriano e Balotelli? Balotelli. Adriano sfruttava bene le suo doti fisiche, ma Balotelli è un'altra cosa. Lui ha delle qualità tecniche che Adriano non possedeva".

    L'ESPERIENZA AL CITY - "Al City? Doveva adattarsi a un altro calcio. E alcuni avversari lo provocavano. Cadeva nella trappola. In Inghilterra, i tabloid erano felici di avere Mario. Tutti i giornali... Erano in estasi. Era importante per lui come per me tenere alta la bandiera italiana all'estero. Speravo che la sua testa funzionasse bene nel giorno delle partite. Eliminazione in Champions? Sì, senza quel cartellino rosso ci saremmo qualificati. Ha fatto qualche stronzata nella sua carriera. Ero arrabbiato con lui e lo stesso i suoi compagni. Mario siglò tredici gol in Premier League nella stagione del titolo. Divenne l'idolo dei tifosi del City. Perché un giocatore come lui piace ai tifosi. Si innamorarono di lui".

    WHY ALWAYS ME? - "Vorrei vedere sempre il Mario di quel derby. Quando ha mostrato quella maglietta (con scritto Why always me?) mi sono detto veramente che era un fenomeno. Chi poteva pensare di fare una cosa simile? È un fenomeno per il modo in cui le cose gli vengono in testa".

     


    Altre Notizie