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  • Meglio il Milan, ma troppi errori in zona gol. L'Inter si è normalizzata e ringrazia Mariani per il rigore non dato

    Meglio il Milan, ma troppi errori in zona gol. L'Inter si è normalizzata e ringrazia Mariani per il rigore non dato

    • Alberto Polverosi
      Alberto Polverosi
    Trattandosi di un derby e con la regola sempre in vigore dei gol che, segnati in trasferta, valgono doppio in caso di parità di punti e di reti, lo 0-0 del derby dell’andata della semifinale di Coppa Italia favorisce più il Milan (che giocava in casa) dell’Inter: al ritorno con l’1-1 o il 2-2 passano i rossoneri, i nerazzurri devono solo vincere. Il Milan, però, per quanto prodotto in 90 minuti avrebbe meritato la vittoria piena già in questa prima gara e se non c’è riuscito la colpa è sua (troppe occasioni sbagliate) e anche di Mariani che non ha fischiato un rigore piuttosto chiaro in area nerazzurra. Meglio la squadra di Pioli, come gioco, come qualità individuale, come aggressività. L’Inter è ancora la copia sbiadita dello squadrone che fino a un po’ di tempo fa dominava la scena. Zero gol anche stavolta, sono 4 partite ufficiali che non segna e in questa partita poche volte (assai meno del Milan) c’è andata vicina. Peraltro non vince da 5 gare ufficiali di fila (3 pareggi e 2 sconfitte): non accadeva da febbraio 2018, quando restò senza successo per 10 gare consecutive. Il ritorno è previsto fra un mese e mezzo, per arrivare alla finale Inzaghi dovrà restituire all’Inter forza, corsa e brillantezza.

    LO SGUARDO DI SHEVA -  Il momento più forte, più vero e più sentito del derby è arrivato prima del fischio d’inizio, quando sul megaschermo di uno stadio che il Milan aveva riempito di bandiere gialloazzurre dell’Ucraina è apparso il volto di Andryi Shevchenko. Più delle parole belle, toccanti, profonde, è stato lo sguardo a colpire. Aveva intorno la bandiera del suo Paese e gli occhi erano persi, smarriti, occhi che chiedevano una mano. “Cari amici italiani, da San Siro vi chiedo di far sentire forte il vostro sostegno per la pace in Ucraina. Il popolo ucraino vuole pace. Perché la pace non ha confini. Perché ciò che ci unisce deve essere più forte di ciò che ci divide. Fermiamo insieme questa guerra. Un abbraccio a tutti”. Bravi quelli del Milan, la sensibilità è un valore non troppo comune al mondo del calcio.

    MEGLIO IL MILAN - Poi è cominciata la partita e anche sul campo il Milan ha fatto meglio dell’Inter. Nei primi 10 minuti ha creato una buona occasione e sciupato due vere palle-gol, la prima con Saelemaekers (prodezza di Handanovic, ma il belga ha calciato senza troppa convinzione: poteva e doveva fare meglio), la seconda con Hernandez (conclusione fuori di poco). Il tiro di Saelemaekers è nato dall’ostinazione della modaiola costruzione dal basso: è stato Brozovic, servito da Handanovic al limite dell’area nonostante la marcatura stretta di Krunic, a dare la palla al belga. La difesa dell’Inter aveva dei problemi soprattutto dalla parte destra dove Skriniar era risucchiato lontano dalla linea difensiva da Leao che così si ricavava tutto lo spazio necessario per accendere il turbo e scappar via allo slovacco. Con uno dei suoi strappi, il portoghese ha provocato l’ammonizione di Brozovic, ma per fortuna dell’Inter la sua mira in zona-gol era tutt’altro che precisa.

    LE SCELTE DI PIOLI - Il Milan marcava Brozovic con Krunic, però quando entrava in possesso palla il bosniaco si univa alla fase offensiva e quasi sempre Brozovic non se ne occupava, così in area nerazzurra aumentava la pericolosità. L’ultima possibilità del primo tempo è finita proprio sul piede di Krunic, servito in piena area di rigore da Saelemaekers. Conclusione sbagliata. Dopo meno di mezz’ora, Pioli ha perso Romagnoli per un problema agli adduttori della coscia sinistra e ha fatto entrare Kalulu (nemmeno un errore) al fianco di Tomori. In attacco l’Inter si è vista un paio di volte, con una conclusione di Dzeko murata da Tomori e una punizione laterale di Calhanoglu deviata in angolo da Leao. Francamente poco.

    INTER INTRISTITA - A differenza dell’ultimo derby del campionato, perso in rimonta 1-2, la squadra di Inzaghi non ha mai dato l’impressione di poter controllare la partita. Si è normalizzato Barella, ha perso un po’ di forza Dumfries, ha perso visione Brozovic, mentre davanti Lautaro Martinez ha confermato la sua difficoltà non solo in zona-gol ma anche nei movimenti. Non solo, in questo derby anche Perisic è stato ingabbiato da un attentissimo Florenzi. Insomma l’Inter ha confermato di non essere nel suo momento migliore. E’ una squadra intristita.

    ERA RIGORE - Quando Leao ha finalmente inquadrato la porta, alla fine di una splendida azione condotta dal Milan con un solo tocco a giocatore, Handanovic ha piazzato un’altra parata decisiva. Era il 1' del secondo tempo, il Milan è ripartito costruendo le migliori occasioni della gara. Un’altra è arrivata qualche minuto dopo con un tiro in piena area di Saelemaekers respinto da Bastoni. Ma la vera occasione sarebbe stata quella su rigore se Mariani avesse visto bene l’abbraccio e l’affossamento di Skriniar a Giroud, con l’interista che non ha mai guardato il pallone. Maldini aveva chiesto arbitri esperti dopo gli errori di Serra e Marchetti ed è stato accontentato d Rocchi: Mariani è internazionale ma l’errore, a sfavore del Milan, c’è stato anche stavolta.

    5 CAMBI - A metà ripresa Inzaghi ha tolto i due giocatori meno brillanti, Martinez (peraltro ammonito) e Barella per mettere Sanchez e Vidal. Un minuto dopo Pioli ha risposto con tre cambi offensivi (Messias, Brahim Diaz e Rebic) togliendo però l’attaccante più pericoloso e in grande condizione, Leao, oltre a Krunic e Saelemaekers. Forse il tecnico pensava già al Napoli, voleva conservare Leao in questa forma, ma toglierlo da questo derby non è sembrata una grande idea. Skriniar, che si è ritrovato lo sconclusionato Rebic, ha tirato un sospiro di sollievo: era la sua partita numero 200 da interista, meglio chiuderla senza altri affanni. Per due volte l’attaccante croato ha fatto confusione nella scelta finale, avrebbe dovuto concludere invece ha scaricato la responsabilità sui compagni e ha sbagliato. E ha continuato a sbagliare per il resto della gara, tantoché alla fine sarà nettamente il peggiore fra i rossoneri. Inzaghi ha provato a ravvivare la squadra col ritorno, dopo due mesi e mezzo, di Correa entrato al posto di Dzeko. Di nuovo immediata la risposta di Pioli con Calabria per Florenzi. Con l’ultimo doppio cambio, a 2' dalla fine, Inzaghi ha cambiato gli esterni e ha fatto esordire Gosens mettendolo sulla fascia sinistra al posto di Perisic, poi Darmian a destra per Dumfries.

    Il tabellino

    Milan-Inter 0-0


    MILAN (4-2-3-1): Maignan; Florenzi ( dal 38’ st Calabria) Tomori, Romagnoli (dal 25’ st Kalulu)  Hernández; Kessie, Bennacer; Saelemaekers (dal 21’ st Messias) Krunić (dal 21’ st Díaz)  Leão (dal 21’ st Rebic) Giroud. A disp.: Mirante, Tătăruşanu; Ballo-Touré, Calabria, Gabbia, Kalulu; Bakayoko, Díaz, Messias; Lazetić, Maldini, Rebić. All.: Pioli.

    INTER (3-5-2): Handanović; Skriniar, de Vrij, Bastoni; Dumfries (dal 43’ st Darmian) Barella (dal 20’ st Vidal) Brozović, Çalhanoğlu, Perišić (dal 43’ st Gosens) Martínez (dal 20’st Sanchez) Džeko (dal 34’ st Correa) A disp.: Cordaz, Radu; D'Ambrosio, Darmian, Dimarco, Gosens; Gagliardini, Vecino, Vidal; Caicedo, Correa, Sánchez. All.: Inzaghi.

    Ammoniti: 33’ pt Brozovic (Int)

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