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  • Messico: la favola e i talenti del Tricolor

    Messico: la favola e i talenti del Tricolor

    • Alessandro Di Gioia
    Quattro allenatori in un mese, cinquantatre convocati diversi, una qualificazione sofferta, ottenuta all'ultimo dopo lo spareggio contro la Nuova Zelanda: il Messico di Brasile 2014 sembra totalmente un'altra squadra, e il merito è di un allenatore di Cuatepec, coriaceo ex difensore, il piojo Miguel Herrera. E' lui l'uomo della suerte, l'uomo capace di qualificare il Tricolor agli ottavi di finale di un Mondiale per la sesta volta di fila, dopo un quadriennio difficile per  i verdi.

    DA TRAGHETTATORE A IDOLO - Ad eccezione della difesa, infatti, la rosa scelta dal c.t. Herrera appare rinnovata anche rispetto al 2010. Il cambiamento è stato un processo obbligatorio, e la vittoria alle Olimpiadi del 2012 ne è stata la testimonianza. Anche se, in fase di qualificazione ai Mondiali, le cose sono state più complesse del previsto. Dopo l'addio a De la Torre nel settembre del 2013, infatti, sono arrivati Tena e Vucetich, prima della chiamata di Herrera, inizialmente indicato come traghettatore, ma confermato poi dalla Federazione dopo lo spareggio vinto contro la Nuova Zelanda. Sei partite da allenatore, quattro vittorie, due pareggi: un 5-3-2 che non lascia prendere fiato agli avversari, concetto ben chiaro anche a Kovac, ct della Croazia, dopo ieri sera.

    ENTUSIASMO A MILLE - L'entusiasmo della tifoseria è alle stelle, dopo la partita in tutto il Messico è partita la festa, che si è protratta fino all'alba. L'altro idolo è sicuramente El Gran Capitan, l'ex Barca Rafa Marquez, arrivato al quarto Mondiale con il Tricolor: il marques de Catalunya ieri ha aperto le danze segnando di testa, dopo aver guidato ottimamente i suoi giovani compagni per tutto il match.

    QUANTI AFFARI! - Il portiere, il tanto celebrato dopo la partita col Brasile Guillermo Ochoa, è solo il primo di una lunga lista di giocatori da tenere sotto controllo, per le squadre italiane: svincolato dall'Ajaccio, potrebbe essere un buon investimento, soprattutto per le medio-piccole, dato che è un portiere che si esalta quando viene chiamato in causa con costanza. In difesa, impossibile non fare il nome di Hector Moreno, presente e futuro della difesa messicana: arrivato in Europa giovanissimo, quando a soli 19 anni l'AZ Alkmaar lo portò in Eredivisie, non ha faticato ad affermarsi, diventando poi un perno della difesa dell'Espanyol, club in cui milita dall'estate del 2011. Sono già 50 le presenze collezionate con la maglia del Tricolor. Per il futuro di Moreno si prospetta una vera e propria asta di livello europeo: si parte da 10 milioni di euro. A centrocampo sono da tenere d'occhio Andres Guardado e Hector Herrera: il primo, autore di una prova splendida ieri sera, impreziosita anche dal gol, è un classe '86, ha giocato in prestito al Bayer Leverkusen dal Valencia negli ultimi sei mesi, ed è valutato 6 milioni di euro. Il secondo è un classe '90 ed è stato acquistato l'anno passato dal Porto, che lo ha prelevato dal Pachuca, per 8 milioni di euro: i portoghesi sono sempre lungimiranti con i talenti centro e sud americani, ed Herrera è già stato protetto con una clausola rescissoria da 40 milioni di euro. In attacco poi impossibile non citare il nome di Oribe Peralta, che seppur non più giovanissimo (classe'84), ha dimostrato di essere un vero bomber, prima nalla finale delle Olimpiadi del 2012, quando ha steso il Brasile con una doppietta, e poi nella prima gara di questo Mondiale, contro il Camerun.Tanto da confinare in panchina un conclamato obiettivo dell'Inter, il Chicharito Hernandez. Attenta Olanda, queste sono favole di un Messico che non vuole più smettere di stupire.

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