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  • Metaverso: il pericolo della Digital Divide

    Metaverso: il pericolo della Digital Divide

    • Rocco Malafoglia
      Rocco Malafoglia
    Quando parliamo di Metaverso la maggior parte delle persone accanto a noi non comprende bene a che cosa ci stiamo riferendo, anzi, probabilmente qualcuno non ha nemmeno mai sentito dire questa parola. Ma che cos’è il Metaverso? 

    Potremmo definirlo un inevitabile processo di convergenza digitale o per essere più precisi un complesso di luoghi virtuali abitati da Avatar. 

    Entrare in questo spazio aumentato è come catapultarsi all’interno di un videogame in cui è possibile fare qualunque cosa. Per accedere a questo luogo non sono richieste speciali competenze nel campo informatico ma soltanto alcuni necessari strumenti: un computer, una connessione a banda larga ed un account su una delle piattaforme del Metaverso, come ad esempio Decentraland. 

    Stando alle previsioni di Mark Zuckerberg  mancano ancora circa 10 anni prima che tutto questo prenda una forma ben definita.

     La creazione di questo “luogo” andrà indubbiamente a beneficio delle aree più sviluppate e ricche del mondo. Se da una parte il 37% della popolazione mondiale , circa 3 miliardi di persone, non ha ancora oggi accesso ad Internet, dall’altra, lo sviluppo del Metaverso porterà ad un divario digitale senza precedenti con evidenti ripercussioni economiche, sociali e culturali. Non dimentichiamo inoltre che circa il 70% del mondo è infatti ancora escluso dalla rete 5G, mentre in alcuni paesi il costo di una connessione mobile adeguata è persino inaccessibile.

     Il pericolo di un ampliamento dell’odierna evidente divisione digitale è alle porte e rischiamo di assistere ad un processo in cui in paesi come Stati Uniti, Cina , Giappone inizieranno a lavorare e socializzare nel Metaverso mentre una grande fetta del mondo sarà esclusa. 

    Come possiamo evitare tutto ciò? È una domanda alla quale sembra difficile dare una risposta soddisfacente. 

    Ciò che oggi sembra evidente  è purtroppo la tendenza a concentrare  gli investimenti e le potenzialità in una sola parte del mondo, innalzando cosi ulteriori barriere, difficilmente superabili, che portano ad un divario ancora più complesso.
     

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