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Miha è un supereroe, ma a vincere è l'eterno Ibra: le sue magie lanciano il Milan

Miha è un supereroe, ma a vincere è l'eterno Ibra: le sue magie lanciano il Milan

  • Gian Paolo Ormezzano
    Gian Paolo Ormezzano
Milan-Bologna si è annunciata come una partita dai misteri assortiti, ma proprio per questo nel suo insieme non misteriosa: se si afforntano due compagini (ma anche due individui, due bipedi) che hanno problemi misteriosi, il mistero minore riguarda il tipo del loro confronto: che sarà o che dovrebbe essere pasticciato, confuso, incerto, e questo è già un pronostico, oltre che una prospettiva logica. Il Milan con le sue finanze ancora misteriosette ancorché grasse, il Bologna acquartierato intorno al suo allenatore-guerriero, che si è fatto il coronavirus dopo la leucemia, misteriosamente uscendone, se possibile, più supereroe e intanto più umano, con sorrisi dolci che hanno preso il posto dei sorrisi ironici di una volta. E senza più berrettino a coprire la testa piena di tristezze. Il mistero milanista di un mercato orientato su e da un quasi quarantenne come Ibrahimoivc, il mistero petroniano di un non mercato vero che però è stato raccontato come se fosse un ricostituente. E anche altro che misteriosamente (toh) ci intriga e intanto ci sfugge.

Ultima partita comunque di una prima giornata a cui mancano le sfide di Inter (a Benevento) e Atalanta (a Roma intesa come Lazio), nonché dell’Udinese (ospitando lo Spezia). Si parla ancora di squadra in trasferta, in realtà il fattore campo inteso come gente e spesso gentaglia urlante e arbitri e avversari intimiditi è sparito, per ora e speriamo per sempre. Per il Bologna la partita a San Siro è stata a priori un problema di rapido viaggio, poi niente “miedo escenico” alla realmadrilena, i quattro gatti ammessi allo stadio possono anche essere diventati mille ma non fanno aria, vento, tormenta, tifone di casa come la tifoseria una volta. E hanno, uomini e più ancora donne, la faccia da raccomandati speciali, di una nuova tribù che come padre spirituale e non solo riconosce il ministro aperturista Spadafora.

La partita, enfin. Un minutino ed è quasi gol di Soriano per il Bologna: trigonometricamente difficile mangiarsi l’occasione, lui ci riesce. Il Bologna schiera Palacio da finta punta, in realtà non ha sfondatore con fisicaccio, il Milan ha un po’ di paura del centravanti fantasma che non c’è, e ci mette qualche minuto a prendere il possesso della manovra. Quanto al Bologna, farebbe bene a manovrare tanto se avesse davanti un Ibrahimovic a terrorizzare il nemico, con giochetti che stanno fra il cerebrale tiki-taka e il bambinesco torello in allenamento. Lo svedese esegue pure un po’ di magie, con una si porta al quasi gol (deviazione miracolo) all’11. Ecco intanto che si precisa il non fattore campo: ci sono dei mani anche in area, specie roba bolognese, roba comunque di arti che non possono essere tagliati, con lo stadio pieno, lo stadio-bolgia, l’arbitro magari finirebbe per fischiare un penalty di quelli nuovi stupidi assai. Qui invece no, e per fortuna perché si tratta di roba sempre veniale e comunque involontaria. Al 34’ il sano chiaro giusto gol del Milan che da tempo crea bordelli di insani perché troppo casuali rimpalli sotto la porta del Bologna. Cross neanche ficcante, anzi molle, telefonatissimo e morbidone di Hernandez, Ibra vola alto e mette dentro di testa.

Ripresa e dopo 5’ ecco Orsolini su Bennacer, ecco un rigore con abbattimento quasi solenne, di quelli di una volta, ecco il 2 a 0 dal dischetto di Ibrahimovic che manco finta, sciabatta nel sette forte e amen. Al 18’ Ibra si concede anche le delizie del brocco che sbaglia grosso, e fa smorfie da grande esperto attore quasi quarantenne quale dicono sia. Alla mezz’ora Hernandez, uno dei migliori, tira bene da lontano, paratona del portiere bolognese. Subito dopo entra Tonali e così ci si ricoda che è stato un grosso acquisto per un nuovo eventuale Milan. Il Bologna ha imparato in corso di partita a giocare meglio, come Dio comanda o comandava, e Donnarumma deve esibirsi, c’è persino al 41’ un palo di Santander con la palla impazzita. Già, Santander e altri cambi, troppi cambi, tanti gialli, poca cattiveria, poche finzioni, un solo rosso per due ammonizioni per il rossoblu Dijsk al 42’ (ma la maglia dei bolognesi è bianca: già, fuori casa…). Infine quattro di recupero giocati bene quasi per dire ai mille presenti che dicano ai non ammessi che il calcio può essere ancora bello come quello che si sapeva o almeno si fingeva bene di sapere rima del virus. Migliore in campo l’arbitro La Penna. Quanto a gioco del pallone segnaliamo anche Ibrahimovic (troppo facile, per lui e per noi) e Calhanoglu fra quelli di casa (arieccoci), Tomiyasu, Soriano e Palacio alle soglie di una nuova vita, da aletta veloce mica male, codino al vento. Visti anzi intuiti molti tatuaggi nuovi: ma senza rallentatore cioè senza cooling break visto che finival’estate, c’è stato poco tempo non diciamo per capirli ma almeno per visionarli. 

:(actionzone)

IL TABELLINO

Marcatori:
35' pt, 6' st rig Ibrahimovic (Mil)

Assist: 35' pt Hernandez (Mil)

Milan (4-2-3-1): Donnarumma G; Calabria, Kjaer (dal 26' st Duarte), Gabbia, Theo Hernandez; Kessie (dal 32' Tonali), Bennacer (dall'40 st Krunic); Castillejo (dal 1' st Saelemaekers), Calhanoglu (dal 26' st Diaz), Rebic; Ibrahimovic. All. Pioli A disposizione: Donnarumma A., Tatarusanu, Duarte, Kalulu, Laxalt, Krunic, Paquetà, Tonali, Diaz, Saelemaekers, Colombo, Maldini.

Bologna (4-2-3-1): Skorupski; De Silvestri, Danilo, Tomiyasu, Dijks; Schouten, Dominguez (dall' 11 st Skov Olsen); Orsolini (dall'11' Sansone), Soriano (dal 34' st Santander), Barrow (dal 38' st Vignato); Palacio (dal 34' st Svanberg). All. Mihajlovic A disposizione: Da Costa, Bani, Denswil, Mbaye, Baldursson, Poli, Svanberg, Juwara, Sansone, Santander, Skov Olsen, Vignato.

Ammoniti: 18' pt Dominguez (Bol), 31' pt Dijks (Bol), 29' st Tomyasu (Bol), 36' st Sansone (Bol), 44' st Gabbia (Mil)

Espulso: 42' st Dijk (Bol)

 

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