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  • Milan, Donnarumma vale più di Ibra: non ripetere l'errore di Berlusconi con Buffon

    Milan, Donnarumma vale più di Ibra: non ripetere l'errore di Berlusconi con Buffon

    • Alberto Cerruti
      Alberto Cerruti

    Tanti auguri a Gianluigi “Gigio” Donnarumma che stasera festeggerà in campo, contro la Stella Rossa, i suoi primi 22 anni, tutti rossoneri. L’augurio a lui e ai tifosi del Milan è quello di vederlo per altri vent’anni con la stessa maglia, ricordando che a 43 anni un altro Gianluigi, che di cognome fa Buffon, riesce ancora a essere imbattuto quando gioca con la Juventus. E’ vero che Buffon aveva incominciato con il Parma e poi ha “tradito” per un anno andando a giocare nel Paris Saint-Germain, ma questo in fondo è uno dei tanti motivi per cui alla fine della sua carriera Donnarumma potrebbe stabilire un altro record di cui andare orgoglioso: quello cioè di essere stato più fedele alla maglia non soltanto di Buffon, ma anche di tutti gli altri grandi portieri italiani.

    Il “kamikaze” Giorgio Ghezzi, infatti, in attesa di difendere la porta del primo Milan campione d’Europa nel 1963, aveva giocato nell’Inter. Il vicecampione del mondo nel 1970 Ricky Albertosi, che vinse con il Milan lo scudetto della stella nel 1979, era già stato campione d’Italia con il Cagliari. E il più grande di tutti, il mitico Dino Zoff, prima di vincere il mondiale del 1982, oltre alla porta della Juventus, aveva già difeso quelle dell’Udinese, del Mantova e del Napoli. Donnarumma, quindi, dopo avere stabilito un record di precocità, debuttando ad appena 16 anni e 8 mesi contro il Sassuolo, nel Milan di Mihajlovic, ha un’occasione più unica che rara di passare alla storia anche per il suo attaccamento alla maglia. E allora, visto che il suo contratto in scadenza non è stato ancora rinnovato, il primo passo per seguire la strada della fedeltà è proprio il rinnovo. Purtroppo, però, il tempo passa e non ci sono segnali concreti.

    “Parole, parole, parole”, cantava Mina, ma fatti nessuno, perché non basta professare ottimismo da casa Milan. Ci vuole l’accordo che preceda la firma. Sorvoliamo sulle cifre e sulla durata del contratto, che comunque hanno la loro importanza, limitandoci a dire che in questo periodo di crisi Raiola e quindi Donnarumma non possono tirare troppo la corda. Ma se il Milan deve fare uno sforzo, lo deve fare per Donnarumma non per gli altri contratti in scadenza di Romagnoli e Calhanoglu, perché Donnarumma più di loro rappresenta il futuro del Milan. E’ lui l’unico vero campione, a parte Ibrahimovic, destinato a diventare il capitano della squadra, simbolo del Milan come lo furono Baresi e Maldini, grandi milanisti cresciuti come lui nel settore giovanile e fedeli alla maglia fino all’ultimo giorno della loro esaltante carriera.

    Sarebbe un peccato imperdonabile, quindi, lasciarsi scappare Donnarumma per una manciata di milioni in più o in meno, perché il portierone rossonero è già il titolare della Nazionale e di questo passo diventerà anche il capitano degli azzurri, come lo sono stati Zoff e Buffon, Non è vero, infatti, come pensano molti, che un portiere sia meno importante di un grande attaccante. Per rimanere al presente, in questo campionato Donnarumma ha già dimostrato di essere più importante di Ibrahimovic, perché è stato decisivo sempre e spesso è stato il migliore in campo. Per scacciare ogni dubbio su questo argomento, ricordiamo il clamoroso precedente dell’estate del 2006, quando l’ex portiere rossonero Villiam Vecchi, l’aiutante di Ancelotti che aveva allenato Buffon alla Juventus, era riuscito a convincere il numero uno bianconero a passare al Milan. La Juventus era appena stata retrocessa in B per lo scandalo di Calciopoli e Buffon era già d’accordo anche con Galliani per l’ingaggio, ma Berlusconi disse testualmente: “Non si possono spendere 30 milioni per un portiere”.

    Come è andata a finire lo sappiamo. Il Milan è andato avanti con Dida, mentre Buffon è andato avanti con la Juventus, continuando a parare fino a oggi. Ecco perché non si può ripetere un simile errore, lasciando partire Donnarumma con la convinzione che sia sostituibile. Il campo, che è l’unico vero giudice, ha dimostrato che non è così. Perché è più facile trovare un nuovo leader per la difesa e un nuovo trequartista che un nuovo grande portiere. E allora tanti auguri Gigio e lunga vita nel Milan.

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