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Milan, ecco l'evoluzione e lo stile di Krunic: da Giampaolo ad Andreazzoli

Milan, ecco l'evoluzione e lo stile di Krunic: da Giampaolo ad Andreazzoli

  • Luca Bedogni
    Luca Bedogni
La seconda retrocessione in carriera ha portato bene a Rade Krunic: al posto di un’altra anonima discesa agli inferi si è guadagnato direttamente un incontro col Diavolo. E ora è del Milan. Una bella pentola nuova, ma il coperchio? Il coperchio se tutto va bene lo porta a Milano Giampaolo, ed ha la forma di un 4-3-1-2. Krunic, dopo quattro anni di Empoli, ormai conosce alla perfezione questo modulo e può ricoprire almeno tre ruoli nel rombo. Per caratteristiche, diciamolo subito, lo farebbe molto meglio di qualsiasi altro giocatore abbia in rosa attualmente il Milan, con l’unica eccezione di Paquetà. Ma di preciso, dove avrà in mente di collocarlo l’ormai ex tecnico della Samp? Lo vede più come una mezzala o un trequartista?
 
CON GIAMPAOLO – Proviamo a risalire al principio, l’anno in cui Giampaolo allenò l’Empoli (stagione 2015/2016) e Krunic debuttò in Serie A in maglia azzurra. La prima partita da titolare del bosniaco è Empoli-Sassuolo (1-0), la settima di campionato. Ne giocherà in tutto cinque dall’inizio, su 15 presenze complessive. Allora per Giampaolo era un trequartista, il cambio di Saponara. A centrocampo infatti c’era ancora un certo Zielinski.    



Probabilmente Giampaolo lo vedeva lì per sfruttarne al meglio l’abilità negli inserimenti. Nell’immagine sopra assistiamo a un movimento tipico del trequartista tra i due attaccanti: Krunic che, servito in profondità da Maccarone, taglia la linea dei centrali del Sassuolo. Al tempo stesso forse Giampaolo non si fidava troppo della fase difensiva del ragazzo, allora poco più che ventenne. Fare la mezzala con un allenatore del genere infatti non è semplice: serve maturità tattica e tanto spirito di abnegazione.  Insomma, in tutte le cinque apparizioni da titolare di quella stagione, Krunic giocò sempre trequartista. E questo è un fatto.
 
CON MARTUSCIELLO – L’anno dopo, con la partenza di Giampaolo, il suo secondo, Martusciello, venne promosso come primo allenatore dell’Empoli. I toscani precipitarono in B. Fu Martusciello tuttavia ad arretrare Krunic da trequartista a mezzala. In estate infatti era partito anche Zielinski, così a centrocampo si aprì uno spazio, che occupò appunto il bosniaco. Sulla trequarti nella prima parte della stagione giocò ancora Saponara, mentre dopo il mercato invernale, quella posizione toccò ad El Kaddouri. Un altro fatto indicativo lungo il percorso del nuovo acquisto del Milan.  



CON ANDREAZZOLI – La stagione 2017/2018 iniziò in B con la parentesi strana di Vincenzo Vivarini, allenatore che provò altri moduli (il 3-5-2, il 3-4-1-2..) fino a metà dicembre, quando gli subentrò Andreazzoli. E fu di nuovo rombo, 4-3-1-2. Il primo Empoli di Andreazzoli lo ricordiamo anche meglio, anche perché, più o meno, lo abbiamo visto all’inizio della stagione appena trascorsa in Serie A. Ancora una volta Krunic non faceva il trequartista, ci pensava Zajc. Krunic operava invece da mezzala tecnica, tendenzialmente a sinistra. Sotto vediamo un momento dell’azione che porta l’Empoli al gol contro il Cagliari, nella prima di campionato. I toscani sviluppano a destra: Krunic arriverà sul lato debole della difesa sarda ad appoggiare in rete il cross basso di Zajc.
 


Andreazzoli, prima dell’esonero, tentò la carta dell’albero di Natale. A Napoli si rivide allora Krunic sulla trequarti, ma in compagnia di Ucan. Proprio in questa occasione il bosniaco fece uno splendido assist dei suoi, per bomber Caputo. Ricordiamo infatti che nelle ultime due stagioni, Krunic, oltre ad aver segnato 5 gol all’anno, ha raccolto anche un totale di 16 assist (10 in B e 6 in A).  



Tempo fa, l’argomento era Piatek, scrivevo di una lacuna grossa del Milan. La mancanza di giocatori predisposti al passaggio filtrante. Ecco, adesso ne è arrivato uno. 
 
PER IACHINI – Durante la parentesi di Iachini l’Empoli è passato al 3-5-2. Via il trequartista (Zajc a gennaio se n’è andato), dentro Farias, una seconda punta. Stando al tecnico col cappellino, lo ha detto di recente in un’intervista, il ruolo ideale di Krunic è la mezzala destra. È da quella posizione che, a Ferrara, ha segnato forse il suo gol più bello di quest’anno.  



Servito da Bennacer, Krunic dopo il controllo caricò il destro dalla grande distanza e trovò l’incrocio sul primo palo. Un gol altrettanto bello, sempre da lontano, lo segnò anche alla Lazio nell’anno di Martusciello. Insomma, anche il tiro da fuori ce l’ha..
 


Krunic quest’anno ha segnato un po’ in tutti i modi: dal bolide oltre i venti metri alla percussione palla al piede per più di metà campo con tanto di pallonetto finale (vedere il gol sontuoso contro il Sassuolo). Gli inserimenti senza palla però, sono il suo pezzo forte. Ecco una lettura dell’area da attaccante di razza nel gol contro la Fiorentina, durante il periodo Iachini (ossia da mezzala destra).   
 


E se qui sopra il cambio di direzione appare ‘ovvio’, ‘scontato’ per un giocatore minimamente intelligente, beccatevi il seguente, assai più fantasioso, in Udinese-Empoli. Nel frattempo era tornato Andreazzoli, l’Andreazzoli bis. Il tecnico di Massa confermò il 3-5-2 fino all’ultima di campionato, mettendo da parte il 4-3-1-2.
 


Intanto il passaggio. Dove la fa passare qui Krunic (che si era aperto per ricevere da Pajac)? Nel pertugio tra il tacco del compagno in sovrapposizione interna e la punta dell’avversario che lo segue. Scontato anche qua? Già meno secondo me. Ma non è questo ancora che volevo sottolineare. Dopo il passaggio infatti scatta verso il centro, in sostegno a Caputo, che controlla di esterno destro.
 


Al secondo tocco del compagno (con l’esterno sinistro Caputo se la porta improvvisamente verso Farias, quindi gliela passa di destro), Krunic corregge la corsa. La combina al movimento dei due attaccanti. Questa a mio avviso è una lettura spettacolare degli spazi che si generano e scompaiono nel giro di pochi istanti. E’ un’intuizione senza palla che vale una giocata.  



Il marcatore di Caputo infatti segue istintivamente Caputo e poi stringe su Farias, lasciando aperta un’autostrada al bosniaco che segnerà servito dal brasiliano. Ma dov’era prima quello spazio, quel varco? Non c’era. L’aveva visto solo Rade Krunic. 
 

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