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  • Milan, Furlani: 'Sono milanista e milanese, RedBird è il nostro epicentro. Pulisic? Giocatore straordinario'

    Milan, Furlani: 'Sono milanista e milanese, RedBird è il nostro epicentro. Pulisic? Giocatore straordinario'

    “Il mio piano originale era essere il centravanti della squadra ma non ero abbastanza bravo così ho dovuto intraprendere questo percorso di carriera. Sono estremamente fortunato e privilegiato, ho una grande responsabilità verso i tifosi come il 13enne Giorgio. Sono milanese e milanista. La mia carriera non ha avuto niente da fare con il calcio fino a 6 anni fa, sono diventato un consigliere d’amministrazione del club e ora sono il CEO. Quindi, sono fortunato e felice. E cerco di fare un buon lavoro”. Lo ha detto l’amministratore delegato del Milan Giorgio Furlani, ospite di “Business beyond the game”, la trasmissione del giornalista Eric Jackson sul sito Sportico.com come riportato da Calcio&Finanza.

    IL PRECEDENTE LAVORO - “Ci sono elementi simili a ciò che facevo prima come portfolio manager di Elliott, come la negoziazione e strutturare accordi. Sono stato consigliere per qualche anno ed ero un consigliere molto presente. Come direbbe il mio predecessore, ero un consigliere un po’ troppo fastidioso. Ho imparato da lui e dai miei colleghi. E spero di essere arrivato preparato abbastanza per svolgere questo ruolo”.

    PULISIC - “Lo abbiamo firmato perché è un giocatore straordinario, avevamo bisogno di un giocatore come lui e sappiamo farà la differenza. È importante rimarcarlo. Questa è la ragione principale per cui lo abbiamo acquistato. Ovviamente, è uno dei migliori giocatori della Nazionale USA, il migliore visto che ormai è un nostro giocatore. Gli USA hanno notato questo acquisto: c’è stata un’esplosione nei numeri, da un punto di vista dell’e-commerce, il 90% delle magliette venduta del Milan in America è la 11 di Pulisic. È un grande effetto e ci sarà molto di più. Siamo molto fortunati ad averlo perché è un grande giocatore ma ci aiuterà anche ad essere ancora più rilevanti negli USA. Non lo abbiamo acquistato perché volessimo ricavi extra dagli USA ma lui è bravo ragazzo, molto conosciuto nel suo Paese. Quando siamo arrivati negli USA con lui è stata una cosa enorme. È un beneficio extra ma lo abbiamo acquistato perché è molto forte, è la ragione numero uno per cui lui è qui”.

    PARTNERSHIP CON GLI YANKEES - “Gli Yankees sono soci del club e finora sono stati straordinari. La prima cosa che abbiamo fatto è stato distribuire contenuti del Milan su Yes Network. Poi abbiamo integrato le nostre attività di merchandising e retail: quindi vendiamo alcuni nostri produtti allo Yankees Stadium e loro fanno lo stesso a Milano. Abbiamo una task force comune per studiare come lavorare al meglio insieme. Quest’anno abbiamo giocato a Los Angeles e Las Vegas, magari l’anno prossimo potremmo giocare allo Yankees Stadium. Non ci sono limiti per quello che potremmo fare assieme. Sono uno dei brand sportivi più importanti e noi vorremmo dire lo stesso di noi, è un bel matrimonio e tante cose eccitanti potranno nascere”.

    REDBIRD - “RedBird è l’epicentro della convergenza tra sport, media, intrattenimento e cultura. Noi siamo parte dei loro asset, loro hanno altre aziende in questi settori. Noi stiamo iniziando a lavorare su alcune joint venture con queste altre aziende. Non voglio ancora dare delle anteprime ma ci sono alcune cose molte belle su cui stiamo lavorando. Sono stati grandi nel facilitare la nostra relazione lavorativa con le altre aziende e alcune cose veramente belle verranno prodotte. Quindi, restate sintonizzati”.

    LEZIONI IMPARATE - “Le lezioni che ho imparato nella mia carriera? Numero uno. Il lavoro duro conta più dell’intelligenza e del talento. Ho imparato questo nella mia carriera. Nell’immobiliare si dice “location, location, location”, per me in economia è “preparazione, preparazione, preparazione”. Per cui lavorare duro per essere preparato è importante. Numero due. Non c’è io in squadra. Numero tre. Bisogna avere una strategia, avere una visione sul lungo termine e focalizzarsi su questi, anche se significa prendere decisioni difficili e dolorose sul breve periodo. Numero quattro. Il business riguarda le persone. E le persone vanno incentivate. Trovare il giusto incentivo per far performare meglio le persone è la chiave”.

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