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  • Milan, il closing rischia di slittare di 3 mesi. E se Berlusconi non vende...

    Milan, il closing rischia di slittare di 3 mesi. E se Berlusconi non vende...

    La cessione del Milan assume contorni sempre più incerti: il closing del 13 dicembre potrebbe slittare ulteriormente e quindi il passaggio del club rossonero nelle mani di Sino Europe Sport si complica, e non di poco. Gli stessi comportamenti e le ultime parole di Silvio Berlusconi esplicano come la situazione si sia ingarbugliata, tanto che la stessa cessione del club sarebbe in pericolo, come riporta la Gazzetta dello Sport: un closing che sembra un miraggio, con uno scetticismo di fondo da parte di tutte le parti in causa che rende il tutto ancora più vago.

    PROBLEMI SU PROBLEMI, PROROGA DI TRE MESI? - I problemi noti sono quelli legati alle autorizzazioni e al non reperimento dei 420 milioni: tutto ciò dovrebbe provocare almeno lo slittamento a gennaio inoltrato, ma c'è qualcuno che ha ipotizzato che si possa addirittura arrivare a marzo, con una proroga di almeno tre mesi. Un prolungamento che potrebbe portare al pagamento di una nuova somma da parte di Sino Europe, probabilmente altri 100 milioni, e nuove condizioni poste da Berlusconi, come ad esempio la conferma di Galliani in società: probabilmente già in settimana i cinesi saranno a Milano per trattare la proroga.

    LA SOLUZIONE D'EMERGENZA - Altrimenti? Altrimenti Berlusconi terrebbe il Milan, con una gestione delle prospettive future totalmente incerta: negli ultimi anni il bilancio ha registrato solo perdite importanti. Qualora i cinesi decidessero di abbandonare, Fininvest terrebbe i 100 milioni della caparra, che però non cambierebbero la situazione dell'avvenire: pochi investimenti e basso profilo. Un vero e proprio rompicapo. 

    LE PAROLE DI BEFRLUSCONI - Lo stesso Silvio Berlusconi, in un'intervista rilasciata a Mediaset nel programma Domenica Live, ha commentato la trattativa con i cinesi: "Noi abbiamo vinto 28 trofei e il Milan è diventata la squadra più titolata al mondo fino a due anni fa, poi negli ultimi anni io mi sono dovuto occupare di tutti i miei processi e non sono più riuscito a seguire la mia squadra come l’ho sempre seguita. Poi, entrati nel calcio i petrodollari, il mondo del calcio è cambiato, si arriva a pagare 94 milioni un giocatore nemmeno giovane. Quindi di fronte a questi capitali con grande dolore ho dovuto rinunciare al Milan perché non ero più in grado di spendere quei soldi che sono necessari per riportare il Milan al livello che gli compete, ovvero nell’Olimpo internazionale. Ho cercato prima degli altri italiani benestanti che si unissero a me non trovandoli, ho cercato un azionariato diffuso come han fatto Real Madrid e Barcellona ma non è stato possibile, e quindi mi son dovuto rivolgere ai capitalisti stranieri. Sono arrivati questi cinesi, il closing è per il 13 di dicembre, solo che hanno difficoltà nell’ottenere dal governo cinese delle autorizzazioni (che però mi assicurano sia soltanto una questione di tempo) e quindi siamo senz’altro disponibili a dare loro una proroga di un mese un mese e mezzo. Spero che il Milan possa trovare in questi signori quegli investimenti che possano riportarlo numero uno al mondo. Quella del Milan è una favola che non finisce mai, io ho subito un grande dolore perché sono il primo tifoso rossonero: il Milan è nella mia storia personale, mio papà entrava a casa la sera  e prima di parlare dei compiti della scuola si parlava di Milan, mi portava allo stadio tutte le domeniche, andavamo a guardare la partita e a quei tempi non era una buonissima squadra e quindi quando si perdeva io piangevo e mio papà mi diceva: vedrai che ci rifaremo. Quando il Milan poi rischiava di finire in Serie B io ho sentito dentro di me il dovere di interessarmene e sono diventato presidente del Milan comprando il 100% delle azioni. Adesso privarmene è sicuramente un grande sacrificio, vorrà dire che se questi capitalisti cinesi non dovessero concludere la negoziazione…eh beh non lo possiamo lasciare senza un proprietario, dovrò rinteressarmene ma allora avrei tutto un altro programma, e ho già in mente la formazione. Un  Milan nuovo, tutto formato da italiani molto molto giovane.  Se tutti si auguro che il Milan, che è una grossa squadra e che fa parte della nostra Italia, resti qui e resti mio? Posso dirti una cosa in gran segreto? Me lo auguro anch’io. La coreografia a me dedicata? Più che uno striscione era un quadrato enorme fino ai bordi del campo. La Curva Sud, dove esistono i milanisti che sempre hanno assistito il Milan anche nei momenti difficili, mi hanno fatto un regalo davanti a cui non ci si poteva non commuovere. Un tributo che non mi aspettavo e su cui non ero informato, è stata una bella sorpresa. Ho saputo poi che hanno impiegato 3 mesi per prepararlo con un Silvio Berlusconi molto raffigurante, un bel ritratto di me stesso, ero anche più bello di quello che sono realmente." 

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