Milan, il messaggio della squadra a Gazidis: smobilitare è sbagliato. E su Ibra che si fa?
Probabilmente, anzi sicuramente, le scelte da parte della proprietà sono già state fatte e partite come quella di Lecce non cambieranno nulla delle decisioni già prese. Ma dimostrazioni di carattere e compattezza come quelle di Torino e di Lecce depongono a favore della professionalità di Pioli e di gran parte dello spogliatoio. Il temuto effetto di “rompete le righe” anticipato non si è visto a Torino, né tantomeno a Lecce. La speranza è che questa dedizione e questo impegno rimangano inalterati da qui fino alla fine della stagione, al di là dell’obiettivo della qualificazione all’Europa League che può essere più o meno importante. Certo gli avversari delle prossime gare non saranno “morbidi” come questo Lecce “da divano”, stando alla definizione del mister Liverani. Gli spazi che lasciano i padroni di casa sono l’ideale per Rebic e Castillejo, tra i migliori dei rossoneri. Lo spagnolo sblocca la partita che l’arbitro Valeri prova a riequilibrare inventandosi di sana pianta un rigore per il Lecce. Il risultato finale non lascia spazio a polemiche e retro pensieri, ma risulta davvero incomprensibile l’abbaglio del fischietto romano che regala un penalty a Mancosu. In confronto il rigore concesso alla Juve in Coppa Italia dallo stesso Valeri prima della sosta era nettissimo. Il Milan è bravissimo a reagire alla trasformazione di Mancosu e in pochi minuti chiude la pratica con Bonaventura e Rebic. Nel finale c’è addirittura spazio per il gol di Leao, al quale Pioli stenta a dare fiducia.
L’unica nota stonata della serata salentina è l’infortunio di Kijaer, vista la penuria di difensori centrali, tra i quali Romagnoli è pure in diffida. Il giovane Gabbia ha fatto la sua buona figura a Lecce ma ci sarà da testarlo contro avversari più duri come la Roma in arrivo tra 6 giorni a S. Siro. Per la prima volta il Milan a Lecce è riuscito a trovare in maniera disinvolta la via del gol anche senza Ibrahimovic. A proposito dello svedese nessuno si sbilancia ancora né sui tempi di recupero né sul prolungamento del contratto di altri due mesi. Una soluzione va però trovata al più presto perché formalmente tra 7 giorni esatti il contratto tra Ibra e il Milan scade. E per ora di rinnovi e prolungamenti si è sempre e solo parlato. Anche troppo.