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  • Milan, le colpe di Pioli: il triplo cambio è roba da amichevole. Giallo Giroud: Calabria non ha insegnato niente?

    Milan, le colpe di Pioli: il triplo cambio è roba da amichevole. Giallo Giroud: Calabria non ha insegnato niente?

    • Cristiano Ruiu
      Cristiano Ruiu
    Quando al 60’ minuto la panchina segnala a Giroud che sta per essere sostituito e il francese si fa ammonire apposta per saltare l’Udinese e non il Napoli, si capisce chiaramente che a mezz’ora dalla fine il Milan è convinto di avere in mano la partita. Un minuto dopo Pioli opera contemporaneamente tre cambi che di solito si fanno durante il tempo di recupero quando si hanno almeno due gol di vantaggio. Fuori il tridente titolare e dentro il giovane in crisi che deve sbloccarsi, il 41enne che deve mettere minuti nelle gambe dopo una lunga inattività e l’oggetto misterioso della rosa. Della serie: se già esiste il problema che non si segna molto, decidere di inserire per la mezz’ora finale De Ketelaere, Ibra e Origi equivale ad avere la matematica certezza che la partita finirá 1 a 0. Grave errore, anzi gravissimo. Pioli e di conseguenza la squadra in campo, hanno inconsciamente pensato: “Non ci ha segnato il Tottenham di Kane in 180 minuti, figuriamoci se ci fa gol la Salernitana di Diá in 30”. Detto fatto. La squadra si rilassa, sente di aver già vinto la partita e di aver agganciato l’Inter al secondo posto ed è così che la difesa inspiegabilmente si addormenta e lascia tutto solo il senegalese davanti a Maignan, libero di accompagnare in rete l’assist di Brazaric, anche lui in discesa solitaria sulla fascia. Incassato il meritatissimo pareggio della squadra di Paulo Sousa, che già nel primo tempo stava per approfittare di un paio di clamorosi cali di tensione dei rossoneri, il Milan si sveglia e capisce che buttare via altri due punti in chiave quarto posto è un sacrilegio. Si butta in avanti e prova a travolgere gli ospiti, ma il problema è che non ci sono più Giroud e Leao (18 gol in due) ma i tre di cui sopra (1 gol in tre).

    Più che i cambi sbagliati, è da condannare proprio la filosofia con cui il tecnico rossonero ha gestito la partita. Alla vigilia aveva detto: “Mando in campo la formazione migliore” e così ha fatto schierando 10/11 dei titolari di Londra. Ma poi ha stravolto la squadra cambiando un reparto intero, quando mancavano ancora 2/3 di partita. Un messaggio davvero deleterio consegnato al gruppo. Un reparto intero, di solito, si sostituisce nelle amichevoli estive, non in una gara decisiva per accumulare punti in vista della Champions. E anche la strategia di far ammonire Giroud, che ha ricordato quella del “giallo” di Calabria per saltare Crotone due anni fa e giocare il derby, è stata una pessima idea. Il francese, dopo il gol e la superba rovesciata, era in grande forma e avrebbe potuto stare ancora in campo e dare una mano alla squadra. Invece è uscito al 60’ e salterà anche Udine, per essere certo di scendere in campo a Napoli dopo la sosta. Ma siamo sicuri che il Milan in casa dei neo campioni d’Italia in pectore farà più punti della somma di quelli che ha già perso e rischia di perdere contro Salernitana e Udinese? Insomma una serataccia con due punti buttati via davvero malamente.

    L’unica vera attenuante per il Milan è che il mercoledì di Champions sottrae tantissime energie, forse più mentali che fisiche. Proprio la storia europea di 25 anni degli squadroni rossoneri ce lo insegna. Le gare prima e dopo i turni delle eliminatorie dirette di Champions sono sempre a forte rischio. Per tanti motivi. Uno di questi è proprio la necessità del turnover che, se applicato male come ieri sera da Pioli, provoca danni irreparabili. Speriamo che il tecnico ne faccia tesoro in vista dei quarti di finale che si giocheranno nell’arco di 7 giorni. Prima, in mezzo e dopo, il Milan ha tre impegni contro Empoli, Bologna e Lecce, che sulla carta hanno più o meno lo stesso quoziente di difficoltà della Salernitana. Ma se il Milan, che giustamente avrà testa, anima e gambe orientate ai quarti di Champions, fa 3 pareggi come quello di ieri, rischia seriamente di godersi questo splendido ritorno ai fasti dell’età dell’oro europea e contemporaneamente di compromettersi la possibilità di rivivere tra un anno le stesse emozioni. Peccato davvero, perché la partita contro la Salernitana è stata gestita davvero male e l’occasione di tornare al secondo posto non era da perdere. In tutto questo, incattivirsi con l’arbitro La Penna, sicuramente scadente nella gestione della partita e sui singoli episodi, non è né giusto né salutare per una squadra e un allenatore che devono invece prendersi le loro responsabilità. Come peraltro hanno sempre fatto.

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