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Milan, non è fortuna: la 'presenza' di Ibra e il ribaltone di Krunic e Castillejo, è giusto credere nello scudetto

Milan, non è fortuna: la 'presenza' di Ibra e il ribaltone di Krunic e Castillejo, è giusto credere nello scudetto

  • Cristiano Ruiu
    Cristiano Ruiu
Il Verona sarebbe potuto essere ancora una volta “fatale” nella storia del Milan infliggendo una sconfitta pesantissima per le ambizioni da scudetto dei rossoneri. Lo 0 a 2 a favore degli uomini di Tudor dopo un primo tempo da incubo dei padroni di casa non sembrava lasciare spazio a rimonte eroiche. Anche perché Pioli, giá privo di tre titolari come Maignan, Diaz e Theo Hernandez, perdeva anche Rebic per distorsione alla caviglia. Per inciso, il croato era stato l’unico a salvarsi nei primi 45 terribili minuti. La penuria di alternative in panchina rendeva ancora più improbabili i sogni di rimonta e di certo uomini come Krunic e Castillejo non confortavano i tifosi giá preparati a  una serataccia. Con il rischio di inaugurare un ciclo di partite tutt’altro che roseo.

E invece proprio dai due giocatori meno attesi è arrivata la carica giusta per la rimonta. A dire il vero tutta la squadra è entrata in campo con uno spirito diverso, a partire da Bennacer e Kessié, il cui grave errore aveva determinato il vantaggio scaligero. Per finire con la difesa, troppo distratta nel primo tempo e con Giroud, praticamente spettatore non pagante fino al momento dello splendido gol di testa che ha dato inizio alla “remuntada”. Il cross di Leao non è stato un caso, anzi. Ancora una volta il portoghese ha disputato una gara di grande continuitá e intensità agonistica, sperando che sia di buon auspicio dato che sará sicuramente lui a guidare l’attacco martedì al "Dragao". E così la squadra di Pioli, come sempre, proprio nel momento in cui stava per crollare, ha tirato fuori una prestazione da incorniciare e ha coronato una serata da ricordare.

Proprio Castillejo
, che sembrava desaparecido, ha propiziato il rigore del pareggio e ha messo in mezzo il pallone che Gunter ha goffamente deviato nella propria porta. L’intervento del difensore veronese è stato il classico episodio fortunato, ma possiamo pensare che l’avventatezza con cui Gunter ha colpito quel pallone fosse figlia del fatto che alle sue spalle incombesse Ibra, appena entrato in campo per mettere paura a una squadra che stava già vacillando. Lo svedese stavolta non ha segnato e non si è mosso nemmeno tanto ma il suo spirito trasferito alla squadra si è visto, eccome. Alla fine, il Milan si è portato a casa meritatatamente i tre punti e altrettanto meritatamente ha potuto vivere una notte in testa alla classifica.

Di fronte a reiterate imprese come questa, sarebbe superficiale pensare che questa squadra sia solo fortunata e che prima o poi inizierá davvero a crollare. Quindi è giusto continuare a credere nel massimo obiettivo, pur riconoscendo due cose. La prima è che non sempre si riescono a ribaltare gare di questo tipo, soprattutto quando non ci sono avversari “morbidi” come il Verona di Tudor. Quindi bisogna andare a 200 km orari fin dal fischio d’inzio. La seconda è che la rosa del Milan rimane sempre e comunque piena di limiti oggettivi dal punto di vista numerico e qualitativo. E il fatto che in un modo o nell’altro riesca sempre a sopperire alle mancanze non significa che ci si possa permettere di perdere uno o due giocatori a partita. Di certo serate come quella vissuta contro i gialloblù contribuiscono ad accrescere la fiducia del gruppo e aiutano a pensare che nulla è impossibile. Tantomeno provare a vincere lo scudetto e tentare di rimontare anche nel girone di Champions League.
 

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