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  • Milan, non fare come l'Inter con Coutinho: Paquetà deve giocare

    Milan, non fare come l'Inter con Coutinho: Paquetà deve giocare

    • Emanuele Tramacere
    Paquetà deve giocare, e deve farlo, possibilmente, nel suo ruolo ideale che non è né quello della "mezzala" europea in cui voleva trasformarlo Marco Giampaolo, né quello dell'esterno d'attacco in cui è stato provato più volte. No, Paquetà è un trequartista, non solamente tecnico come lo voleva l'ex allenatore rossonero, bensì dotato anche di fisico e di inserimento. Paquetà deve giocare, e deve farlo, possibilmente, in questo ruolo perché guardando al futuro il progetto tecnico attorno all'ex-Flamengo potrebbe portare a tanti, tantissimi rimpianti. 

    COME L'INTER CON COUTINHO - Sì perché il percorso di crescita di Paquetà da quando è arrivato a Milano sembra essere lo stesso di un suo connazionale che nel 2010 iniziò la sua avventura con la maglia dell'Inter: Philippe Coutinho. L'attuale stella del Bayern Monaco, pagato 120 milioni dal Barcellona per acquistarlo dal Liverpool, quando arrivò a Milano alla corte di Rafael Benitez non riuscì ad imporsi anche per colpa di allenatori che non furono in grado di valorizzare il suo talento. Vittima anche lui di uno o più allenatori che non furono in grado di valorizzarlo in quello che è il suo vero ruolo: quello del trequartista. 

    ERRORE DA NON RIPETERE - All'Inter Coutinho non si impose mai, mostrò soltanto lampi di quella classe pura che ha poi fatto vedere in giro per l'Europa. Alla fine il club nerazzurro, stretto per le prime volte nella morsa di un bilancio che faticava ad essere sostenibile, accettò l'offerta di "soli" (sì, oggi possiamo dirlo) 13 milioni di euro. Per la prima volta da quando è arrivato a Milano anche per Paquetà si inizia a parlare di addio e di una centralità nei progetti presenti e futuri del Milan che non è più così garantita. Pioli chiede a Paquetà di "incidere di più". E allora inizi a farlo giocare davvero nel suo ruolo, gli dia la libertà di sbagliare e di essere libero da schemi e compiti tattici. Per non essere costretti presto a rimpiangere un giocatore che ovunque, probabilmente tranne che in Italia, sarebbe già diventato un top.

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