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  • Milan, Pioli: 'La mia vita è tutta qui. Ibra? Gli ho detto che non poteva finire così, avrei fatto di tutto per convincerlo'

    Milan, Pioli: 'La mia vita è tutta qui. Ibra? Gli ho detto che non poteva finire così, avrei fatto di tutto per convincerlo'

    Il tecnico del Milan Stefano Pioli ha concesso una lunga intervista a Sky Sport, che riparte dalle anticipazioni della serata di ieri: "Mi piace molto la musica, è uscita una canzone in questo periodo dei Negramaro ‘Contatto’ e c’è una frase che dice ‘la vita che voglio è tutta qui, gli amici che volevo proprio così', questo racchiude un po’ il mio momento. Se il Milan fosse una donna sarebbe mia moglie. Sono sposato con mia moglie da 32 anni, è l’amore della mia vita quindi significa che anche il Milan...".

    IBRAHIMOVIC - "La cosa di Zlatan è iniziata molto prima della partita con l'Atalanta, poi il suo ok è arrivato nei giorni dopo ma la società mi aveva detto prima di questa possibilità. Io ero molto positivo, sapevamo che avevamo bisogno di questa personalità, di questa forza, di questo carisma. E quindi siamo stati subito pronti, abbiamo aspettato la sua decisione che per fortuna è stata giusta. Ho sempre pensato che Ibra fosse il giocatore giusto per il nostro modo di giocare, lavorare, per la nostra mentalità. Per dare una cultura del lavoro a questa squadra. Non ho mai avuto dubbi. Il primo incontro avuto con lui a Milanello, da lì ho capito che ci trovavamo di fronte a un campione di mentalità, professionalità, tecnica. Ho capito che mi trovavo di fronte a una persona molto intelligente e simpatica, ha sempre la battuta giusta, sa sempre motivare i compagni. A volte in campo li sprona con veemenza e forza, ma sa parlare con i toni giusti e capire i momenti. Mi piace la sua schiettezza. La prima cosa che mi ha detto è stata: "Mister non ascoltare nessuno, sto bene domenica gioco. Io faccio il giocatore tu l'allenatore, ti rispetto"".

    KO DI BERGAMO - "Sicuramente la sconfitta è stata pesante e difficile da accettare per un club come il Milan. Però abbiamo avuto tanta volontà e forza di tirare fuori da ogni singola partita situazioni che ci hanno fatto crescere. E' stata una lezione sonora, ma da lì abbiamo capito. Il nostro percorso è iniziato a gennaio con un mercato importante. L'arrivo di Ibra, Saelemaekers e Kjaer ha dato lo slancio perso in quella partita, è stata una settimana pesante durante le feste natalizie. Quando siamo tornati a Milanello ci siamo detti che non potevamo più vivere simili situazioni, da lì siamo ripartiti".

    STRADA GIUSTA - "Che l'avessimo intrapresa si vedeva dai comportamenti a dagli atteggiamenti. Cambiando assetto abbiamo trovato buone posizioni in campo che ci hanno dato buoni risultati subito. Si intravedeva che era il percorso giusto, anche se ci mancava la vittoria con la squadra sopra in classifica, era il tassello che ci ha permesso di acquisire più fiducia e consapevolezza".

    DERBY PERSO - "E' stata una delusione, vincere 2-0 e non dico dominare ma essere meritatamente avanti speri sempre. E' stata una partita che ci ha aiutato a crescere tanto, una delusione che però ci ha convinti che eravamo sulla strada giusta".

    GENOVA - "Si giocava per la prima volta a porte chiuse e credo che sia la prima volta in cui Gazidis ha parlato con la squadra. E' stato un intervento chiaro e molto coerente, da ora in poi allenatore e giocatori ci giocavamo la conferma al Milan. E' stata una grande prova di correttezza e professionalità, da lì abbiamo lavorato, anche se abbiamo perso da lì abbiamo pensato a lavorare a testa bassa, per vedere se potevamo dimostrare di essere forti e di poter lavorare qui".

    LOCKDOWN - "Staccare la prima parte ci è servito, ho deciso con lo staff di lasciarli tranquilli due settimane, li sentivo ma non li abbiamo stressati. Poi è arrivato il momento giusto di lavorare, stranamente pur stando lontani ci siamo compattati ancora di più. Parlando così spesso abbiamo individuato meglio obiettivo, possibilità e strada da seguire".

    FIDUCIA - "Ci sentivamo sempre inferiori, abbiamo provato e giocato anche buone partite: a Torino con la Juve, in casa con il Napoli, la Lazio, il derby. Ci mancava il poco che fa la differenza. Poi ci siamo riusciti e ci ha dato entusiasmo. La squadra giocava con fiducia e positività per tutti i 90', avendo la consapevolezza. Questo è stato il nostro passo avanti".

    CONFERMA - "Quando Gazidis mi ha comunicato la scelta, appena prima della trasferta di Sassuolo, simpaticamente mi disse: “Non mi avevi creduto quando ho detto davanti alla squadra che vi giocavate la conferma e che sarebbero state le vostre prestazioni a determinare il vostro futuro”. Io gli dissi che ci credevo ed era per quello che ho lavorato a testa bassa. Mi ha chiamato e mi ha detto che la proprietà aveva deciso di lavorare insieme. È stato la sera prima di Sassuolo. Ci ho pensato un attimo (ride ndr) e poi gli ho detto che mi stava bene. La squadra non lo sapeva e non lo sapeva nemmeno il mio staff".

    RINNOVO IBRAHIMOVIC - "Il primo approccio c’è stato il giorno dopo la gara con il Sassuolo dove gli chiesi che intenzioni avesse e lui mi disse che gli mancava la famiglia. E lì per lì non ho avuto subito una reazione importante. Ho incassato e ho pensato che conveniva lasciarlo sereno. Zlatan ho imparato a conoscerlo e ho capito che ci sono dei momenti in cui va lasciato solo. Tornando a casa pensavo che non fosse giusto quello che stava succedendo e il giorno dopo ho preso Zlatan e gli ho detto che non mi era piaciuto l’incontro del giorno prima. Gli dissi che il nostro lavoro insieme era appena cominciato e che avevamo fatto tanto, che aveva dimostrato di essere ancora un campione e che non poteva finire in quel modo e che sia io sia la società avremmo fatto di tutto per trattenerlo".

    RINNOVO IBRA E MERCATO - "In quei giorni il Milan ha fatto tanto, il rinnovo di Zlatan e l'acquisto di uno dei giovani più importanti (Tonali, ndr). Ha dato un segnale di continuità".

    RIPRESA - "Quando ci siamo ritrovati sembrava non ci fossimo lasciati, ho ritrovato la stessa voglia e disponibilità. C'è sempre stata grande positività. Ci siamo preparati poco, le partite di Europa League sono state difficili, ma siamo stati bravi ad avere un certo livello di prestazione nonostante diversi giocatori avessero ancora problemi. I preliminari sono stati importanti per dare forza e permettere a tutti i ragazzi di crescere".

    2020 - "E' stato un anno gratificante e bello, alleno in un grandissimo club e ragazzi che mi piacciono. E' stata una situazione delicata anche per loro. A Milanello mi sono sentito bene dal primo giorno, c'è tutto per lavorare al meglio. Dobbiamo continuare con questo senso di lavorare insieme e puntare al massimo, siamo in un grande club e possiamo toglierci soddisfazioni".

    PERCORSO - "Pensare di fare nove mesi con questi risultati era difficile, ma ci siamo riusciti. Pian piano abbiamo costruito questo obiettivo, da quando abbiamo cambiato modo di giocare i risultati ci danno ragione. La squadra si è focalizzata, ha avuto la forza e l'orgoglio di centrare la qualificazione ai sedicesimi di Europa League che era un primo obiettivo. Penso ci faccia capire di che livello possiamo essere e a quale livello possiamo competere. Siamo ancora a metà della salita, è ancora lunga e piena di difficoltà, c'è ancora tanto da fare. Dobbiamo continuare a pensare partita per partita, gioare un calcio che ci piace, propositivo e fatto di provare a fare un gol più degli altri. E' il nostro obiettivo, poi c'è spazio per provare altro".

    'PIOLI IS ON FIRE' - "E' una cosa nata spontaneamente. Siamo un gruppo giovane che si impegna tanto, che poi trova in queste situazioni molta felicità e condivisione, è bello e speriamo duri a lungo".

    ASTORI - "Con l’esperienza che ho vissuto a Firenze (la morte di Davide Astori ndr) insieme alla perdita di mio padre l’anno scorso, credo di avere due angeli custodi in più. Penso anche che in tutti questi bei risultati e in questa bella stagione ci siano dentro anche loro".

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