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  • Milanmania: Essien e Muntari non siano un alibi

    Milanmania: Essien e Muntari non siano un alibi

    Facile dare contro Muntari ed Essien dopo le sconcertanti prestazioni offerte ieri sera in occasione della sfida con la Juventus dai due ghanesi. Ancora più facile inveire contro la scelta scellerata di affidare la fascia di capitano ad un giocatore (sempre Muntari) che, per rendimento e atteggiamenti dentro e fuori dal campo, è nulla di più lontano dai valori e dallo stile che hanno da sempre contraddistinto il club rossonero. Ma il tifoso milanista ha ormai fatto il callo ad amenità di questo livello, come se non ci fosse limite al peggio; quello che non è accettabile è che l'analisi di una partita persa nettamente sia sul piano tecnico che fisico si riduca all'individuazione dei più facili dei capri espiatori da offrire in pasto all'opinione pubblica.

    INZAGHI SENZA SCUSANTI - Perchè più colpevole di Muntari ed Essien è chi li schiera contemporaneamente in campo, al netto delle assenze di de Jong e Montolivo, e non ha il coraggio o la lucidità di rendersi contro dopo un tempo che contrastare il quartetto Pirlo-Marchisio-Pogba-Vidal con gente palesemente sotto ritmo e clamorosamente mediocre sul piano qualitativo è una sfida persa in partenza. L'imbarazzante gag della sostituzione con Bonaventura gettato in campo prima al posto di Muntari, poi di Poli al termine di un nervoso conciliabolo sulla panchina rossonera, è l'ennesima conferma dell'inadeguatezza e della totale assenza di decisionismo da parte di Inzaghi. Colpevole inoltre, in concomitanza col resto dello staff tecnico, di presentare in campo una squadra che, dopo un'ora di partita, sparisce sistematicamente dal campo sotto il piano della tenuta atletica. Possibile per una squadra che non disputa alcuna competizione europea e ha una settimana di tempo per prepare ogni singola partita? Ricordate quando Inzaghi dichiarò a inizio stagione che il suo Milan si sarebbe arreso solo ad avversari più forti ma non più determinati e che avessero corso di più dei suoi?

    GALLIANI INDIFENDIBILE - Dopo oltre metà campionato, si può tranquillamente affermare che anche questa missione, come quella di restituire il senso di appartenenza e il senso del lavoro, sia palesemente fallita, persa nella miriade di parole e di giustificazioni che da agosto a questa parte l'allenatore rossonero ci propina. Tornando alle responsabilità, queste sì direttamente a monte, chi ha scelto di affidare la panchina di un club del prestigio del Milan e così mal costruita in sede di campagna acquisti ad un esordiente? Chi ha portato a parametro zero i già citati Muntari ed Essien in una rosa che una volta veniva costruita solo e soltanto in nome della tecnica e dalla volontà di essere padroni del gioco? Come è possibile che due giocatori così lontani dagli standard qualitativi di una qualsiasi formazione di vertice siano titolari contro la Juventus? Com'è possibile offrirgli ingaggi da 3 milioni di euro, arrivando addirittura a rinnovare la scorsa estate a Muntari il contratto che sarebbe scaduto il prossimo giugno con tanto di adeguamento salariale? E ancora, perchè non si è fatto nulla per regalare a Inzaghi nell'ultima finestra di mercato un centrocampista di qualità, invece di imbottire la rosa di difensori e attaccanti che non hanno intaccato il valore medio di questa squadra. La tattica di puntare sui rapporti consolidati con certi procuratori non paga più, il Milan deve iniziare a trovare strade alternative per fare mercato (scouting, settore giovanile) ma Galliani non sa e non vuole adeguarsi ai cambiamenti dettati dal tempo. Altro che Muntari ed Essien, ecco chi sono i colpevoli.

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