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  • Milanmania: Gazidis tratta Ibra da ragazzino, non ha ancora capito come lavorare in Italia

    Milanmania: Gazidis tratta Ibra da ragazzino, non ha ancora capito come lavorare in Italia

    • Carlo Pellegatti
    Diabolico, un Milan diabolico. Trasformare un fatto positivo per la squadra e per l’ambiente come la risposta affermativa del Club alle richieste dei giocatori sul taglio degli stipendi in un caos mediatico per la visita di Ivan Gazidis è veramente straordinario. Significa voler farsi del male a tutti i costi. Vuol dire alimentare tensioni gratuite alla vigilia di un giorno di festa, tanto atteso nelle settimane più buie, come la ripresa del calcio giocato. Qualche ora prima della partita più importante della stagione per il Milan.

    Non critico la tempistica della visita a Milanello perché annunciare ai giocatori l’ok alle loro proposte avrebbe, come detto, potuto essere un elemento rassicurante prima di Juventus-Milan. Altri elementi invece mi creano forti perplessità sulle strategie mediatiche e non di Gazidis. L’Amministratore Delegato doveva comunicare subito il motivo della visita, ma soprattutto evitare l’imbarazzante faccia a faccia con Ibrahimovic. Come? Incontrandolo nei giorni scorsi, anche se via call, anticipandogli quali siano o possano essere le eventualità circa il suo futuro. Insomma trattandolo da uno dei grandi leader del gruppo, non come uno dei giovani della rosa.

    Ivan Gazidis non si è ancora calato nella realtà del calcio italiano. In Inghilterra il C.E.O. lavora in ufficio, affidando le chiavi della parte sportiva al Manager. Nel suo caso a Wenger nell‘Arsenal e forse nel prossimo Milan a Rangnick. In Italia soprattutto in un Società che non ha un Proprietario presente in loco, il Fondo Elliott è Ivan Gazidis, non Paolo Maldini o Ricky Massara, figure importanti ma caratterizzanti il campo non la scrivania dove vengono prese le decisioni strategiche. Gazidis stenta a comprenderlo, ma dopo quasi due anni deve cambiare il suo modo di lavorare come responsabile del Club.

    Il Milan affronta la Juventus con la formazione più logica, viste le assenze. Un Milan “mordi e fuggi” che cercherà di non dare punti di riferimento alla difesa bianconera. Con lo scopo precipuo di cercare di realizzare intanto un gol, chiave di una possibile anche se complicata strada per la finale. Serve una grande partita. E' anche fondamentale, in vista del ritorno in campionato, allontanare subito il ricordo della brutta prestazione contro il Genoa. Magari affidarsi alla legge dei grandi numeri. Allo Juventus Stadium solo eliminazioni e sconfitte per i rossoneri. Prima o poi la tendenza cambierà. Speriamo presto, molto presto!

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