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  • Montella, trasformismo non è peccato! Ecco tutti i moduli in base ai giocatori

    Montella, trasformismo non è peccato! Ecco tutti i moduli in base ai giocatori

    • Alessandro Di Gioia
    Nel gergo politico, il termine "trasformismo" indica una "pratica che consiste nella sostituzione del confronto aperto tra la maggioranza che governa e l'opposizione che controlla con la cooptazione nella maggioranza di elementi dell'opposizione per esigenze tipicamente utilitaristiche": questa corrente, nata in Francia nel 1700, si diffuse in Italia a partire dal 1882, durante il governo di Agostino Depretis, che la portò alla ribalta in maniera innovativa e di successo. Ci sono diverse immagini dell'epoca che ritraggono Depretis con la testa di uomo e il corpo di camaleonte, come è noto l'animale più in grado in natura di mimetizzarsi con l'ambiente per procurarsi il cibo e sfuggire ai predatori. Questo excursus politico per spiegare il significato di una corrente che, più di un secolo dopo, potrebbe e dovrebbe essere applicata al calcio: in particolare l'allenatore del Milan, Vincenzo Montella, potrebbe prendere spunto dal buon Depretis.

    Dotato infatti di un parco giocatori di tutto rispetto, recato da un mercato finalmente convincente in una società come quella rossonera che ha vissuto diversi anni di "vacche magre" da questo punto di vista, il tecnico partenopeo ha già dimostrato di un essere abile gestore e di saper lavorare con tranquillità nonostante le spinte centrifughe provenienti dall'esterno ma anche dall'interno: occorre probabilmente un passo avanti in più nell'ambito della lettura della partita, sia a partire dall'inizio sia in corso d'opera. Da questo punto di vista fanno specie la restia attitudine a schierare la squadra con la difesa a 3 (introdotta soltanto a partire dalla trasferta di Vienna, dopo la batosta di Roma), nonostante abbia i giocatori perfetti per questa soluzione e abbia avuto quasi due mesi per lavorare su questa soluzione, e l'eccessiva dipendenza dai moduli in quanto tali, ovvero concepiti come numeri sul campo.

    Mi spiego meglio. Le parole rilasciate dopo la vittoria contro l'Udinese su Suso mi hanno colpito: "Si abituerà presto a giocare lì. Per lui non era facile trovare spazio perché lo raddoppiavano spesso. Si è innervosito un po’ ma deve stare tranquillo e giocare sereno". Ora, si è sempre detto che l'allenatore deve essere in grado di adattare i giocatori al modulo, non viceversa: difficile che lo spagnolo si abitui a giocare in un ruolo, quello di seconda punta spesso spalle alla porta, che non ne esalta le caratteristiche e anzi lo penalizza nelle giocate, come dimostrato contro i friulani. Le soluzioni, da questo punto di vista, sono plurime, e sono legate ai calciatori, più che ai moduli e ai numeri: se Montella ha in mente di schierare Suso e Bonaventura, come ieri, il modulo più naturale è il 3-4-3, che consente ai due giocatori di agire da esterni, ruolo nel quale l'anno scorso hanno fatto faville; se invece la scelta è quella di schierare Suso e Calhanoglu (o Bonaventura e Calhanoglu), il modulo più adatto appare il 3-4-2-1, che consenta al turco di agire in mezzo al campo senza penalizzare eccessivamente lo spagnolo e l'italiano, privandoli di punti di riferimento; infine, se la scelta è quella di giocare con le due punte come ieri, gli interpreti più adatti appaiono Kalinic, Andrè Silva e Cutrone. Perché il trasformismo non è un peccato, ma un asso nella manica: Depretis insegna, Montella, che è dotato di grande saggezza, può apprendere. 

    @AleDigio89

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