Calciomercato.com

  • Il colpo di testa di Lindstrom spegne il Napoli: dallo scudetto alla mediocrità, le colpe e come ripartire

    Il colpo di testa di Lindstrom spegne il Napoli: dallo scudetto alla mediocrità, le colpe e come ripartire

    • Simone Gervasio
    Dal 4 maggio 2023 al 12 marzo 2024, dall'estasi scudetto a Udine a un'eliminazione che mette praticamente la parola fine a una delle stagioni più deludenti della storia contemporanea del Napoli. Ancor di più se poi fa seguito alla migliore. Sono bastati 10 mesi per capovolgere il mondo sotto al Vesuvio, per dare un calcio al secchio del latte munto da Osimhen e compagni, da Spalletti e Giuntoli e da De Laurentiis. Sembra passata una vita ma quest'annata è figlia di errori estivi, di una gestione rapsodica e di una sottovalutazione del lavoro, enorme, fatto nel 2022/23.

    Certo la trasferta a Barcellona (persa 3-1) non era di quelle semplici ma contro una squadra parso quanto mai umana, gli azzurri hanno fallito ancora, dimostrando che oltre un certo limite questa squadra non può più essere spinta. Il passaggio ai quarti di finale di Champions League (traguardo raggiunto anche nella passata stagione) con rinnovate speranze di partecipare al Mondiale per Club avrebbe potuto dare una sterzata a una stagione nata male, proseguita peggio e finita già all'alba della primavera. È vero: il Napoli potrebbe con un colpo di coda rientrare nella corsa per la prossima Champions, soprattutto con a disposizione un eventuale quinto posto utile alla qualificazione. Ma una squadra che ha rigettato Garcia, che si è accartocciata su sé stessa con Mazzarri e che, solo con Calzona, ha dato segni di vita potrà rinascere ancora dalle sue ceneri? Le probabilità, anzi, che questo gruppo possa trascinarsi stancamente a un'estate che sa di rivoluzione sono alte. 

    Senza un allenatore, senza un numero 9, senza un ds del livello raggiunto dal Napoli, la prossima estate sarà l'ennesima prova del fuoco per il presidente De Laurentiis. Sullo sfondo nella cavalcata spallettiana, in primo piano e con sceneggiate da censurare in quest'annata sfortunata, il patron dovrà ricalibrare il proprio ruolo. Le tante (forse troppe) parole, le discese negli spogliatoi a metà gara e alcuni atteggiamenti da censurare sono la cartina da tornasole di un club che ha pensato più a quanto succedeva fuori che in campo. Servirà rifare la difesa (Kim è stato di fatti sostituito con la riserva Juan Jesus, più che con Natan, pur pagato 10 milioni), servirà venire incontro a Kvaratskhelia e al suo procuratore per blindare l'unica stella che rimarrà in azzurro. Servirà non spendere di più ma meglio. Perché se Cajuste e Lindstrom, i due colpi estivi oltre al già citato Natan, sono stati comprimari in questa stagione, un motivo ci sarà. E siccome il calcio è stato inventato dal diavolo (come dice un ex giocatore del Napoli, ora in sella alla Juve), la palla per il 2-2, poco prima del 3-1, capita proprio sulla testa del danese che la spreca. Un segnale funesto, l'ennesimo di una stagione che doveva consacrare il Napoli nel pantheon del calcio italiano ed europeo ma che rischia di riportarlo indietro di anni.

    Altre Notizie