Calciomercato.com

  • San Paolo ridotto al silenzio, gli ultras protestano e disertano. Il Napoli perde su tutta la linea: cosa c'è dietro

    San Paolo ridotto al silenzio, gli ultras protestano e disertano. Il Napoli perde su tutta la linea: cosa c'è dietro

    • Giovanni Annunziata
    Il periodo del Napoli non è affatto semplice. Tanti, troppi problemi dentro e fuori dal campo. I risultati non arrivano e nel mese di gennaio Gattuso ed i suoi ragazzi dovranno affrontare delle sfide davvero tanto complicate. La prima di queste è stata contro l'Inter, dove è arrivato un pesante ko interno per 1-3. Ma il risultato non è l'unico elemento negativo della serata. Questo perché allo stadio San Paolo di Napoli non si respira più l'aria di prima. Non si tratta solo di risultati, perché anche nei momenti no il pubblico partenopeo c'è sempre stato, ha sempre sostenuto la squadra. Qui il discorso è diverso. Infatti i più grandi gruppi organizzati della Curva A e della Curva B disertano da settimane lo stadio. E le due cose in fin dei conti vanno di pari passo. Questo perché al Napoli manca la fiducia, manca anche il sostegno da parte dei tifosi. Giocare in casa è diventato difficile, sia per la pioggia di fischi ad ogni errore che per la mancanza del vero tifo, del grande ruggito del San Paolo, capace di far tremare le gambe agli avversari e far sentire grande qualsiasi giocatore azzurro.

    LA SITUAZIONE ATTUALE - Al momento all'interno dell'impianto di Fuorigrotta è come se si stessero creando dei piccoli gruppi, ma senza veri leader, senza qualcuno che indichi la strada per spingere tutti insieme il Napoli in una sola direzione. Lo si capisce anche nell'arco dei 90 minuti, con un tifo insolito, non "caldo" come al solito, come se parlasse e raccontasse proprio la situazione creatasi.

    LA CONTESTAZIONE - È oramai noto che gli ultras del Napoli sono in protesta. Il motivo riguarda l'applicazione delle nuove norme e regolamenti di sicurezza previsti all'interno degli stadi. Queste regole sono in vigore da due anni, ma l'applicazione ha avuto inizio negli ultimi 2-3 mesi. Allo Stadio San Paolo di Napoli, però, non c'è stato alcun rimedio ad alcune problematiche, come invece accaduto in altri stadi. Come ad esempio all'Olimpico di Roma sono stati introdotti i cosiddetti palchetti lanciacori, pedane d'acciaio dove si potrà stare in piedi, liberamente e spalle al campo, per coordinare il tifo. 

    IL REGOLAMENTO - Prima di tutto c'è da attenersi al posto indicato sul biglietto personale e non occuparne alcun altro. In caso contrario la sanzione sarebbe di 166€ per ogni singolo individuo. Alla seconda violazione del regolamento nello stesso campionato scatterebbe il DASPO. C'è da seguire anche un codice di condotta, di cui ecco alcuni punti migliorabili:
    - è vietato sostare in prossimità di ingressi o uscite oppure di ogni altra via di fuga senza giustificato motivo (senza alcuna spiegazione nel dettaglio per quanto riguarda i tempi, ad esempio);
    - è vietato arrampicarsi sulle strutture dello stadio (non è concesso stare in piedi sulla balaustra per lanciare i cori);
    - è vietata l'introduzione di ombrelli;
    - è vietato l'ingresso di persone con stampelle e l'accesso di carrozzini e passeggini;
    - è vietata la "copertura" al momento dell'ingresso ai tornelli, ovvero la copertura con occhiali da sole, sciarpe, scaldacollo, ecc. 

    LE POSSIBILI SOLUZIONI - Si potrebbe fare tanto per andare incontro ai tifosi. Per quanto riguarda le problematiche sopra elencate, le soluzioni sarebbero - ad esempio - quelle di introdurre un tempo limite di sosta in determinati luoghi, creare delle aree apposite per i tifosi chiamati a lanciare i cori (già presenti in altri stadi), garantire una maggior copertura contro la pioggia (in riferimento agli ombrelli).

    COSA ACCADRÀ - Adesso c'è bisogno di venirsi incontro. E lo ha capito anche l'assessore allo sport di Napoli, Ciro Borriello, che spiega ciò che vogliono gli ultras: "Chiedono altro, la possibilità di avere delle zone dove poter tifare. Ogni sigla ha un suo settore di riferimento, si dovrebbe lavorare su questi aspetti, capire con una programmazione magari settimanale o annuale che ogni parte del tifo organizzato può avere 200 posti in un determinato spazio. Il confronto è un elemento che può distendere la situazione. Non escludo niente, cerchiamo di capire quali sono le disponibilità. Noi abbiamo incontrato i tifosi e ci hanno chiesto ciò che ho detto. Loro vogliono esclusivamente tifare, come stanno dicendo da più parti. Dobbiamo capire come garantire al tifo organizzato spazi dove tifare. Il bello del calcio è anche questo, come la possibilità di organizzare una coreografia. A Roma hanno trovato una soluzione, così come a Milano e a Bergamo, deve essere così anche a Napoli”. Lo stesso Borriello, infatti, ha comunicato che entro un mese si terrà un incontro a cui presenzieranno comune, società, questura e rappresentanti del tifo organizzato. Tutti insieme per un unico scopo: riportare calore e colore al San Paolo. Perché il Napoli ha bisogno di quello che è sempre stato il dodicesimo uomo in campo, il pubblico di Fuorigrotta.

    Altre Notizie