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  • Napoli, è un problema di mentalità? Riemergono gli spettri di Ancelotti, i numeri inchiodano Gattuso

    Napoli, è un problema di mentalità? Riemergono gli spettri di Ancelotti, i numeri inchiodano Gattuso

    • Giovanni Annunziata
    Un anno fa Gennaro Gattuso iniziava il suo percorso sulla panchina del Napoli per risollevare una squadra moralmente a pezzi. Una strada difficile da intraprendere per far cambiare completamente aspetto ad un gruppo che non aveva mai vissuto un momento del genere. L'avvio non è stato dei più rosei: sulla panchina del Napoli dal 14 dicembre 2019, Gattuso nelle prime quattro gare ha collezionato 3 sconfitte e 1 sola vittoria. Solo dopo questo inizio fatto di assestamento sono iniziati a venire fuori i primi risultati tra campionato e coppa. Gattuso è riuscito anche a portare a casa un trofeo alla fine della stagione, la stessa Coppa Italia, e la partenza nella stagione corrente ha fatto ben sperare.

    PASSO INDIETRO - Ora però qualcosa si è nuovamente inceppato, il Napoli delle ultime settimane somiglia tanto a quello di un anno fa e anche Gattuso è finito sul banco degli imputati, dove all'epoca si trovava il mentore Ancelotti. Oggi come allora, insieme a un certo caos di ordine tattico, a destare particolare preoccupazione è l'assenza di mordente palesata in più di un'occasione (l'ultima ieri con la Lazio) da Insigne e compagni. Quella che soltanto fino a poco tempo fa veniva considerata una possibile candidata per lo scudetto, dopo i ko in successione con Inter e Lazio è scivolata al quinto posto e sembra dover ridimensionare le proprie ambizioni.

    COSA MANCA? - La decisione di imporre il ritiro in vista dell'ultimo impegno del 2020 contro il Torino è figlia anche della denuncia -che risale ormai a qualche settimana fa - di Gattuso sui limiti di mentalità mostrati dai suoi calciatori, la famosa manca di "veleno" soprattutto negli appuntamenti più importanti. Il Napoli, ad oggi, si è reso protagonista soltanto di due exploit nei match contro le dirette rivali: i poker rifilati ad Atalanta (17 ottobre) e Roma del 29 novembre, poi il vuoto. Sono ben cinque le sconfitte subite in 13 partite di campionato, contro Juventus (ma a tavolino e con la possibilità che la decisione dei tribunali sportivi vengano ribaltate), Sassuolo, Milan, Inter e Lazio. Tutte squadre che occupano posizioni di alta classifica. Qui subentra la famosa mentalità che dovrebbero avere le grandi squadre, ma c'è anche il fattore gol che manca. Juve a parte, in occasione degli altri 4 ko il Napoli ha messo a segno soltanto una rete, quella di Mertens rivelatesi inutile ai fini del risultato contro il Milan. Falcidiato da una serie importanti di infortuni e assenze di altra natura nel reparto offensivo, era da circa un anno e tre mesi che gli azzurri non concludevano due partite consecutive senza andare a segno (Genk e Torino rispettivamente 2 e 6 ottobre 2019). Oggi la storia si ripete e riemergono gli spettri del Napoli di Ancelotti. Tanto da ipotizzare che, dietro i continui rinvii per la firma del nuovo contratto di Gattuso, inizino a insinuarsi i primi dubbi sul rendimento complessivo dell'allenatore calabrese da un anno a questa parte.

    Forse anche per questo la firma sul contratto per Gattuso non è ancora arrivata, il Napoli potrebbe aspettare ancora un altro po'.

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