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  • Napoli: tutto bene quel che finisce bene ma...

    Napoli: tutto bene quel che finisce bene ma...

    • Vincenzo Vitiello

    Il Napoli sconfiggendo per 2-1 l'Aik Solna, nel quinto match del Gruppo F di Europa League, si è qualificato ai sedicesimi di finale della competizione continentale. Tutto bene quel che finisce bene ma il Rasunda Stadium ha messo in evidenza alcuni aspetti della squadra azzurra riconducibili a risapute problematiche in casa Napoli.
     

    INLER PER DONADEL- E' bastato un solo e decisivo cambio, al 18' del secondo tempo riguardante la sostituzione di Donadel con Inler, per dare un nuovo volto ad un match giocato male da entrambe le squadre. Il Napoli, con il centrocampista svizzero, ha lasciato l'impostazione corrispondente ad una squadra incapace di imbastire una qualsivoglia efficace manovra di attacco. I successivi cambi, effettuati da Walter Mazzarri,  hanno visto l'ingresso sul terreno di gioco di Zuniga, al posto di un Mesto dedito alla sola fase passiva, e Hamsik che è andato a  rilevare Dzemaili: tre cambi che hanno dato gioco e profondità al Napoli.

     

    IL MIRACOLO DI MAZZARRI-  L'allenatore toscano, nonostante le critiche ricevute per la gestione di alcune partite, con la rosa a disposizione ha realizzato, fino ad ora,  un vero miracolo portando la squadra azzurra avanti in Europa ed, attualmente, al terzo posto nel massimo campionato nazionale.
     

    ORA SPETTA A DE LAURENTIIS-  A compiere, ora, il passo decisivo per fare il tanto auspicato salto di qualità dovrebbe essere il presidente Aurelio De Laurentiis. E' difficile ipotizzare, ancora una volta, di dover affermare in un prossimo futuro: siamo al cospetto di una eterna incompiuta in grado di far sognare il popolo partenopeo ad inizio stagione per poi, puntualmente, ricondurlo ad una realtà che rivela di una società proiettata costantemente nelle immediate posizioni di rincalzo in Italia ed in Europa, con un sanissimo bilancio, ma ben distante da ciò che aveva prospettato il presidente in sede di programmazione quando ebbe il merito di riportare il calcio a Napoli.

     

    IL LABORATORIO OPERANTE- L'impressione percepita da alcuni opinionisti e tifosi, all'inizio dell'era De Laurentiis, era quella che la pianificazione dei lavori riguardasse un laboratorio operante in grado di costruire nuovi talenti da trattenere nell'organico e l'acquisto di nuovi calciatori con un minimo di esperienza, prospetticità  ed in grado di diventare futuri top play. Una lodevole programmazione finalizzata anche e soprattutto al risparmio oltre a far acquisire plus valenze utili ad un sano bilancio societario.
     

    TRA CESSIONI E NUOVI ACQUISTI- Tralasciando la vendita di un Lavezzi, intenzionato a lasciare Napoli e di Gargano, i supporters azzurri si augurano che altre cessioni eccellenti non avvengano più almeno fino a quando sarà costruito un organico appartenente ad una società proiettata ai vertici del calcio nazionale e continentale. Solo se si realizza un puzzle vincente si potrà successivamente far a meno di un pezzo pregiato, sostituendolo con un altro in un mosaico che non risentirebbe di tale operazione di mercato per la chimica di squadra consolidata e rimasta tale anche in presenza di un nuovo elemento.
     


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