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  • Napolimania: De Laurentiis ha fallito, (quasi) addio ai sogni di Champions

    Napolimania: De Laurentiis ha fallito, (quasi) addio ai sogni di Champions

    • Giovanni Annunziata
    Ripetersi è sempre complicato, soprattutto se bisogna vincere nuovamente lo scudetto in seguito ad una stagione storica come quella del Napoli dello scorso anno. Ma era ancora più difficile ipotizzare un crollo di questo tipo, di una squadra che alla trentesima giornata di campionato si ritrova fuori dalle coppe e soprattutto ottava in campionato. Uno scenario tanto triste quanto reale, che ha restituito al pubblico la dimensione effettiva di oggi degli azzurri, dei quali sembra impossibile immaginare una crescita, un percorso differente da quello che si è visto fino ad oggi. Un Napoli triste, spento, che non è squadra, incapace di dimostrare di avere un'anima e a tratti anche qualità (nonostante ne abbia, eccome). 

    In campo ci sta andando un gruppo disunito, che non lotta e delude tanto, troppo. Questo quanto viene fuori dalla partita contro l'Atalanta. Un primo tempo interamente regalato alla Dea, brava a colpire con questo uno-due, che ha sfruttato una debolezza evidente di un Napoli che è apparso anche rassegnato in alcuni momenti. Lo si evince dalle rincorse che non ci sono, dal primo gol che è frutto di una passività collettiva, quando tutti restano a guardare lasciando spazio, tempo e pensiero a Hateboer, Scamacca, Pasalic e Miranchuk in area di rigore. Lo specchio del momento e, allargando ancor di più, della stagione.

    C'è successivamente (e anche durante) la reazione. Perché il Maradona non resta a guardare, i napoletani sono feriti da ciò che stanno vedendo. Un coro si alza forte e rimbomba come nessuno mai:  "Vaffa... lo scudetto, meritiamo più rispetto". Nulla da aggiungere, sono parole tanto chiare quanto dirette. Rappresentano tutta la delusione del momento, di uno scudetto scivolato via con troppa facilità. Passare dalla gioia di un anno fa a questa situazione è doloroso per un tifoso. E De Laurentiis oggi ha fallito. C'è il discorso sportivo, con la lotta per il titolo mai fatta e la zona Champions che si allontana diventando quasi un miraggio. C'è quello progettuale, perché tutto nasce da lì e dalle scelte sbagliate che sono state fatte ad agosto tra acquisti e allenatore (e allenatori). Ma ancor di più questo senso di vuoto che viaggia nelle anime dei napoletani. E quel coro, quei fischi, quella frustrazione fanno percepire ancor di più il dolore.

    E ora? Ora si inizia a dire addio ai sogni di Champions, del quarto e quinto posto, perché Bologna e Roma hanno la possibilità di allungare rispettivamente a +12 e +9 nei posticipi. Si aggiunge l'Atalanta, che se dovesse vincere il recupero con la Fiorentina volerebbe addirittura a +8. La matematica non condanna il Napoli, ma bisogna essere realistici e comprendere che il divario si fa serio e soprattutto la differenza di corsa tra gli azzurri e chi è davanti è evidente. Calzona ha scelto la strada dell'onestà intellettuale, nel post partita ha parlato di Champions lontana e di un Napoli ancora in gioco per le altre competizioni. La testa deve andare lì, a questo punto. Resta il fatto che quella con l'Atalanta era l'ultima spiaggia e il Napoli non ne è uscito vivo. Tutto è naufragato, ancor di più.

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