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  • Niang: 'Diventerò più forte di Henry, che errore fingermi Traoré...'

    Niang: 'Diventerò più forte di Henry, che errore fingermi Traoré...'

    Rientrato dopo un lungo stop per la frattura del metatarso, Mbaye Niang si è subito ripreso il Milan: buona la prima stagionale contro l'Atalanta, nonostante una condizione atletica ancora da perfezionare tante giocate di qualità e sostanza che gli varranno la probabile conferma da titolare anche contro la Juventus. L'attaccante francese ha parlato proprio della sfida con i bianconeri a La Stampa: "Non sarà decisiva, noi siamo sesti e loro stanno dietro. Manca tanto alla fine".

    MERITOCRAZIA - Niang parla anche di due dei suoi allenatori al Milan, l'ex Massimiliano Allegri (domani sulla panchina della Juventus) e Sinisa Mihajlovic: "Allegri mi ha lanciato e fatto vivere il momento più bello della mia carriera facendomi giocare contro il Barcellona. Mihajlovic? Ho ritrovato lo stesso feeling, mi voleva anche alla Sampdoria e fin dal primo giorno ho capito che intendeva portarmi in alto. Se troverò più spazio con il 4-3-3? Con Mihajlovic gioca chi lo merita, il modulo non c’entra".

    ERRORI DA NON RIPETERE - Mbaye ripercorre la sua carriera e ripensa ad alcuni errori evitabili del passato: "Forse non ero ancora pronto per una grande squadra. Le esperienze in prestito sono servite. Se mi spaccerei ancora per Traorè? No, però non è l’unica cosa che non rifarei: ho anche lasciato il ritiro della Nazionale francese cacciandomi in un bel guaio. Ma sbagliando si impara".

    SQUADRA - Cambio di mentalità annunciato da Montolivo e Bonaventura, opinione condivisa anche da Niang: "Siamo più sicuri, all’inizio c’erano un paio di cose da correggere. Adesso subiamo meno gol, facciamo più possesso palla e segniamo di più".

    L'AMICO BALO E L'IDOLO HENRY - Ultimo passaggio sul momento vissuto dal compagno e amico Mario Balotelli (out per pubalgia) e su Thierry Henry, idolo da imitare e superare: "Balo deve approfittare di questo momento per riflettere. Tutti si dimenticheranno di lui e potrà lavorare tranquillo per tornare più forte di prima. Io so cosa significa stare fuori: quando non giochi non ricevi più cinquanta telefonate al giorno e hai il tempo per concentrarti meglio su di te e sul lavoro che devi fare. Il paragone con Henry? È stato un grande campione, ma io lavoro per diventare più forte di lui".

    FA

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