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  • Non conta in quale ruolo: ai milanisti interessa solo che Ibra torni, basta che Pioli non venga delegittimato

    Non conta in quale ruolo: ai milanisti interessa solo che Ibra torni, basta che Pioli non venga delegittimato

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    E’ davvero sorprendente l’attesa quasi messianica del popolo milanista intorno alle volontà di Zlatan Ibrahimovic. Chi abbia goduto del piacere di leggere il pezzo del nostro Emanuele Tramacere, sui diversi ruoli che lo svedese potrebbe occupare in società, avrà capito che per i milanisti è del tutto irrilevante sapere che cosa farà. L’unica cosa che conta è che Ibrahimovic torni presto e stia vicino a Pioli e ai suoi ex compagni. 

    Personalmente ho trovato di dubbio gusto la sua presenza a Milanello, lunedì mattina, poche ore dopo il derby straperso con l’Inter e poche ore prima dell’esordio in Champions League con il Newcastle. Non so di chi sia stata l’idea - ovvero se Zlatan sia stato chiamato dai dirigenti milanisti o sia stata una sua iniziativa - ma non è stato bello nei confronti di Pioli, che è parso depotenziato dal confronto. E’ chiaro a tutti che, allo stato attuale e per la considerazione che nutre di se stesso, Ibrahimovic vorrebbe essere, nel contempo, Pioli, Furlani, Moncada, Scaroni e, forse, perfino Gerry Cardinale.

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    Ma di dirigenti ce ne sono fin troppi e, per fare l’allenatore, bisogna iscriversi ad almeno due corsi (Uefa B e Uefa A). Solo così potrebbe andare in panchina e affiancare il capo allenatore. Se, da una parte, è certamente significativo che Ibrahimovic voglia fare qualcosa per aiutare il Milan, è altrettanto fondamentale che la sua presenza sia funzionale alla necessità. Il Club manager potrebbe essere una soluzione (non serve nessuna abilitazione dalla Federazione), è un ruolo scoperto, gli darebbe la possibilità di vivere a contatto con la squadra. Ma, per evitare pericolose invasioni di campo, è necessario ribadire un concetto. Comanda Pioli. E nessuno può fargli ombra.

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