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  • 'Non gioco a calcio per i milioni e le belle donne': Juve stregata da Duvnjak, leader e ragazzo della porta accanto

    'Non gioco a calcio per i milioni e le belle donne': Juve stregata da Duvnjak, leader e ragazzo della porta accanto

    • Andrea Distaso
    Se rivoluzione deve essere, allora che la si faccia fino in fondo. La Juventus affidata ad Andrea Pirlo sembra aver intrapreso una nuova strada, quella di un progressivo svecchiamento, sia per quanto concerne la carta d'identità di molti dei giocatori più rappresentativi, sia per quanto concerne la mentalità di gioco. E in quest'ottica anche il mercato - complice la situazione economica non eccelsa del club - ha iniziato a perseguire logiche differente. Vanno bene i campioni affermati, ma serve creare anche una base di giovani talenti da far crescere alle loro spalle. E così, tra i profili finiti nel mirino del settore scouting, figura anche il nome di Tomislav Duvnjak della Dinamo Zagabria.

    COMPLETO - Centrocampista classe 2003, leader e trascinatore sia nelle formazioni giovanili del suo club che in nazionale. Piede destro, fisico longilineo ma comunque ben strutturato, Duvnjak è quello che gli addetti ai lavori definirebbero un giocatore completo. Dinamico, bravo sia in fase di interdizione che di impostazione, viene utilizzato prevalentemente come mediano davanti alla difesa in una linea a tre. Gli allenatori con cui si è confrontato sino ad oggi ne hanno apprezzato anche la grande intelligenza tattica e soprattutto la personalità, che il ragazzo sa esprimere sia dentro che fuori dal campo.

    TESTA SULLE SPALLE - "Gioco a calcio perché lo adoro, non per fare milioni, guidare macchine costose, stare con le donne più belle… Mi vedo nel calcio. Ogni fine settimana, quando sono a casa, la TV è costantemente accesa e guardo il calcio", dichiarava Duvnjak in un'intervista del 2017. Concetti chiari, da ragazzo cresciuto con sani principi e che ha impiegato poco tempo a conquistare la fiducia per diventare capitano nelle giovanili della Dinamo: "Quando qualcuno scherza o fa cose che non sono appropriate per il club di cui portano il nome sulla maglia, allora reagisco. Gli dico che siamo tutti come una famiglia e che siamo qui l’uno per l’altro. Mi ascoltano". Un leader, pronto a breve a fare la sua comparsa in prima squadra e con la consapevolezza che anche un grande club come la Juventus gli ha messo gli occhi addosso.

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