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  • Otavio, obiettivo dell'Inter, dimostra che le TPO non sono mai sparite

    Otavio, obiettivo dell'Inter, dimostra che le TPO non sono mai sparite

    • Pippo Russo
      Pippo Russo
    All'Inter piace Otávio del Porto. Così dicono le indiscrezioni di calciomercato, insistenti abbastanza da far ritenere che si tratti non soltanto di una voce ma di reale interesse. Il prezzo da pagare sarebbe quello della clausola rescissoria, 40 milioni di euro, valido fino al 15 luglio. Molto alto per il profilo del centrocampista brasiliano con doppio passaporto portoghese. E lo sarà ancor più dopo quella data, quando il valore della clausola salirà a 60 milioni di euro. Si tratterebbe dunque di un investimento molto impegnativo, da valutare attentamente e sempre che fra Inter e Porto non si decida di negoziare cifre diverse.

    Ma in queste ore, sul versante della stampa portoghese, è emerso un altro aspetto dell'affare che i conoscitori delle finanze del Porto hanno ben presente da tempo e che dimostra come la questione delle Third Party Ownership (TPO) sui diritti economici dei calciatori non sia mai sparita dal mondo del calcio. Come ha informato il quotidiano A Bola nell'edizione di giovedì 23 giugno, il Porto detiene soltanto il 67,5% di Otávio, come si può leggere nella tabella pubblicata qui sotto, estratta dalla relazione semestrale al 31 dicembre 2022.

    Otavio, obiettivo dell'Inter, dimostra che le TPO non sono mai sparite 
     
    Dunque, ipotizzando che il centrocampista venga ceduto per la cifra di 40 milioni di euro, nelle casse del Porto andrebbero soltanto 27 milioni di euro, mentre i restanti 13 milioni spetterebbero al soggetto che possiede il 22,5% dei diritti economici. Ma chi sarebbe questo soggetto? Il quotidiano portoghese lo indica in BMG, sigla che sta per Banco de Minas Gerais. Si tratta di uno fra i principali istituti di credito brasiliani, noto agli esperti di economia parallela del calcio globale per essere un forte investitore in diritti economici di calciatori secondo la formula della TPO. E il protagonista di questa operazione è Ricardo Guimarães, rampollo della dinastia di banchieri a capo del BMG e grande tifoso dell'Atletico Mineiro. Del club di Belo Horizonte, Guimarães è dallo scorso 22 ottobre 2022 il presidente del Consiglio Deliberativo, dopo essere stato presidente del club fra il 2001 e il 2006. Attraverso il BMG, Guimarães è stato sponsor di diversi club brasiliani oltre che dello stesso Atletico Mineiro. Ma soprattutto ha costituito in passato il fondo d'investimento Soccer BR1, nel quale durante gli anni ha raccolto i diritti economici di calciatori. Quando hanno avvertito la minaccia di veder messe al bando le formule di terze parti, il signor Guimarães e il suo BMG hanno acquisito il Coimbra Sport, un piccolo club brasiliano dove vengono parcheggiati i diritti dei calciatori transitati per Soccer BR1. Di fatto si tratta di un bridge club. Proprio a Coimbra Sport il Porto, nel 2014, pagò 2,5 milioni di euro per acquisire il 33% dei diritti economici di Otávio. E non ci sarebbe alcunché da segnalare, se non fosse per una stranezza: che il centrocampista non ha mai giocato nel Coimbra Sport e che il Porto lo acquisì dall'Internacional Porto Alegre. Adesso sappiamo che, a 8 anni dalla messa al bando delle terze parti (1° maggio 2015), ci sono ancora terze parti pronte a lucrare sui trasferimenti dei calciatori. Ovviamente, in tutto ciò, l'Inter non avrebbe colpa alcuna se acquisisse il centrocampista, poiché la società nerazzurra pagherebbe il Porto e non avrebbe alcun dovere di controllare dove vada a finire il denaro. La Fifa invece sì. Staremo a vedere.

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