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  • Padova, pari e polemiche

    Padova, pari e polemiche

    Per commentare il pari casalingo del Padova con l’Empoli basterebbe citare due dichiarazioni di Alessandro Dal Canto raccolte in sala stampa: «Abbiamo dominato in lungo e in largo creando sette palle gol, ci è mancata soltanto la rete decisiva». E poi ancora: «Non mi piace l’atteggiamento del pubblico, non si può fischiare un giocatore al primo errore. Solo gli ultras sostengono veramente la squadra». Il tecnico trevigiano perde le staffe, litiga in tv con un giornalista durante il conteggio delle palle gol del pomeriggio, abbandona la postazione per le interviste e se ne va. Un pomeriggio nero per il nocchiero biancoscudato, che vede la sua squadra prigioniera di una preoccupante involuzione tecnica e tattica e che colleziona il secondo pareggio casalingo consecutivo, stavolta contro un avversario quasi disperato che ha già cambiato tre allenatori dall’inizio della stagione. I due pareggi consecutivi fanno il paio con il ko di Bari, il che forse suggerirebbe un atteggiamento meno arroccato di fronte all’evidenza dei risultati di certo non positivi. L’1-1 dell’Euganeo non può soddisfare proprio nessuno, eppure per Dal Canto va tutto bene. A parte che le occasioni vere sono quattro e non sette, bisognerebbe ricordare che davanti c’era una delle squadre meno in forma del momento, in caduta libera nelle ultime giornate. Quel che balza all’occhio è che l’attacco da un po’ di tempo segna con il contagocce, che certe scelte sono inspiegabili (perché escludere Portin dopo l’ottima prestazione offerta contro il Verona? Mistero…) e che il tecnico sembra aver smarrito la serenità. Un po’ per i risultati che non arrivano, un po’ perché alcuni giocatori non rispondono più agli stimoli, un po’ perché il tema tattico principale sembra quantomeno nebuloso. Se non è crisi, di sicuro è qualcosa che ci assomiglia molto. Il Padova frena ancora, pareggia la seconda partita casalinga contro un Empoli in grave affanno e perde ulteriormente contatto dal treno di testa. All’Euganeo finisce 1-1, serve un capolavoro di Cuffa che al 38′ risponde al vantaggio di Maccarone. Il pomeriggio comincia malissimo, Bentivoglio sbaglia un retropassaggio, Renzetti scivola e proprio l’ex sampdoriano si invola a rete fulminando Pelizzoli in uscita. L’Euganeo mugugna, il Padova (privo di Italiano che non va nemmeno in panchina causa febbre) fatica a costruire vere occasioni fino al 38′, quando Cuffa ruba palla a centrocampo ed esplode un fantastico destro dai 25 metri che supera Pelagotti. Nella ripresa il sacro furore biancoscudato si esaurisce in poche fiammate. La più poderosa la produce Cacia, che in girata (9′) viene smorzato da Stovini con il pallone che esce a lato di un nonnulla. Dal Canto toglie un grigio Cutolo, si gioca la carta Succi e tenta il tutto per tutto. L’attaccante torna all’Euganeo a 13 mesi dall’ultima apparizione e fa decisamente meglio del compagno di squadra. In pieno recupero Cacia ha lo spunto vincente, Succi si catapulta sul pallone e trova sulla sua strada un super Stovini. Padova un po’ sfortunato, certo, ma è decisamente troppo poco per sperare di correre alla stessa velocità delle prime due della classe. A meno che non ci sia già rassegnati a poter ambire esclusivamente ai playoff. Il che non sarebbe esattamente il massimo, visto che siamo appena a febbraio.

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