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  • Palermo fuori da Euro 2032: simbolo della disfatta del calcio italiano e del decadimento di una città

    Palermo fuori da Euro 2032: simbolo della disfatta del calcio italiano e del decadimento di una città

    • Pippo Russo
      Pippo Russo
    Un cadavere resuscitato tutti i giorni. Non ha usato eufemismi l'assessora allo sport del comune di Palermo, Sabrina Figuccia, a proposito dell'esclusione dello stadio Renzo Barbera dalla lista degli impianti allegata dalla Figc al dossier di candidatura per l'assegnazione degli Europei 2032. Nel corso di una chiacchierata con Blog Sicilia, l'assessora in quota Lega della giunta guidata da Roberto Lagalla ha mostrato più rassegnazione che disappunto rispetto a una scelta che fuori da Palermo ha suscitato sconcerto, ma che evidentemente nel capoluogo siciliano non veniva affatto scartata. Ciò che più di ogni altra cosa è un segno sconfortante del decadimento di una storia calcistica, ma anche di un'intera città. La quinta città d'Italia che però non trova posto fra le dieci cui dovrebbe essere data la possibilità di ospitare gli Europei. Qualora venisse assegnata all'Italia, la manifestazione non andrà più a sud di Bari. E per la Sicilia sarebbe uno smacco mortificante, oltreché un clamoroso danno in termini d'immagine.

    Nella chiacchierata con Blog Sicilia la titolare della delega allo sport non ha trovato di meglio da fare che prendersela con le giunte antecedenti. L'ex sindaco Leoluca Orlando non viene nominato, ma il riferimento è chiaro. Altrettanto chiaro è però il silenzio tenuto dal resto della giunta palermitana in carica, davanti a un rovescio così imponente. L'assessora Figuccia, che in un'altra intervista riportata dall'edizione odierna del quotidiano palermitano Giornale di Sicilia usa  parole un tantino più possibiliste, è l'unica a prendere la parola nel giorno in cui viene dato l'annuncio. Il sindaco Lagalla tace, altrettanto fa il presidente della Regione, Renato Schifani, palermitano.

    A prendere voce sono invece gli esponenti dell'opposizione, che polemizzano con la giunta di centro-destra al governo da dieci mesi. Ancora una volta, ecco la tentazione di metterla sul piano della polemica politica. Una tentazione cui non si sottraggono in queste ore molti internauti, che non vedono altra spiegazione possibile dietro una decisione che taglia fuori l'impianto palermitano ma inserisce in lista una serie di impianti il cui destino è ancora tutto da definire. Ma quali che siano le reazioni rimane la ferita nel cuore di chi ha visitato almeno una volta lo stadio della Favorita, intitolato nel 2002 a Renzo Barbera, presidente del Palermo dal 1970 al 1980. Un impianto fra i più suggestivi, sistemato com'è ai piedi del Monte Pellegrino. Ma anche un catino che ha conosciuto gravi stenti per rimanere nel circuito delle grandi manifestazioni internazionali.

    Fu già una gran fatica predisporlo in tempo per la disputa dei Mondiali di Italia 90, quando la prospettiva dell'esclusione è stata a incombere fino a poche settimane dall'inizio della manifestazione. Per renderlo adeguato a ospitare le tre gare che videro protagoniste le nazionali di Egitto, Irlanda e Olanda (l'Inghilterra, testa di serie del girone, giocò tutte le partite a Cagliari) fu necessario tenerlo chiuso per due intere stagioni sportive, ciò che costrinse il Palermo (ripartito nella stagione 1987-88 dopo il fallimento del settembre 1986) a giocare sul campo neutro di Trapani le stagione 1988-89 e 1989-90. Ma in tutto ciò il passaggio più triste e tragico fu quello che portò alla morte di cinque operai impegnati nei lavori di rifacimento. Accadde il 30 agosto 1989 e tutto quanto fu causato dal crollo di un traliccio da trenta metri di altezza, cui tre dei cinque erano imbracati. Si chiamavano Giovanni Carollo, Antonino Cusumano, Gaetano Palmieri, Giuseppe Rosone e Serafino Tusa. L'inchiesta giudiziaria fece bloccare un programma di lavori già in clamoroso ritardo, ma poi la necessità di far rientrare in qualsiasi modo l'allora Stadio della Favorita nella mappa di Italia 90 sbloccò la situazione. È anche per la memoria di quei morti che adesso l'esclusione dalla lista delle possibili sedi di Euro 2032 comunica un senso di grave amarezza. La memoria di quel fatto tragico si intreccia col passato recente e con le contraddizioni che ne derivano.

    Viene fatto notare che giusto un anno fa il Renzo Barbera è stato teatro dell'infelice gara fra Italia e Macedonia del Nord, primo play off per l'accesso a Qatar 2022. Come è possibile che uno stadio adatto allora sia da escludere a un anno di distanza? Tornano anche alla memoria le immagini delle (vergognose) condizioni in cui vennero lasciati gli spogliatoi che avevano ospitato la squadra azzurra. La polemica andò avanti per giorni. Ma siamo sicuri che questo c'entri nulla con la decisione della Figc di non inserire il Barbera nella lista degli stadi per Euro 2032.

    @pippoevai

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