Due vittorie consecutive, di cui una trasferta, per il Palermo hanno l'impatto di un asteroide sulla terra. Per rianimare una squadra orribilmente moscia fino a tre settimane fa, ci voleva un mezzo miracolo; dicitura abusata nel calcio, ma Sannino ha fatto davvero qualcosa di singolare. Dopo la gara col Milan, l'allenatore richiamato - e adesso osannato - da Zamparini ha parlato ai suoi giocatori, esortandoli a impegnarsi per la gente di una città 'ideale per lavorare'. Lo stesso tecnico, dopo il successo di Genova, ha aggiunto che il pubblico di Palermo ‘è esigente ma ti accarezza’. L’amore si sta rinfocolando.

Il tifoso, si sa, è quanto di più ondivago ci sia nella vita. Tremebondo nella sconfitta, giocondo nella vittoria. È bastato un gol, il primo con la maglia rosanero, perché Garcia da bersaglio diventasse orgoglio. Al rientro da Genova, addirittura, è stato tra i più acclamati, nemmeno fosse Miccoli. Bizzarrie di un mondo, quello del calcio, grottesco per definizione. Le congiunture positive del Palermo si sono intrecciate con quelle mediocri del Siena e nefande del Genoa, nella summa di quei 27 punti che comunque, a fine stagione, determineranno una salvezza e due retrocessioni.

Ecco perché, parafrasando l'ultimo singolo di Neffa, bisogna stare molto calmi. A Palermo è già tempo di resse nelle ricevitorie per essere presenti domenica al 'Barbera'. Strano, quando fino a poco tempo fa parecchi tifosi gremivano lo stadio solo per fischiare. L'avversario sarà il Bologna, cullato dalla tranquillità dei suoi 37 punti che gli conferiscono un'ipoteca sulla prossima Serie A. Tutto porta a pensare che sarà una partita tra scapoli, ammogliati (quelli del Bologna) e vietcong col fucile spianato (quelli del Palermo). Possibile, ma non sicuro. Sannino non abbassa né la guardia né il fucile, costantemente puntato sui suoi uomini. Finora il sergente ha funzionato, al netto di miracoli per il momento a metà.