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  • Palermomania:| Errori sì, arrendevolezza no

    Palermomania:| Errori sì, arrendevolezza no

    Contro il Napoli, una squadra che ha guardato negli occhi Manchester City e Bayern Monaco, si può perdere, ci mancherebbe. Perdere sì, ma abbassare lo sguardo no. Quello che non è piaciuto nel buio del 'Barbera' di domenica è stata l'arrendevolezza. Sotto prima di uno, poi di due, infine di tre gol, anziché risalire la corrente come un salmone, il Palermo si è lasciato trascinare come un fuscello dall'inerzia della sua inferiorità tecnica. Gli uomini di Mutti avevano negli occhi lo spettro della sconfitta, come il più brutto della scuola che ci prova con la più bella. Eppure, nel primo tempo il Palermo aveva tenuto botta, sebbene soffiassero gli spifferi dell'avversario più forte.

    Mutti aveva detto a Vazquez di spremersi per i primi 45 minuti, perché aveva già in mente il cambio. Ma siccome le sostituzioni sono sempre una cosa in divenire, per quale motivo togliere l'argentino, tra i migliori e per di più l'unico in grado di tenere in scacco ora Inler ora Gargano? Senza 'El Mudo' - un tipino sulle sue ma che parla sul campo -, Barreto e Migliaccio sembravano una barchetta da diporto in balia del mare in tempesta napoletano, anche perché mare(chiaro) Hamsik ondeggiava stabilmente a centrocampo per garantire superiorità numerica.

    Incomprensibile la scelta di Mutti, che ha inserito Alvarez e Acquah per Vazquez e Della Rocca, col risultato di disegnare un 4-4-2 velleitario annichilendo, di fatto, il tasso tecnico della squadra. Il mea culpa dell'allenatore, che non ha cercato alibi ammettendo l'errore, è una perla tra le conchiglie: non è da tutti mettersi alla mercé delle critiche. Per questo ci auguriamo che certe topiche non si ripetano: Mutti è una bravissima persona, forse anacronistica in questo sordido mondo che è diventato il calcio.

    Tra errori e arrendevolezza, comunque, il Palermo ha confermato ancora una volta i suoi limiti tecnici, mascherati a inizio stagione dall'entusiasmo di Mangia, fenomeno nell'inoculare motivazioni ai suoi. Adesso l'abbrivio si è spento e le magagne di un centrocampo di randellatori e non di artisti sono palesi. Bisogna correre ai ripari; non tanto perché i tifosi impauriti richiamano l'eco della Sampdoria, sprofondata in B, quanto per dare un senso a un campionato dove si rischia di annaspare. Il Palermo ha bisogno di entusiasmo ma soprattutto di qualità. Altrimenti sarà ciclicamente costretto ad abbassare lo sguardo.

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