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  • Pallavicino: 'Rigori, manganelli, Baggio e querele: perché Firenze odia la Juve'

    Pallavicino: 'Rigori, manganelli, Baggio e querele: perché Firenze odia la Juve'

    • Daniele Longo
    Carlo Pallavicino, procuratore sportivo, fiorentino, questa sera andrà in scena Fiorentina-Juventus, una sfida molto sentita specialmente dai tifosi fiorentini. Dove nasce questa rivalità?
    "Forse la parola rivalità non è giusta, la ritengo una forzatura. Questo perché le due formazioni hanno duellato pochissime volte per lo scudetto, quindi è più una antipatia. Non ha avuto un evento scatenante, una data di inizio, ma si è sviluppata essenzialmente negli anni 70 perché la Juventus era una formazione molto forte mentre la Fiorentina era una squadra che aveva in Antognoni una grande bandiera ma non lottava mai per la vittoria della scudetto. La Toscana era una terra popolata da moltissimi tifosi bianconeri che erano finiti nel mirino dei sostenitori viola, poi questa acredine si era estesa ai tifosi della Vecchia Signora di tutta Italia. l'11 maggio del 1975 la Fiorentina ottenne un successo netto nelle proporzioni, un 4-1  che costrinse i 'rivali' a rimandare la festa scudetto alla settimana successiva. Si diceva che Zoff e compagni avessero già pronte le bottiglie di champagne nello spogliatoio".
     
    Un altro passaggio significativo si ebbe nella stagione 1981/1982 con la plateale protesta della testata fiorentina il Brivido Sportivo.
    "Esattamente, in quella stagione le due squadre si giocavano lo scudetto gomito a gomito. La tensione era già alle stelle dopo le provocazioni dell'allora Presidente della Fiorentina, Flavio Portello, che diede del metalmeccanico ad Agnelli. L’ultima giornata di quel campionato di serie A  riservò una serie incredibile di emozioni e colpi di scena, gioie e delusioni, trionfi e drammi sportivi. La Fiorentina andò a Cagliari e venne annullato un gol a Ciccio Graziani per un fallo inesistente di Bertoni sul portiere avversario. Liam Brady su rigore, invece, regalò la vittoria alla Juventus sul Catanzaro al quale venne negato un penalty per fallo di Brio su Borghi. Il Brivido Sportivo, nota testata giornalistica fiorentina, il giorno dopo stampò 12000 adesivi con su scritto 'meglio secondi che ladri'. Fu tappezzata tutta Firenze e questa iniziativa di protesta mandò su tutte le furie Boniperti che li querelò. Fu il momento di massima esposizione mediatica, il giornale seppe della querela solo anni dopo quando il processo fu archiviato. Credo sia stata la punta dell'iceberg di questa grande antipatia che aveva colpito tutti, anche gli stessi giocatori. Basti ricordare che, in quella stagione, Antognoni rimase per un lungo tempo lontano dai campi a causa di colpo ricevuto alla testa da Silvano Martina, allora portiere del Genoa. Questa rivalità c'era anche in nazionale, ricordo di una battuta piuttosto dura di Claudio Gentile nei confronti di Antognoni: "Devono operare di nuovo Antognoni per togliergli lo scudetto dalla testa".
     
    Una nazionale che vinse i Mondiali nell'82 nonostante alcune lotte intestine.
    "Antognoni era stato per tanti anni l'unico giocatore della Fiorentina in Nazionale la quale era  praticamente costituita dal blocco Juventus. Si raccontava che non venisse visto bene in particolare da Causio, sempre piuttosto restio nel passargli il pallone. Un importante ruolo lo ebbe Bearzot che sul campione viola contava parecchio, convocandolo sempre e sostenendolo. Da lì nacque una sorta di atteggiamento di tutela da parte dei tifosi nei confronti di Antognoni contro i vari Causio, Bottega, la vecchia guardia della Juventus. Ci furono altre partite elettrizzanti come nella stagione 83/84, un 3-3 spettacolare in una partita bella con capovolgimenti di fonte. Senza dimenticare la esultanza in campo di Agroppi, altro anti-juventuno, dopo una vittoria per 2-0. Questo perchè il tecnico viola perse uno scudetto molto contestato da giocatore del Torino nel 73".
     
    Il punto di tensione massima arrivò con la finale di coppa Uefa nel 1990.
    "Entrambe le squadre ebbero un cammino trionfale che le portò a giocarsi una finale tutta italiana. La Fiorentina le sue partite in casa le giocava a Perugia perché stava sistemando l'Artemio Franchi. Lo stadio umbro ha il settore della curva molto vicino al campo e nella semifinale contro il Werder Brema fu lanciato un petardo contro il portiere dei tedeschi, che simulò anche platealmente. Fu deciso che la finale si giocasse in campo neutro: in quel momento Montezemolo era a capo di Italia 90 e stava per diventare l'amministratore delegato della Juventus. Egli esercitò sulla Federazione varie pressioni per non farla giocare in stadi indicati dalla Fiorentina, come quelli di Verona e Milano, dove avrebbe avuto un seguito maggiore. La scusa ufficiale fu che quei campi avrebbero dovuto ospitare le gare del Mondiale da lì a poco.  Quindi poi Matarrese, Montezemolo e la Uefa scelsero Avellino, da sempre feudo di tifosi juventini. Nella gara di andata si impose la Juventus per 3-1 ma il risultato fu condizionato dal fallo di Casiraghi, molto evidente, su Celeste Pin. Al ritorno Baggio e compagni avevano bisogno dell'impresa, ovvero quella di rimontare 2 gol alla Juventus. Tutto questo fu reso ancora più difficile dall'atteggiamento ostile degli stessi raccattapalle, tutti sostenitori bianconeri, che non restituivano la sfera. Per tutto l'ambiente viola quella fu considerata la finale in cui i poteri forti erano riusciti a favorire la Juventus. A fine partita un elicottero prelevò Baggio per portarlo a firmare a Torino, questo gesto indispettì i fiorentini. La città si ribellò fortemente a questa cessione, riversandosi in piazza Savoranola per protestare contro Pontello e cercare di convincere Cecchi Gori nel comprare il prima possibile la Fiorentina. Baggio stesso non si mostrò mai cosi determinato nel voler andare alla Juventus. Fu una protesta di piazza molto violenta, la stessa polizia fu molto dura nel reprimerla. Ricordo che le signore che vivevano in quelle zone nascosero nelle proprie cantine i tifosi per evitargli delle manganellate. Una la prese anche Mario Sconcerti che ai tempi era il responsabile della redazione di Firenze di Repubblica. Totò Schillaci addirittura si nascose in un'auto nel ritiro di Coverciano per fuggire alle ire dei tifosi".
     
    Da lì Fiorentina-Juventus è sempre stata la partita per i tifosi viola.
    "Esatto, l'anno dopo si presentò a Firenze la Juve di Maifredi nella partita delle partite. Baggio si rifiutò di battere il rigore, sul dischetto andò De Agostini e Mareggini glielo parò. Ma ci furono anche degli episodi clamorosi, come le gomme lanciate in campo verso Totò Schillaci o quando i capi della curva, una sera, rapirono Dunga e Borgonovo. Furono portati in un posto isolato e gli dissero: 'Guai a voi se non vincete contro la Juventus'. La Juve alla fine perse 1-0 con un gol di Fuser, abbandonando le speranze di qualificarsi alle coppe".
     
    Questa sera ci sarà da aspettarsi una clima ostile nei confronti di Bernardeschi?
    "Non credo che si sarà una contestazione così violenta come è stata per altri ex, mi aspetto dei fischi ma nulla di più eclatante. Oggi la situazione è molto cambiata, la tensione tra le società c'era fino agli ultimi sei anni. La Juventus ora è vista con meno astio, perché ha vinto gli ultimi campionati senza  favoritismi, è molto più rispettata rispetto al passato. L'unico contestato fortemente fu Antonio Conte, a cui lanciarono dei finti parrucchini. Questo perché da giocatore si rese protagonista di un gesto che mandò su tutte le furie i tifosi: andò sotto la curva prese la bandierina emulando la mitica esultanza di Batistuta. Tornando su Bernardeschi, ormai i giocatori vengono considerati di passaggio e lo stesso Federico non mi sembra si sia comportato male. Un pò di rivalità c'è sempre e deve esserci nel calcio".
     
    Riflettori puntati su Federico Chiesa: c'è il rischio anche lui percorra lo stesso tragitto di Bernardeschi?
    "La Juventus è da sempre molto attenta ai talenti italiani. Chiesa si può considerare un calciatore europeo, per qualità e intensità di gioco non può non essere un obiettivo della Juve. Ha tutti i requisiti per diventare un giocatore di grande livello internazionale. Faccio una battuta ironica: Baggio fu l'ultimo atto di Portello, Chiesa potrebbe essere quello di Della Valle, una cessione che sarebbe forse accolta con meno tristezza dai tifosi. Federico in un altro momento della storia sarebbe stata una bandiera difesa come Antognoni e Baggio, rappresentando l'anima del tifoso viola che non molla mai".
     
     

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