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  • Pallotta, risparmiaci la morale su De Rossi: l'hai trattato come una scatoletta da supermercato, ora vattene

    Pallotta, risparmiaci la morale su De Rossi: l'hai trattato come una scatoletta da supermercato, ora vattene

    • Paolo Franci
    Jim Pallotta ha scelto i social per ringraziare Claudio Ranieri. Poi s'è avventurato sul terreno per lui più scivoloso, quello della tifoseria. Lo ha fatto per ringraziare, copio e incollo: “i tifosi presenti allo stadio ieri sera per aver reso a Daniele un omaggio strameritato. Dopo che ha rappresentato i tifosi in campo per 18 anni, la dimostrazione di amore e il sostegno da parte di tutti sono stati incredibili”. Innanzitutto, i tifosi non sono stati incredibili. Sono stati tifosi della Roma come lo sono da sempre, ma forse vivendo a Boston e capitando qui ogni tanto è difficile cogliere tutte le sfumatura del giallo e del rosso. Poi, c'è da dire che uno dei temi del D-Day (Daniele Day) molto dibattuti nel post D-Day – e cioè oggi - ha riguardato proprio l'assenza dei dirigenti in tribuna. Primo fra tutti proprio lui, il bostoniano che ha fatto a fette l'ultimo emblema del romanismo trattandolo come una scatoletta da supermercato.

    No, Pallotta non c'era a salutare l'ultima bandiera giallorossa. L'ultimo capitano. Stavolta niente targa e abbraccio di plastica come fu con Totti. E non è che la contestazione nei suoi confronti a livello globale sia nata per caso. De Rossi ha rappresentato l'ultima goccia. Una goccia che s'è trasformata in un oceano. Il messaggio del presidente, in inglese, è stato affidato all'account Twitter di As Roma English, l'account ufficiale del club in lingua inglese dove si contano, attorno alle prime ore del pomeriggio, 123 commenti. Un successone. Come se la quasi indifferenza avesse preso il sopravvento sulla rabbia e l'irritazione. Scorrendo quei 123 commenti, il più gettonato è “Vattene” scritto maiuscolo quindi urlato, seguendo lo slang social. Poi ci sono insulti di vario genere – non li condivido, l'educazione non deve mai mancare – e c'è chi si sfoga scrivendo 'Pallotta laziale', detto che se lo fosse – perdonatemi, non riesco a trattenermi alla tentazione della battuta – un paio di coppette l'avrebbe anche vinte no?

    E c'è chi lo esorta: “Mettice la faccia anziché scrivere...”, chi arriva a pigliarsela con i Boston Celtics, la casa sportiva di Jim Pallotta. Poi, qualcuno gli ricorda che mentre si celebravano due grandi romanisti, c'era chi (lui) veniva contestato per 90 minuti. Vabbè, Jim ha fatto il vago come avrei fatto io. Vabbè non è andato allo stadio come la gran parte dei dirigenti per evitare contestazioni che, alla fine avrebbero rovinato la festa. E vi posso dire? Alzi la mano chi ci sarebbe andato, bisogna essere onesti. Vabbè però adesso niente più scuse, né alibi, né pomposi proclami presidente, non so se da laggiù si vede o come gliela stanno raccontando, ma la Roma è un cumulo di macerie e non c'è altra via che iniziarne la ricostruzione. Con lei o anche senza di lei, quello che vorrebbe la maggior parte dei tifosi.

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