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  • Paolillo a CM: 'Mourinho a San Siro? Per come lo conosco, si farà prendere dall'emozione. Che coraggio ad accettare la Roma'

    Paolillo a CM: 'Mourinho a San Siro? Per come lo conosco, si farà prendere dall'emozione. Che coraggio ad accettare la Roma'

    • Federico Targetti
    Inter-Roma, quarto di finale di Coppa Italia, sfida di cartello e classica del campionato italiano, soprattutto negli anni in cui lo Special One è stato alla guida dei nerazzurri. E proprio stasera, il tecnico portoghese tornerà a San Siro da avversario. Per parlare di questo, ma anche di molti altri temi, Calciomercato.com ha contattato in esclusiva Ernesto Paolillo, direttore generale dell'Inter dal 2006 al 2012, ovvero l'arco di tempo in cui la Beneamata ha dominato il panorama italiano, culminando con il Triplete del 2010. 

    Il ritorno di Mourinho nello stadio in cui ha vinto tutto: Paolillo, lei che lo conosce e che ha lavorato con lui, crede che il portoghese si farà prendere dall'emozione? 

    "Assolutamente sì! L'emozione lo prenderà perché Josè è molto sensibile; a volte capita a tutti noi di tenere nascosta la propria emotività perché la percepiamo come intima, ma per come l'ho conosciuto io sono convintissimo che sarà un momento particolare per lui, da vivere internamente ma anche intensamente".​

    A proposito di Mou, come lo sta vedendo alla Roma? Sembra che debba essere un percorso molto più lungo di quello che ebbe a Milano...

    "Purtroppo lui sta utilizzando, tranne Abraham e gli ultimi acquisti di gennaio, tutti i giocatori che si è trovato tra le mani. Deve lavorare su una materia prima che è in larga parte diversa da quella di cui si servirebbe per il suo impianto di gioco, quello che lui vorrebbe dare alla Roma. Conosciamo tutti i limiti dei giallorossi, Mourinho è stato coraggioso a voler provare a metterci mano".​

    Tornando all'Inter, immagino che malgrado l'emozione di ritrovare Mourinho, i nerazzurri siano costretti a dargli un dispiacere per rilanciarsi dopo il derby perso: il campionato è riaperto?

    "A mio avviso non è mai stato chiuso. Certo, se l'Inter avesse vinto il derby indubbiamente avrebbe messo un marchio importante. Adesso invece il campionato è ancora e più che mai aperto, sono certo che 4-5 squadre sono sullo stesso livello e la differenza la farà la tenuta fisica".

    Quell'Inter aveva il miglior Milito di sempre, oggi c'è un Lautaro a secco da 5 partite: forse è lì che manca quel qualcosa in più a Inzaghi?

    "Non dimentichiamo che Milito aveva accanto Eto'o: Lautaro lo abbiamo visto al meglio insieme a Lukaku, le caratteristiche di Dzeko sono diverse e quindi per l'argentino è cambiato il tipo di gioco che deve fare. Resto dell'idea che Lautaro non si sia ancora espresso come potrebbe... E comunque l'Inter sabato ha perso con il Toro fuori dal campo".​

    Non posso non chiederle un giudizio sul mercato dell'Inter: Gosens e Caicedo. In particolare, il tedesco secondo lei con questo Perisic è più un investimento per il prossimo futuro che non per il presente?

    "Credo che sia stato preso perché si è presentata un'opportunità importante alla fine di un infortunio fastidioso. È un buon investimento, e mi associo alle parole di Marotta: Gosens non vuol dire che Perisic debba andarsene, anzi, averne di soluzioni di questo tipo... Sì, è la fascia sinistra migliore della Serie A".

    Chiudiamo con due giocatori che lei ha avuto all'Inter: il primo è Thiago Motta, allenatore dello Spezia di cui lei è stato presidente. Che gliene pare?

    "Sto vedendo un ottimo Spezia, che non può migliorare con qualche innesto per via del mercato bloccato ma che offre un gioco che mi piace. Thiago sta dimostrando di saper allenare in Serie A, e di poterlo fare molto bene".

    Infine Burdisso, direttore tecnico della Fiorentina protagonista sul mercato ma orfana di Vlahovic. Come giudica la linea tenuta dai viola? 

    "Il bilancio, se lo si vuole mantenere sano, impone sacrifici: non c'è niente da fare, dobbiamo abituarci alla necessità di fare profitto e cercare nuovi talenti. Non potendo puntare allo Scudetto, la Fiorentina ha fatto bene a incassare il massimo. Adesso la valutazione va fatta sul prossimo mercato estivo, sarà quello a determinare".​

    A questo punto la domanda è d'obbligo: con Vlahovic, la Juve può ancora credere nello scudetto o i punti di distacco sono troppi? 

    "Non sono mai troppi, e l'Inter in passato lo ha dimostrato. Se si infila una serie positiva e chi è davanti per mille ragioni perde il passo, con i tre punti si può sempre recuperare".

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