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  • Parma, Valiani| 'Io, mezzala d'attacco'

    Parma, Valiani| 'Io, mezzala d'attacco'

    • L.T.
    “In questi giorni – dice il centrocampista del Parma FC Francesco Valiani dopo l’allenamento mattutino al Centro Sportivo di Levico Terme – ho avuto modo di provare sia come una delle due mezz’ali sia come esterno d’attacco. Ho provato diverse soluzioni, ma per il momento siamo in fase iniziale. Non saprei dire dove mi trovo meglio: da mezz’ala ho disputato alcune stagioni, ed i risultati sono stati buoni. Da esterno alto uguale: in tre anni a Rimini ho fatto diversi gol. Sicuramente giocare più avanti piace a tutti, però  anche fare la mezz’ala a me piace.
    Il mister è venuto qui portando un determinato modo di giocare che non è esattamente uguale a quello dello scorso anno, quindi bisogna cercare di adattarci. Noi dobbiamo dimostrarci disponibili ad apprendere il più presto possibile. Giocare come vuole il mister richiede determinati sacrifici ma può dare però tantissimi vantaggi. Lo staff è meticoloso nello spiegarci le cose; noi dobbiamo applicarci, consapevoli del fatto che tanti ragazzi sono cambiati, tanti sono giovani. Noi siamo a completa disposizione.”


    Francesco Valiani, un giocatore che ha un serbatoio grande come il suo, lo riempie in questo periodo?

    “Sì, si riempie in questo periodo, ma è così un po’ per tutti. Bisogna mettere un po’ do benzina da parte, magari faticare un po’, specie nei primi giorni, per disputare poi un campionato dal rendimento costante.”

    Avete fatto dei test iniziali, ed in base ai risultati vi disegnano i carichi di lavoro. Allora conviene andare piano…
    “No, no. Se vai piano, rischi di avere problemi durante l’anno. Bisogna fare i test in modo tale da fornire ai preparatori le indicazioni giuste per poter lavorare, per quello che il fisico di ognuno richiede.”

    Lei come è andato in questi test? Ha fatto un’estate di lavoro intenso?

    “Io ho fatto come faccio sempre: uno stacco iniziale, ma poi ho ripreso subito, perché sono uno a cui piace lavorare tanto dal punto di vista fisico. Ho ricominciato e come ogni anno ho fatto il mio lavoro pre ritiro.”

    Dando un’occhiata al suo curriculum, lei ha sempre giocato tanto…
    “E’ una delle cose che ho sempre dovuto curare, l’aspetto fisico, perché la corsa è per me una delle componenti più importanti, perché la mia prestazione si basa molto su questo aspetto. Infatti quando capita un periodo in cui non sono al 100%, si nota subito: io ho bisogno di stare bene per rendere al meglio. E perciò devo curarmi maggiormente rispetto ad altri.”

    E viene anche da pensare che i vari allenatori che lei ha avuto hanno visto in lei un collante importante…

    “Negli ultimi anni ho sempre giocato tanto: 33 presenze l’anno scorso; 34 l’anno prima. Ho sempre avuto la fortuna e la costanza di voler essere presente e di voler mettere in difficoltà chi decide. E’ il nostro compito, ed io l’ho sempre vista così. Sono stati pochi gli anni in cui sono partito da protagonista fin dall’estate, sempre costretto a cercare di conquistarmi il posto. La cosa importante è dimostrare che uno ci può stare.”

    C’è stato un anno in cui protagonista d’estate lo è stato davvero, con un gol a San Siro…

    “Lo ricordo bene.”

    E quel gol ha avuto pochi bis…
    “Un bis (ride, n.d.a.).”

    Come vive un gol al Meazza uno che segna poco?
    “Quella è stata una giornata pazzesca: prima il gol, poi un susseguirsi di cose: ci sarebbero voluti tre giorni di ferie per riprendersi… Non essendo neanche abituato a certi palcoscenici, ti trovi catapultato in una realtà strana: l’invito a Controcampo la sera, il telefono che scoppia, una serie di cose che andando a letto la sera sei sfinito. Sono giornate particolari, bellissime da ricordare ma che sarebbe ancor più bello ripetere. E quella era anche la mia prima partita in Serie A in assoluto, perciò quel gol valeva doppio, anzi triplo.”

    Quest’anno, dovesse stilare lei la formazione possibile, metterebbe in campo Valiani?

    “Io mi ci metterei sempre, ma sono di parte.”

    Se si giocherà con il 4 3 3 si vede esterno di centrocampo?
    “In questi giorni ho avuto modo di provare sia come una delle due mezz’ali sia come esterno d’attacco. Ho provato diverse soluzioni, ma per il momento siamo in fase iniziale.”

    Come mezz’ala sicuramente non avrebbe problemi; invece nel 4 3 3 ha già ricoperto il ruolo di esterno d’attacco in passato?
    “L’esterno offensivo nel 4 3 3 l’ho fatto a Rimini, dove giocavamo più o meno così, con tre mezze punte, ed in quella stagione ho realizzato diverse reti.”

    Lei è un destro, quindi le converrebbe quasi giocare contromano per andare più spesso al tiro…

    “Per adesso abbiamo provato anche questa soluzione, però ci alleniamo da così poco che è prematuro parlarne. Ci sono diversi allenatori a cui piace schierare gli esterni con i piedi invertiti, per permettergli di accentrarsi e di andare spesso alla conclusione. E’ un discorso di come un allenatore vede il calcio.”

    Che impressione le ha fatto il mister in questi primi giorni?
    “Il mister è venuto qui portando un determinato modo di giocare che non è esattamente uguale a quello dello scorso anno, quindi bisogna cercare di adattarci. Noi dobbiamo dimostrarci disponibili ad apprendere il più presto possibile. Giocare come vuole il mister richiede determinati sacrifici ma può dare però tantissimi vantaggi. Lo staff è meticoloso nello spiegarci le cose; noi dobbiamo applicarci, consapevoli del fatto che tanti ragazzi sono cambiati, tanti sono giovani. Noi siamo a completa disposizione.”

    In che ruolo preciso si vedrebbe meglio lei nel 4 3 3?

    “Non saprei: da mezz’ala ho disputato alcune stagioni, ed i risultati sono stati buoni. Da esterno alto uguale: in tre anni a Rimini ho fatto diversi gol. Sicuramente giocare più avanti piace a tutti, però  anche fare la mezz’ala a me piace.”

    Nella speranza di ritornare uomo partita…
    “Sì, magari.”

    Ha notato qualche differenza nel pallone nuovo?
    “E’ diverso, anche se le caratteristiche esatte non le saprei dire. La mia sensazione è che sia diverso proprio come consistenza. Ma magari è perché abbiamo ancora le gambe un po’ pesanti…”


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