Con l'auspicio che quei campioni di un tempo, vengano presi d'esempio da questi campioni. Un contatto con il passato e uno sguardo volto al futuro, il tutto passando inevitabilmente dal presente. Parma è gialloblù e respira la storia, quella bellissima di qualche decennio fa, quando i gialloblù occupavano posti importanti nel calcio europeo. E la storia si rivive per forza attraverso quei volti noti, appesantiti magari, ma vivi e festanti. Cannavaro, Crespo, Zola, si mischiano con Cassano, Paletta, Lucarelli e fuori ne viene qualcosa di importante, che fa sognare. Un ponte, un ricordo, un abbraccio e un sogno: quello di occupare posti di prestigio anche in questa epoca.

E i tifosi già gongolano nel vedere quelle maglie con scritte pesanti, corredati da numeri importanti. Zola il 10, Crespo l'11 e Cassano il 99. E qui l'immaginazione parte a mille, si vola con la fantasia e un po' di rammarico misto a emozione, affoga l'urlo della Curva Nord adibita a festa. E i tifosi si riportano immediatamente nel presente, fatto dei vari Sansone, Palladino, Paletta, Mirante. Il confronto forse non regge, ok, ma due epoche diverse devono essere paragonate in un modo giusto. 

E la Nord che si persuade, "E' così", non fa altro che sperare, "Bei tempi, ci saremo mai più tra le grandi?". Dubbi legittimi, che vanno sciolti anche con scelte societarie mirate. Nell'anno del centenario, con campioni del genere, Parma sogna e fa la grande, almeno per un pomeriggio, spera e si emoziona come allora, forse di più, nel rivedere le galoppate di Asprilla, i colpi di genio di Zola e le incornate di Crespo, i tackle di Cannavaro e i tuffi di Taffarel, il tutto proiettato sul Tardini. E' Centenario, quanti campioni.