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  • Pinamonti: 'Inter? Giocheremo la nostra partita, ma se segno non esulto. Raiola come un padre'

    Pinamonti: 'Inter? Giocheremo la nostra partita, ma se segno non esulto. Raiola come un padre'

    L'attaccante dell'Empoli Andrea Pinamonti, in prestito dall'Inter, ha rilasciato un'intervista a Gianlucadimarzio.com in vista della sfida di venerdì contro i nerazzurri: "È il mio anno migliore, lo dicono i fatti. E' stata una stagione fondamentale per me, avevo bisogno di fiducia e nuovi stimoli e l’Empoli mi ha dato tutto questo. Spero di aver ripagato la fiducia iniziale".

    CUORE DIVISO - "Domani sarà un'emozione particolare, diversa da altre partite. Rivedrò molti miei compagni e tornerò nello stadio che per me è stato casa. Noi siamo salvi, abbiamo raggiunto il nostro obiettivo stagionale, ma giocheremo la nostra partita. Voglio aumentare il bottino in Serie A da qui a fine stagione, ma se dovessi segnare all'Inter non esulterei per rispetto della società che mi ha cresciuto".

    IDOLO ICARDI - Come raccontato sempe nel corso dell'intervista rilasciata a Gianlucadimarzio.com, uno dei suoi punti di riferimento nell'esperienza nerazzurra è stato Mauro Icardi: "Mi ha aiutato tanto dentro e fuori dal campo e ci tengo a ricordarlo. Era il capitano, viveva il momento migliore della sua avventura all’Inter ma aveva sempre un occhio di riguardo. Per dire, mi mise a disposizione un suo appartamento ad inizio anno fintanto che non avessi trovato casa da solo a Milano. Ogni tanto mi accompagnava anche alla Pinetina quando non avevo la patente, poi è diventato Skriniar il mio autista".

    IL FUTURO - Su cosa succederà in estate, idee chiare per l'attaccante. "Adesso al futuro non ci penso. Mi sto godendo un’annata piena di soddisfazioni, in cui ho raggiunto gli obiettivi che mi ero prefissato. Era tanto tempo che, sportivamente, non avevo questa serenità e questa felicità stabile, senza pensieri. Il mio futuro sono le vacanze al mare, poi vedremo". 

    RAIOLA - "È stato un colpo durissimo, con lui avevo davvero un rapporto speciale. Era come un padre. Soprattutto con i ragazzi più giovani era un punto di riferimento su cui contare sempre, sia calcisticamente che fuori dal campo".

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