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  • Pioli, attento che i limiti non superino i meriti: Milan, Leao e Theo gemme sprecate

    Pioli, attento che i limiti non superino i meriti: Milan, Leao e Theo gemme sprecate

    • Gianni Visnadi
      Gianni Visnadi
    I meriti di Pioli nella crescita del Milan sono universalmente riconosciuti e nessuno pensa di confutarli. Ha creato un gruppo, gli ha dato un’ottima condizione atletica, un gioco offensivo e coraggioso che per mesi ha premiato la squadra – mai sotto la seconda posizione in tutto il campionato - e ancora la tiene al comando virtuale della classifica, nonostante sia altrettanto noto che nessuno abbia un salto tanto negativo rispetto alle decisioni arbitrali. Milan penalizzato come nessun altro, diciamolo chiaramente. Qui però limitiamoci al presente, agli ultimi 2 mesi. Dal derby in poi, il Milan ha giocato 8 partite, segnando 7 gol, di cui 2 alla Salernitana (senza batterla, peraltro), 0 tra Bologna e Torino, quando ai meriti Pioli ha sovrapposto i limiti, ed è di quello che vogliamo parlare.

    Di Ibrahimovic si sa. Ascolti il fisico e si faccia definitivamente da parte. Resti come ambasciatore, se vuole. Ma prima capisca bene cosa vuol fare, certo non più l’attaccante. Giroud resterà per sempre l’uomo del derby, come Hateley. Eppure l’anziano centravanti francese ha fatto anche altro, in stagione. Ma è pura utopia credere che possa essere sempre lui - mai stato vero bomber in carriera - a risolvere le difficoltà offensive della squadra, anche perché riceve pochissimi palloni adatti alle sue caratteristiche. Si sa anche di Rebic, ormai s’infortuna anche a Milanello, di Diaz è meglio non parlare.

    L’uomo giusto c’è ci sarebbe, si chiama Rafael Leao e a tratti è stato considerato da tutti gli osservatori, l’attaccante più devastante del campionato. Rapito, veloce, imprevedibile, abile nell’uno contro uno. Però segna troppo poco per quelle che sono le sue qualità (finora 8 gol, l’ultimo il 25 febbraio, all’Udinese). La critica lo accusa di essere poco continuo, spesso abulico, fuori dal gioco. Ma cosa sarebbe Leao se Pioli lo utilizzasse per quello che è, cioè un attaccante dal dribbling secco e il tiro potente, facendogli fare l’attaccante puro, l’esterno offensivo e non già l’uomo di fascia costretto a rincorrere il terzino fino al limite dell’area di Maignan? Qualcosa di simile accadde una decina di anni fa ad El Shaarawy, con Allegri in panchina. Sappiamo com’è andata a finire.

    Visto che il modo di giocare che l’ha portato in alto ha smesso di essere produttivo, cosa aspetta Pioli per sommare le caratteristiche dei suoi 2 giocatori più forti e fare della fascia sinistra la catapulta verso lo scudetto? Il giochino di Theo che rientra e fa la mezzala l’hanno capito tutti e non sorprende più nessuno. Perché non affidarsi alla sua forza di esterno puro e lasciare Leao negli ultimi 30 metri, pronto a fare la differenza nell’uno contro uno e ad avere maggiore lucidità e incisività in area di rigore? Ieri Bennacer non era disponibile, ma perché non passare subito a un 4-3-3 puro dove Tonali, Kessie e l’algerino o Bakayoko o Krunic giocano insieme, fanno i centrocampisti, i difensori difendono e gli attaccanti attaccano e magari tornano a segnare qualche gol in più?
    @GianniVisnadi
     

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