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  • Più forte di sfortuna e arbitro ingiusto: l'Italia abbatte la Polonia e vede le Final Four, con Mancini si gioca a calcio

    Più forte di sfortuna e arbitro ingiusto: l'Italia abbatte la Polonia e vede le Final Four, con Mancini si gioca a calcio

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    Più forti della sfortuna (ventuno indisponibili, tra cui sei titolari sicuri), più forti dell’ingiustizia (un arbitro, il francese Turpin, che ha negato un rigore evidente ed espulso solo un polacco quando sarebbero dovuti essere due), più forti di un avversario scorbutico (la Polonia) che poco gioca e molto mena. Lewandowski, l’attaccante che attualmente la maggioranza della critica reputa il migliore del mondo, non ha mai visto palla contro Bastoni, alla seconda presenza consecutiva in Nazionale A. 

    In compenso, se Turpin avesse valutato la gomitata rifilata dal centravanti a Bastoni (purtroppo in Nations League il Var è assente), l’avrebbe espulso già a metà del primo tempo. E con un uomo in più tutto sarebbe stato più facile.

    Comunque va benissimo così perché l’Italia di scorta segna due gol (Jorginho su rigore nel primo tempo e il subentrato Berardi nella ripresa), vola in testa al girone con un punto di vantaggio sull’Olanda e due sulla Polonia e, battendo la già retrocessa Bosnia, mercoledì a Sarajevo, conquisterà la Final Four della Nations League che, a quel punto, si chiuderebbe in Italia (Milano e Torino le sedi favorite).

    Si avvicina, dunque, il primo grande risultato della gestione Mancini, assente anche a Reggio Emilia, causa Covid. Il c.t. non ha costruito una sola nazionale, ma tante squadre che sanno giocare allo stesso modo. Ovvero facendo possesso palla (il secondo gol è arrivato al culmine di ventisette passaggi), mantenendo l’iniziativa e andando nella metacampo avversaria con almeno sei uomini. Non solo calcio, ma anche armonia azzurra (se non proprio celeste) che produce occasioni in serie e una piacevolissima rapsodia di movimenti.

    Senza Chiellini, Bonucci, Romagnoli, Immobile, Verratti e Spinazzola, l’Italia si è disposta con il 4-3-3. Florenzi (capitano di giornata) esterno basso a destra con Emerson dall’altra parte. In mezzo Acerbi e Bastoni, uno che nell’Inter dovrebbe sempre giocare, altro che rotazioni. Barella, Jorginho e Locatelli a centrocampo. Bernardeschi, Belotti e Immobile in attacco. Bernardeschi, a dimostrazione che l’Italia gli fa bene, è stato il più intraprendente nei primi venti minuti. Prima ha concluso di sinistro (e Szczesny ha respinto), poi un altro suo tiro è stato ribattuto, quindi è stato anticipato ancora da Szczesny su assist di Insigne, infine ha costretto il portiere polacco ad un’uscita al limite dell’area di testa.

    Sulla successiva rimessa in gioco (20’), Barella ha crossato a mezza altezza e Insigne ha messo dentro. Purtroppo, appostato sulla linea, alla destra di Szczesny, c’era Belotti che interferiva con l’attività del portiere e l’arbitro, su segnalazione dell’assistente, ha annullato giustamente.

    Pochi minuti dopo (27’) è arrivato il rigore trasformato da Jorginho. Il suggerimento profondo, ancora una volta, è stato di Bernardeschi a beneficio di Belotti sul quale è frenato, senza remissione, Krychowiak. Neppure un arbitro modesto come Turpin ha potuto esimersi dall’assegnare il tiro dagli undici metri. L’Italia, più sciolta di una Polonia involuta, nonostante un teorico 4-2-3-1, ha sfiorato il gol ancora con Belotti (girata alta al volo) su punizione-assist di Insigne. 

    Nella ripresa il c.t. polacco ha fatto subito tre cambi (Goralski per Moder, Grosicki per Jozwiak, Zielinski per Szymanski), ma la musica è rimasta la stessa, con l’Italia più pericolosa (Insigne) anche su qualche contropiede. La Polonia, già graziata da Turpin per la gomitata di Lewandowski a Bastoni, sarebbe dovuta restare in inferiorità numerica anche al 62’ quando il neo entrato Goralski ha colpito in modo assassino Belotti. L’arbitro, invece, optava per un giallo iniquo quanto ignavo.

    Ma Turpin non si fermava qui. Dieci minuti dopo, infatti, Belotti, smarcato superbamente da Locatelli, ha calciato a botta sicura da dentro l’area e Bednarek, con il braccio larghissimo, ha respinto. Il rigore sarebbe stato solare per tutti, ma il francese o non ha visto (grave) o non se l’è sentita (gravissimo).

    Al 76’ anche Turpin ha dovuto capitolare alzando il secondo giallo, e quindi il rosso dell’espulsione, per l’incauto Goralski, pescato ancora in fallo sul solito Belotti. A quel punto - meno di un quarto d’ora alla fine - la partita ha preso una direzione definitiva. La Polonia, infatti, già poco pericolosa e tuttavia costretta ad attaccare, è stata presa d’infilata non una, non due, ma addirittura tre volte. Fino a quando non si è arresa (82’) al sinistro di Berardi (entrato al posto di Bernardeschi al 64’) dopo assist di Insigne e taglio sapiente di Barella.

    Vittoria netta e vittoria limpida. Ora manca solo l’ultima, in Bosnia, per chiudere da primi e giocarsi la finale a quattro della Nations. Uno stimolo in più, pensando all’Europeo di giugno.  



    :(actionzone)



    IL TABELLINO:
    Italia-Polonia 2-0
    Marcatori: 27' rig. Jorginho (I), 39' st Berardi (I)
    Italia (4-3-3): Donnarumma; Florenzi (89′ Di Lorenzo), Acerbi, Bastoni, Emerson; Barella, Jorginho, Locatelli; Bernardeschi (64′ Berardi), Belotti (79′ Okaka), Insigne (89′ El Shaarawy). A disposizione: Sirigu, Cragno, Calabria, Pessina, Romagnoli,, Tonali, Soriano, Ferrari. All.: Evani
    POLONIA 4-2-3-1: Szczesny; Bereszyński, Glik, Bednarek, Reca; Krychowiak, Moder (45′ Grosicki); Szymański (45′ Zielinski), Linetty (74′ Milik), Jóźwiak (45′ Goralski); Lewandowski. A disposizione: Skorupski, Fabianski, Bochniewicz, Walukiewicz, Kedziora, Milik, Rybus, Placheta, Piatek. All.: Brzeczek
    Arbitro: Turpin (Fra)
    Ammoniti: Krychowiak (P), Belotti (I)
    Espulsi: Goralski (P). 

     

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