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  • Juve triste, la Roma gioca ma non fa mai male. Ronaldo, il suo gol è il senso del calcio

    Juve triste, la Roma gioca ma non fa mai male. Ronaldo, il suo gol è il senso del calcio

    • Alberto Polverosi
      Alberto Polverosi
    Poca Juve, ma troppo Ronaldo per la Roma. Che ha giocato di più, ha giocato meglio dei campioni d’Italia ma solo fino al limite dell’area. Dentro, non è mai stata troppo pericolosa. Così ha perso a Torino, consentendo il sorpasso ai bianconeri, ora terzi in classifica, a 4 punti dal Milan e a 5 dall’Inter che ha però una gara in più della Juve. Per i bianconeri la vittoria, per la Roma il rimpianto di una partita ben giocata ma senza cattiveria: è la conferma di quanto sta dicendo la sua stagione, contro le grandi non riesce mai a imporsi. Una sola attenuante, le assenze di Smalling, Pedro e soprattutto di Pellegrini, e con Dzeko per un’ora in panchina.

    SEGNARE O POSSEDERE - Tenere palla o fare gol? Essere belli o essere pratici? Juve-Roma è racchiusa in questa domanda, che non è solo filosofia e che spesso non è nemmeno una scelta. La Roma è bella e tiene palla, la Juve è pratica e fa gol, ma la vera risposta sta nel nome di un giocatore, pardon, di un fuoriclasse: Cristiano Ronaldo. La Juve non ha bisogno di stupire col gioco e infatti non ha stupito, anzi, in certi momenti ha quasi rattristato, ma sono bastate tre azioni nel primo tempo per far valere la propria straordinaria concretezza, tre azioni con tre tiri di CR7. La prima è nata da un bellissimo attacco di Alex Sandro che, sfruttando lo spazio lasciato libero da Karsdorp dopo una palla persa in attacco dalla Roma, ha saltato Cristante; dal brasiliano a Morata, dallo spagnolo al portoghese poco fuori dall’area, controllo con la suola del piede destro e in un attimo, meno di un attimo, di sinistro ha fatto passare la palla fra le gambe di Kumbulla piazzandola sul palo lontano. Potremmo definirlo semplicemente gol, ma era di più, era il senso del calcio. Alla seconda uscita, ancora assist di Morata, botta secca di Ronaldo, deviazione di Kumbulla, traversa. Alla terza, ancora una conclusione di Cristiano respinta da Pau Lopez.

    LA COPPIA MORATA-RONALDO - In quest’ultimo periodo CR7 aveva segnato in Supercoppa e in Coppa Italia, ma non metteva la firma in campionato da tre partite, fosse arrivato a quattro avrebbe stabilito uno dei rarissimi record negativi della sua carriera, quindi meglio evitare, realizzando il suo decimo gol alla Roma e il quinto nelle ultime 4 partite contro i giallorossi. Altro dato strepitoso per il fuoriclasse della Juve: ha partecipato attivamente a 84 gol da quando gioca in Serie A (68 reti e 16 assist), più di qualsiasi altro giocatore. Dopo mezz’ora, Ronaldo ha cominciato a chiedere alla squadra maggiore partecipazione alla fase offensiva, si lamentava della distanza fra lui e il centrocampo, distanza colmata dall’efficace lavoro di Morata che contro la Roma lo ha rifornito del quarto assist in campionato, quanti ne ha fatti Mertens per Lozano e nessun altro in tutto il campionato. Peraltro lo spagnolo è l'attaccante con più assist in questa Serie A: 7.

    GIOCO ROMA - Verrebbe da chiedersi cosa sarebbe stata questa partita con Ronaldo dall’altra parte, ma sarebbe una domanda con poco senso perché Cristiano è della Juve e il gioco della Juve viene condizionato dalla sua presenza. Lo schema più efficace è quello più semplice: palla a Cristiano, che tanto fa gol. La Roma ha giocato un tempo intero ben dentro la metà campo dei bianconeri, al 30' aveva il 60 per cento di possesso palla, la squadra di Pirlo si difendeva in dieci, con due linee strette fra loro, col centravanti Morata che marcava Villar, con Chiesa terzino (in aggiunta a Danilo) su Spinazzola, con Bonucci e Chiellini a spazzare palloni. Ma alla fine se si contano le occasioni vere, in quei 45' la Roma ne ha avuta una con un tiro dal limite di Cristante uscita di poco. Nell’area della Juve c’era spesso una gran folla, ma Borja Mayoral e Mkhitaryan non hanno mai impensierito davvero Szczesny. Alla fine del primo tempo, la Roma aveva concluso solo 4 volte nonostante quella quantità di gioco e nessuna nello specchio. Solo dagli angoli (7) si poteva capire la spinta offensiva dei giallorossi.

    L’ARMISTIZIO CON DZEKO - Pirlo aveva rivoluzionato la Juve rispetto alla gara di martedì scorso con l’Inter in Coppa Italia. Sette cambi per dare freschezza alla squadra: Szczesny per Buffon, Danilo per Cuadrado, Bonucci per De Ligt, Chiellini per Demiral, Chiesa per Bernardeschi, Arthur per Bentancur e Morata per Kulusevski. Così la Juve arretrava per assorbire la spinta della Roma, non per stanchezza. Dopo poco più di un’ora Fonseca ha sancito l’armistizio...calcistico con Dzeko rimettendolo in squadra insieme a Diawara e Carles Perez al posto di Borja Mayoral, Villar e Cristante. Pirlo ha risposto subito con Cuadrado e Kulusevski per McKennie e Morata. I cambi sono stati decisivi per il 2-0: Cuadrado (sistemato a destra davanti a Danilo) ha visto il taglio in area di Kulusevski e lo ha servito mentre lo svedese sfilava alle spalle di Diawara (tutt’e tre appena entrati), cross basso dell’attaccante, Ronaldo stava per piombare sul pallone quando è stato anticipato in modo maldestro da Ibanez che ha messo la palla nella sua porta. Mancavano 20' alla fine, la Roma ha continuato a giocare a 10-20 metri dall’area bianconera, la Juve ha solo controllato.



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    IL TABELLINO

    Reti: 13' Ronaldo (J), 69' aut. Ibanez (R)

    Juventus (4-4-2): Szczesny; Danilo, Bonucci (85' De Ligt), Chiellini, Alex Sandro (85' Demiral); Chiesa (82' Bernardeschi), Rabiot, Arthur, McKennie (65' Cuadrado); Morata (65' Kulusevski), Ronaldo. All. Pirlo

    Roma (3-4-2-1): Pau Lopez; Mancini, Ibanez, Kumbulla; Karsdorp (76' Bruno Peres), Villar (63' Diawara), Veretout, Spinazzola; Cristante (63' Carles Perez), Mkhitaryan; Borja Mayoral (63' Dzeko). All. Fonseca

    Ammoniti: Mancini (R), Arthur (J), Kumbulla (R), Ronaldo (J).  

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