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Ramadani e Damjanac, fregati dal vizietto per gli immobili di lusso

Ramadani e Damjanac, fregati dal vizietto per gli immobili di lusso

  • Pippo Russo
    Pippo Russo
Fregati dalla bulimia immobiliare. È una bizzarra verità quella che emerge a margine dell'inchiesta spagnola sugli affari del superagente macedone Fali Ramadani e del socio in Lian Sports, Nikola Damjanac. Stando a quanto riferiscono gli ultimi aggiornamenti forniti dalle testate giornalistiche locali di Maiorca, l'isola epicentro dell'inchiesta, a richiamare l'attenzione degli inquirenti sarebbe stato, a partire dal 2017, lo shopping di case di lusso avviato dai due soci presso l'esclusivo municipio di Calviá). Ai vigilanti dell'Agencia Tributaria spagnola non sono sfuggiti quei circa 10 milioni di euro introdotti in Spagna attraverso una rete opaca di società, la cui funzione sarebbe stata quella d'impedire che si risalisse ai veri proprietari.

Il denaro sarebbe servito anche per consentire l'acquisizione di yacht e in generale per condurre un elevato tenore di vita. Inoltre, come riferisce un articolo messo in linea nella giornata del 26 febbraio 2020 dal sito web rumeno The Black Sea (partner del consorzio European Investigative Collaborations, che da dicembre 2016 gestisce l'operazione Football Leaks), i due soci avrebbero anche sviluppato il versante immobiliare come ulteriore elemento del proprio portafoglio di business. A questo scopo è stata fondata la società Majorca Aleksa Terza SL (che attualmente risulta liquidata), con coinvolgimento delle consorti dei due agenti: Heike Sabine Ramadani e Sanja Damjanac. L'articolo di The Black Sea precisa che i sospetti degli inquirenti spagnoli si baserebbero su ipotesi di riciclaggio e evasione fiscale. Riguardo a quest'ultima infrazione, l'ipotesi è che da parte di Ramadani vi sia stato un improprio pagamento delle tasse a Cipro nonostante egli risieda per più di metà anno in Spagna, ciò che invece comporterebbe di versare le tasse al fisco del Regno.

Dall'espansionismo immobiliare dei due soci in Lian Sports (successivamente ribattezzata Primus Sports Consultancy Limited), gli inquirenti spagnoli sono risaliti alla fitta rete di trasferimenti di calciatori che l'agenzia ha realizzato in  Spagna, prendendo a passarli al setaccio. Fra i tanti che nelle ultime ore hanno destato attenzione c'è quello di Ante Coric, il giovane centrocampista croato che la Roma ha ceduto in prestito all'Almeria durante la sessione estiva di calciomercato del 2019. E che la posizione di Coric non fosse chiara, in termini di diritti economici, ve lo raccontammo noi di Calciomercato.com in tempi non sospetti, nel 2015. E adesso che molte delle storie di calcio opaco (come quella relativa ai trasferimenti misteriosi dell'Apollon Limassol tornano d'attualità, non sono certo i lettori di Calciomercato.com a poterne essere sorpresi.

Un'ultima annotazione sul caso, che promette di avere un lungo svolgimento, riguarda il ruolo che in esso potrebbero avere le dichiarazioni rilasciate lo scorso 11 febbraio alla polizia spagnola da Maheta Matteo Molango. Questi è un ex calciatore di nazionalità svizzera, figlio di padre congolese e madre italiana. A gennaio 2016 Maheta Molango è stato nominato CEO del RCD Maiorca dalla proprietà Usa del trio Kohlberg-Sarver-Nash. Nei giorni scorsi lo svizzero è stato destituito dal ruolo. Un articolo del sito Ultima Hora riferisce che egli, nei giorni scorsi, ha prestato dichiarazioni come testimone alla polizia spagnola in merito all'inchiesta in corso. Chissà quante altre cose dobbiamo apprestarci a conoscere.
P.S. #freeruipinto
@pippoevai


(Potete leggere qui e qui i precedenti passaggi di questa storia)

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